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Come non educare i figli. Lettere sulla famiglia e altre mostruosità Copertina flessibile – 5 dicembre 2013
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- Lunghezza stampa61 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreL'orma
- Data di pubblicazione5 dicembre 2013
- Dimensioni10.1 x 1 x 16.5 cm
- ISBN-108898038208
- ISBN-13978-8898038206
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Dettagli prodotto
- Editore : L'orma (5 dicembre 2013)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 61 pagine
- ISBN-10 : 8898038208
- ISBN-13 : 978-8898038206
- Peso articolo : 10 g
- Dimensioni : 10.1 x 1 x 16.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 71,228 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 365 in Diari, lettere e giornali (Libri)
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E' un esempio plastico di quanto Kafka avesse maturato un'avversione verso l'educazione familiare, considerati i suoi trascorsi infantili. Evoca Jonathan Swift e i viaggi di Gulliver per rafforzare la tesi dell' "animale-famiglia" contro la cui famelicità e oppressività, è doveroso - a suo parere - levare, a un certo punto, i figli perché possano crescere sani, autonomi e indipendenti. Questi i consigli che Kafka da alla sorella per l'educazione del decenne Felix. Giudizi che si rafforzano quando Kafka passa a scrivere "la" lettera al padre. In questa lettera - intercettata dalla madre e quindi mai arrivata a destinazione - Kafka ribadisce il concetto già espresso. Con il fare da entomologo, analizza ogni frase, ogni gesto che a sua memoria abbia comportato una coercizione, un dolore, un terrore.
Le lettere alla fidanzata mettono in un'imbarazzante contrapposizione - facendo alla fine soccombere il rapporto che si era venuto a creare tra lui e Felice Bauer (poi si riappicificheranno, per rompere definitivamente) - la sua passione per la scrittura e il matrimonio, inteso astrattamente come il massimo delle virtù raggiungibili su questa terra.
In una di queste lui propone a lei il matrimonio, ma nelle successive - ne scrive una addirittura al padre (!!) - è tutto un tirarsi indietro, un mettere le mani avanti per farla desistere dalla sua stessa proposta.
Come ebbe a dire Elias Canetti, quella di Kafka fu "la più strana proposta di matrimonio che sia mai stata scritta"