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ZeroZeroZero Formato Kindle
La coca la sta usando chi è seduto accanto a te ora in treno e l’ha presa per svegliarsi stamattina o l’autista al volante dell’autobus che ti porta a casa, perché vuole fare gli straordinari senza sentire i crampi alla cervicale. Fa uso di coca chi ti è più vicino. Se non è tuo padre o tua madre, se non è tuo fratello, allora è tuo figlio. Se non è tuo figlio, è il tuo capoufficio. Se non è il tuo capo, è la sua amante, a cui la regala lui al posto degli orecchini e meglio dei diamanti. Chi la usa è lì con te. È il poliziotto che sta per fermarti, il chirurgo che si sta svegliando ora per operare tua zia, l’avvocato da cui vai per divorziare. Il giudice che si pronuncerà sulla tua causa civile e non ritiene questo un vizio, ma solo un aiuto a godersi la vita. La cassiera che ti sta dando il biglietto della lotteria. Se non è lei, è il parroco da cui stai andando per la cresima, l’assessore che ha appena deliberato le nuove isole pedonali, il parcheggiatore che ormai sente l’allegria solo quando tira. Il ricercatore che sta seduto ora a destra del professore, il vigile urbano che suda moltissimo anche se è inverno, il lavavetri con gli occhi scavati. Tuo cognato che non è mai allegro o il ragazzo di tua figlia che invece lo è sempre. Il costruttore della casa in cui vivi, lo scrittore che leggi prima di dormire, la giornalista che ascolterai al telegiornale. Ma se, pensandoci bene, ritieni che nessuna di queste persone possa tirare cocaina, o sei incapace di vedere o stai mentendo. Oppure, semplicemente, la persona che ne fa uso sei tu.
- LinguaItaliano
- EditoreFeltrinelli Editore
- Data di pubblicazione8 ottobre 2014
- Dimensioni file787 KB
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Descrizione prodotto
Recensione
Mario Baudino, Tuttolibri - La Stampa
"Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni e quelle che si trovano sembrano non bastare mai". In questa frase di Roberto Saviano sta molto del suo libro, l’atteso ZeroZeroZero, prima opera organica dopo Gomorra, più volte annunciata e sempre rinviata.
Scrivere di cocaina, confessa, è come stare in perenne crisi di astinenza da informazioni e storie: «Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario» è la conclusione, quasi a congedo, delle oltre 400 pagine.
Il titolo allude alla cocaina purissima, con un evidente gioco di parole sulla farina doppio zero. Ma forse anche all’effetto nullificante non della droga in sé, ma della sua logica. La cocaina è la divinità maligna - o forse solo indifferente - che pervade il mondo dell’autore: «Sono diventato un mostro», scrive, perché «quando inserisci tutto nell’universo di senso che hai costruito osservando i poteri del narcotraffico, il resto diventa superfluo».
Saviano fissa la Medusa. «Hai sacrificato tutto non solo per capire, ma per mostrare, per indicare, per descrivere l’abisso. Valeva la pena?» Il suo libro non è solo un viaggio, ma una sorta di poema (che include peraltro alcune pagine in versi) dove la droga sembra spiegare tutto: affari, soldi, sesso, ferocia. Volano e motore di un universo totalizzante, la cocaina, o meglio il traffico internazionale, è per lo scrittore quel che il Capitale era per Marx, o la volontà di potenza di Nietzsche. Nulla si sottrae alle sue dinamiche, nel male e persino nel bene; nessuno può affermare che davvero la ignora; nessuno sfugge alla sua forza pervasiva. «Ma sono convinto - scrive alla fine del suo viaggio nell’orrore - che la legalizzazione potrebbe davvero essere la soluzione»
Si intuisce come la storia narrata nel libro sia anche quella di come è stato scritto, tra le difficoltà ovvie di un autore costretto da una parte a una vita blindata, e dall’altra affascinato e orrificato da una spinta insaziabile. Saviano spazia dal Messico alla Colombia, dagli Stati Uniti a Scampia, dalle grandi banche internazionali alla mafia russa inseguendo la traccia della droga che si trasforma in quantità inimmaginabili di denaro e permea perciò la stessa società che pretende di combatterla. E’ una sorta di inferno senza paradisi, dove al più è concessa la possibilità di un purgatorio. Una saga di boss dai nomi altisonanti o bizzarri che ammazzano, squartano, torturano e intanto costruiscono complicate ed efficientissime trame politiche e finanziarie. Una pulp (non)fiction di corpi fatti a pezzi, di vite umiliate e mutilate.
