L’accompagnatrice
- Autore: Nina Berberova
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Feltrinelli
Per di più, mi vergognavo, capivo che la mamma era la mia vergogna, come io ero la sua e che tutta la nostra vita era un’irreparabile "vergogna".
Se c’è un punto di partenza da cui tutto ha il diritto di nascere, nel caso de "L’accompagnatrice" credo sia esattamente questo: la vergogna. E se c’è un filo conduttore che ci fa strada all’interno delle pagine del libro di Nina Berberova si tratta sicuramente di quella sottile crudeltà che si dipana tra due sentimenti ambivalenti e contrastanti: l’invidia e il fascino.
Alle prese con le aspettative di una famiglia (ridotta unicamente ad una madre ex insegnante di pianoforte, messa alla gogna quando a Pietroburgo si seppe che la donna, non sposata, aveva avuto una bambina, e così in un solo colpo tutti gli allievi sparirono e la casa si vuotò in un baleno) che la desiderava pianista di successo e con i conti che lei stessa doveva fare dinanzi alla sua incapacità di brillare come una fulgida stella del firmamento artistico, la brutta e sgraziata Sonia, insegnante severa e capace mentre i suoi alunni avrebbero appreso da lei come raggiungere l’apice del successo, riesce a trovare un impiego come accompagnatrice musicale presso la famosa cantante Marjia Nikolaevna Travina. Dopo l’incontro, imbarazzato e pur tuttavia semplice, nascerà tra le due donne un saldo rapporto di collaborazione, di affetto e nondimeno di profondo risentimento da parte di Sonia, giovane priva delle qualità estasianti che invece possedeva Marjia, priva anche, da sempre, del benessere in cui la "rivale" si crogiolava. Sonia si dimenerà per tutto il tempo del racconto tra la voglia di avvicinarsi intimamente alla sua "padrona" - sarà proprio lei a dirsi ormai schiava di Marjia - e la profonda invidia che la spingerà, una volta scoperto il tradimento della cantante, a raccontare tutto al marito Pavel. La vergogna primigenia non concede a Sonia la possibilità di riscattarsi, mostrandosi piacente e piacevole agli occhi di un pubblico sempre più esigente, proprio perché abituato alla folgorante eleganza di Marjia Travina. Tuttavia l’apparentemente remissivo carattere della ragazza non le impedirà di far venire alla luce quei moti di ribellione istintivi che Sonia prova ogni volta davanti all’inevitabile confronto con le sue origini misere, povere, vergognose, mentre si trova di fronte ad una Marjia bella, famosa e circondata dalla fama e dell’amore di chi la rispetta e la stima.
Persino gli ultimi gesti di intimità avuti con Marjia, bagnati dalle lacrime di entrambe, celano un desiderio di rivelare ogni cosa al marito solo esteriormente ignaro. Solo nelle ultime pagine, allo scoccare dell’ora mortale, voluta e cercata da Pavel, Sonia sente forse di aver trovato la pace. Ma anche stavolta, non è stata lei: non ha rintracciata lei quella pace, non ne è stata l’artefice. Lei, l’ombra disinvolta, che tutto sa e tutto tace.
Cento pagine di fine mattanza psicologica, magistralmente organizzate da una Berberova sempre incalzante, pur nella semplicità e nell’eleganza delle situazioni descritte. L’agilità della resa e il garbo della penna fanno di questa scrittrice russa una delle più squisite presenze del Novecento letterario internazionale.
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