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Sull'orlo del precipizio Copertina flessibile – 26 novembre 2015
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa115 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreSellerio Editore Palermo
- Data di pubblicazione26 novembre 2015
- Dimensioni10.3 x 1.5 x 15.2 cm
- ISBN-108838934827
- ISBN-13978-8838934827
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Dettagli prodotto
- Editore : Sellerio Editore Palermo (26 novembre 2015)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 115 pagine
- ISBN-10 : 8838934827
- ISBN-13 : 978-8838934827
- Peso articolo : 160 g
- Dimensioni : 10.3 x 1.5 x 15.2 cm
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Ma è un fiato inquietante, perché disegnano un futuro verosimile, forse già presente: quando un grande gruppo editoriale, frutto di un accorpamento dei principali marchi presenti sul mercato, porta ad estremo compimento la politica di mercificazione del libro, con la conseguente assoluta subordinazione degli scrittori alla logica commerciale. E prendono il sopravvento volgari e ignoranti macchiette che considerano i libri al pari di saponette da vendere e sono guidate dal solo convincimento che bisogna dare al consumatore ciò che il consumatore vuole.
E così Giorgio Volpe, lo scrittore famoso che ha appena terminato quello che potrebbe essere il suo capolavoro, osannato fino a ieri dalla casa editrice con cui ha sempre pubblicato, si trova di punto in bianco 'venduto' ad una nuova sigla. E ne esce sconvolto, come scrittore e come persona.
'Sull'orlo del precipizio' è il titolo del romanzo che Volpe ha appena consegnato all'editor con cui lavora da sempre, ma il titolo è ovviamente quanto mai azzeccato per richiamare il rischio che il mondo dei libri sta correndo se mercato e profitto diventano unici riferimenti e la libertà dei piccoli editori indipendenti viene annegata nel potere monopolistico di pochi grandi che decidono tutto.
Una satira grottesca per descrivere una utopia negativa: forse molto più concreta di quanto si creda possibile.
Si innescano a questo punto meccanismi di non ritorno ed interrogativi inquietanti oltre che vicende umanamente controverse.
In questo breve racconto, Manzini, pur con elementi satirici ed accentuando l' aspetto tragico-comico di situazioni che hanno dell' assurdo, servendosi di personaggi che sono macchiette dell' esistere, di metafore, di colorite esasperazioni degli eventi, introduce e riflette su una inclinazione dell' oggi, già' ben presente e con radici in un recente passato, ovvero la morte della " letteratura " e del buon scrivere, della profondità', in nome di altro, che nulla condivide con l' elemento spirituale, ma esclusivamente con il profitto, le logiche di mercato, i gusti, le inclinazioni dei lettori, spesso indirizzate ad arte, in un contrasto a tinte forti tra arte e capitalismo, tra vera bellezza e godereccio consumismo dell' oggi, elementi dicotomici e di certo non sovrapponibili.
Ne esce una tragi-commedia dell' umano mostrarsi che, inevitabilmente, ci porta ad una riflessione obbligata.
Infatti, più' tardi, incamminandoci per strade ammantate di aria natalizia, ci imbattiamo in vetrine colorate, bagliori accecanti, lustrini, addobbi fosforescenti, scritte ridondanti, pubblicità', volti sorridenti in vetrina e ci accorgiamo di essere capitati quasi per caso in una libreria e che al vertice della classifica di vendite alla voce " narrativa "si trovano scanzonati intrattenitori radiofonici, noti calciatori, soubrette imbrillantate, cuochi dagli sguardi accattivanti, giornalisti modaioli, politici corrucciati e seriosi.
Allora, continuando il nostro cammino, cerchiamo una via di fuga, un rifugio sicuro, ma quella piccola, quieta, silenziosa, semi-nascosta libreria d' angolo, dove anni fa sostavamo avidi ed affamati di bellezza, e di sapere, e' scomparsa; forse non ricordiamo bene, no, era proprio qui, ce lo conferma un anziano passante. Ora, al suo posto una "magnifica" caffetteria stipata al proprio interno di giovani volti sorridenti, di sapori ed odori inebrianti, di colori mutevoli e smaglianti ed,in sottofondo, stridii cacofonici e risate isteriche.
Decidiamo di fare una breve sosta, assaggiamo un dolce gustoso, consigliatissimo e dall' aspetto invitante, scattiamo qualche foto a noi ed agli scanzonati presenti, dispensiamo sorrisi, battute sagaci, ed una volta sazi, ci alziamo, salutiamo gli sconosciuti ma amichevoli vicini di merenda e ci allontaniamo, apparentemente sereni, pacificati, sorridenti, ma con un velo di amarezza scavato sul volto e leggibile nel cuore, immalinconiti da un triste quanto vero presagio, da un presente agghiacciante e dal ricordo di un passato che fu, ormai dimenticato, ed ahime', sepolto dalle nostre stesse gioiose risate e da quella maschera che ormai ci appartiene, e' parte di noi, e ci accompagna tragicomicamente nel quotidiano mostrarci, anche noi asserviti al godimento del presente ed avendo riscritto, come Giorgio Volpe, il libro della nostra infelice " felicita' ".
Quando ho aperto lo scatolone con il mio ordine di libri, ho scoperto di aver pagato quasi 7€ per un libricino formato classico Sellerio di 114 pagine, imbarazzante carattere 16. Giorgio Volpe direbbe "Dita la verità, ci sono le telecamere e questo è uno scherzo".
Recensito in Italia il 28 aprile 2017
Quando ho aperto lo scatolone con il mio ordine di libri, ho scoperto di aver pagato quasi 7€ per un libricino formato classico Sellerio di 114 pagine, imbarazzante carattere 16. Giorgio Volpe direbbe "Dita la verità, ci sono le telecamere e questo è uno scherzo".
Il primo libro di Manzini che non mi pare scritto da lui