Al centro del libro le vicende dei «narcos» messicani, in base al principio enunciato dall’autore secondo cui «per capire la coca devi capire il Messico». Impresa non da poco. Anche perché proprio nella parte di più stringente documentazione emerge un certa discontinuità, almeno a livello stilistico e della tenuta narrativa. Saviano è Saviano quando è pienamente «scrittore» e dosa alla sua maniera finzione narrativa e realtà documentaria: come accade ad esempio nel primo capitolo dove l’autore-protagonista ascolta la registrazione clandestina di una «lezione» sulla vita e la morte impartita da un anziano boss italo americano a una congrega di reclute. Quando investe la pagina con la prima persona, dà come sempre il meglio di sé.
Dall'autore
Estratto. © Riproduzione autorizzata. Diritti riservati.
Mi chiedo da anni a che cosa serva occuparsi di morti e sparatorie. Tutto questo vale la pena? Per quale ragione? Ti chiameranno per qualche consulenza? Terrai un corso di sei settimane in qualche università, meglio se prestigiosa? Ti lancerai nella battaglia contro il male, credendoti il bene? Ti daranno lo scettro di eroe per qualche mese? Guadagnerai se qualcuno leggera le tue parole? Ti odieranno quelli che le hanno dette prima di te, ignorati? Ti odieranno quelli che non le hanno dette, quelle parole, o le hanno dette male? A volte credo sia un’ossessione. A volte mi convinco che in queste storie si misura la verità. Questo, forse, e il segreto. Non segreto per qualcuno. Segreto per me. Nascosto a me stesso. Tenuto in disparte nelle mie parole pubbliche. Seguire i percorsi del narcotraffico e del riciclaggio ti fa sentire in grado di misurare la verità delle cose. Capire i destini di un’elezione politica, la caduta di un governo. Ascoltare le parole ufficiali inizia a non bastare. Mentre il mondo ha una direzione ben precisa, tutto sembra invece concentrarsi su qualcosa di diverso, magari di banale, di superficiale. La dichiarazione di un ministro, un evento minuscolo, il gossip. Ma a decidere di ogni cosa e altro. Questo istinto e alla base di tutte le scelte romantiche. Il giornalista, il narratore, il regista vorrebbero raccontare com’è il mondo, com’è vera mente. Dire ai loro lettori, ai loro spettatori: non e come pensavi, ecco com’è. Non e come credevi, adesso ti apro io la ferita da cui puoi sbirciare la verità ultima. Ma nessuno ci riesce mai completamente. Il rischio e credere che la realtà, quella vera, quella pulsante, quella determinante, sia completamente nascosta. Se inciampi e ci caschi, inizi a credere che tutto sia cospirazione, riunioni segrete, logge e spie. Che qualsiasi cosa non sia mai accaduta come sembra. Questa e l’idiozia tipica di chi racconta. E l’inizio della miopia di un occhio che si ritiene incontaminato: far quadrare il cerchio del mondo nelle tue interpretazioni. Ma non e cosi semplice. La complessità sta proprio nel non credere che tutto sia nascosto o deciso in stanze segrete. Il mondo e più interessante di una cospirazione tra servizi di intelligence e sette. Il potere criminale e una mistura di regole, sospetto, potere pubblico, comunicazione, ferocia, diplomazia. Studiarlo e come interpretare testi, come diventare entomologo.
Dettagli prodotto
- ASIN : B00OHEDNAY
- Editore : Feltrinelli Editore (8 ottobre 2014)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 787 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 356 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 22,017 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
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Il racconto di Saviano non è terrorismo psicologico (siamo tutti cocainomani) ma una denuncia forte e coraggiosa sull'alleanza fra narcotraffico e potere finanziario il tutto documentato da atti processuali intentati a grosse banche che "ripulivano" i soldi dei narcotrafficanti.
Il testo è suddiviso in sette capitoli in numero progressivo, tutti con lo stesso nome, Coca.
Cosa non mi è piaciuto. L'autore a volte è prolisso e per dare più forza ad un concetto lo replica decine di volte (troppe) usando parole diverse. Un po' di sintesi non avrebbe guastato anche perché i protagonisti sono per lo più ispanici dai nomi chilometrici.
Ma a parte questo il libro è un capolavoro, mai avevo compreso la realtà su questa diabolica filiera alimentata dalla coca che collega il povero coltivatore colombiano al ricco consumatore della City londinese (Coca#6 pag.271) passando per chi fa il lavoro sporco (raffineria, trasporto, distribuzione...omicidio) cioè i peggiori criminali del pianeta.
Grande Libro
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This book is a rude awakening to the underworld powers which, unknown to us, co-ordinates and controls the life around us in almost its every aspect. All this through cocaine. Not only a shockingly informative book but shockingly enthralling as well.