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Pranzi di famiglia Formato Kindle
- LinguaItaliano
- EditoreNeri Pozza
- Data di pubblicazione28 dicembre 2018
- Dimensioni file1937 KB
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Dettagli prodotto
- ASIN : B07MH3KVQ2
- Editore : Neri Pozza (28 dicembre 2018)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 1937 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 369 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 8,648 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 2,219 in Narrativa letteraria (Libri)
- n. 5,634 in Letteratura e narrativa (Kindle Store)
- Recensioni dei clienti:
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Recensione di Adelaide J. Pellitteri
Trama: Ogni domenica una famiglia portoghese – costituita da padre, tre figli (un maschio e due femmine) il nonno materno e il marito di una delle figlie – si riunisce per pranzare insieme. Il rito va avanti da anni, da quando il padre ha abbandonato la moglie (morta recentemente) per sposare un’altra donna, Marta, mai presente ai pranzi.
Il padre, che dopo la separazione ha intrapreso una sfolgorante carriera politica, è divenuto Ministro della sanità e, durante i pranzi, non fa altro che glorificare se stesso parlando dei propri successi, ignorando le necessità e i sentimenti dei figli. Questi ultimi hanno, di contro, grandi difficoltà a comunicare non solo con l’uomo ma anche tra loro stessi.
La primogenita, Rita, nata con una malformazione fisica è sempre pronta ad andare su tutte le furie per ogni minimo malinteso o battuta. Vasco, il fratello, possiede una galleria d’arte, aperta in totale contrasto con il padre che definisce gli artisti dei nullafacenti. Joana, gemella di Vasco, lavora in campo medico presso un laboratorio; è una donna bellissima, ma una volta diventata madre – vittima di una depressione post-parto – finirà per dare corpo ai suoi demoni peggiorando le incomprensioni con i fratelli, il marito e il mondo che la circonda.
Nuno, marito di Joana, è il fanalino di coda delle riunioni domenicali, a tavola nessuno gli rivolge mai la parola.
In ultimo abbiamo il nonno, Manuel Ramalhete, un vecchio capriccioso e bugiardo cronico, che ogni domenica viene prelevato dalla casa di riposo dove è ospitato.
Lo strano equilibrio familiare, per quanto precario, potrebbe andare avanti alla stessa maniera in eterno, ma l’arrivo di Luciana, pittrice italiana che Vasco conoscerà in occasione di una mostra organizzata per l’artista, darà uno scossone a tutto e a tutti.
Intelligente, amante dei miti greci e dalla vena artistica suggestiva, Luciana farà…
Recensione: Pranzi di famiglia è un classico esempio di come imparare a scrivere leggendo un testo di vera letteratura.
Ambientato nella Lisbona di oggi, la trama in sé sarebbe assai scarna, gran parte del romanzo narra dei pranzi domenicali di questa famiglia; unico giorno in cui i componenti si riuniscono. In realtà non si tratta affatto di una sequenza banale, tutt'altro. Le dinamiche tra i singoli personaggi e le loro personalità creano un affresco significativo sull'incomunicabilità, l'egocentrismo, perfino sull'odio che si riversa sugli altri a causa dei propri difetti fisici. Un caleidoscopio di sentimenti narrati con penna scorrevolissima e inquadrature lucide. Un continuo sedersi a tavola e scivolare dentro lo stato d'animo di ogni commensale.
Lungo tutto il testo, la morte della madre grava sui figli con un dolore che amplifica le singole solitudini, mentre l’anaffettività del padre diventa sempre più intollerabile.
L’arrivo di Luciana che può osservarli dall’esterno e, da artista pura qual è, tirare fuori la vera essenza di ognuno, proprio grazie alla sua arte li metterà…
Non posso dilungarmi sugli eventi (non tutto si svolge a tavola) per non togliere il gusto al lettore di cogliere ogni singolo avanzamento di trama.
La particolarità di questo testo sta nella capacità della Petri di rendere ogni personaggio un personaggio principale o quantomeno non trascurabile. La scrittura è coinvolgente, intelligente e fa ricorso a vocaboli inconsueti capaci di arricchire il lettore anche sotto questo aspetto.
Cito, ad esempio, “rictus” per indicare una smorfia facciale, “froge” al posto di narici, “usmato” invece che annusato, “rappattumata” invece che riappacificata alla meno peggio. Nulla di complicato o astruso, ma particolare, che rivela una stesura attenta, profonda e raffinata.
Lettura imperdibile.
Ecco perché amo leggere, per avere la fortuna di imbattermi in libri come questo.
La trilogia di Romana Petri dovrebbe essere venduta come tale perché è una trilogia bellissima. Il primo libro, Ovunque io sia, è un ritratto di più donne portoghesi, tutte unite dal voler attendere un amore che non arriverà mai. Ognuna con le proprie caratteristiche caratteriali, chi più indomita chi più remissiva, ma sempre forti, malinconiche ed in ostinata attesa.
Pranzi di famiglia è quello che mi è piaciuto meno, anche se la personalità della Albertini, italiana e spumeggiante, è bellissima e mi sembra un po' lo sguardo dell'autrice su tutti i vari personaggi. Purtroppo l'ho letto per ultimo e non in sequenza, quindi è risultato un po' più scontato rispetto agli altri due.
La rappresentazione, l'ultimo libro della trilogia, è bellissimo e si legge d'un fiato. Dà un po' anche il ritratto di quelle che sono le persone snob, in maniera lucida e corretta, Tiago ne è l'esempio insieme a Marta e questo loro essere "arricchiti" si legge anche bene nel primo libro.
La trilogia sembra una sceneggiatura e spero che ne venga veramente tratto un film dove si possa rivedere Lisbona e l'Alentejo; non puoi che innamorarti della zona dell'Alfama e della spiaggia di Zambureja e di tutto il Portogallo leggendolo.
Romana Petri scrive veramente molto bene. Ho fatto un viaggio in Portogallo e ho letto tutto Ovunque io sia durante il tragitto, mi sembrava di conoscerlo e di riviverlo. Consigliatissimi tutti quanti. Gli uomini ne escono in modo pessimo, anche quelli che sembravano essere un po' meglio degli altri: soggetti deboli e legati ai loro istinti ed alle loro necessità; le donne invece forti ma con poco coraggio di cambiare, se non la Albertini.