Anime assassine. Marionette di Diego Collaveri

Penso che una delle capacità più importanti e belle nello scrivere sia di non dar mai per scontato un autore, e devo ammettere che mi capita proprio questo con Diego Collaveri. Dopo i due precedenti libri della serie Anime Assassine, già molto diversi tra loro anche se fermi sui punti principali che caratterizzano la saga, mi sono buttata nella lettura del terzo e ho trovato qualcosa di nuovo.

Anime Assassine - Marionette è forse il più critico dei libri dedicati all’ispettore Quetti, in cui l’autore mette in bocca al personaggio principale un giudizio forte e costante nei confronti del potere, rappresentato nelle varie storie sotto diverse forme.

Lo stile è sempre quello asciutto e cinematografico che mi fa amare questo autore, che come al solito non delude le aspettative né da un punto di vista di intreccio, né da un punto di vista di originalità, pur restando nel classico del giallo e del noir.
In particolar modo ho apprezzato la prima storia, "Corridoi silenziosi", in cui la caratterizzazione dei personaggi è eccellente, a conferma dell’abilità di Collaveri nel dipingere figure femminili, donne forti ma allo stesso tempo vittime della società, che lasciano davvero il segno.
Tornando all’originalità sicuramente non posso non citare "Polizza per un delitto" in cui si parte da un qualcosa di comune a tutti noi, un banalissimo rinnovo di rca in un ufficio assicurativo, per poi ambientare claustrofobicamente tutto lo svolgersi dell’indagine all’interno di un ascensore bloccato tra due piani.
Mi ha fatto piacere inoltre ritrovare tutto il mondo di chiaro-scuri che mi ha fatto tanto apprezzare questa saga.
Sicuramente un’ottima lettura che sento di consigliare.