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La ragazza che non c'era. Un'indagine di Nives Bonora Paperback – 11 ottobre 2022
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa224 pagine
- LinguaItaliano
- EditorePonte alle Grazie
- Data di pubblicazione11 ottobre 2022
- Dimensioni14 x 2 x 20.6 cm
- ISBN-10883331877X
- ISBN-13978-8833318776
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Dall'editore


Le recensioni a La ragazza che non c'era
"Nives è una disperata ma pugnace eroina che si batte nelle nebbie padane di Ferrara. La ragazza che non c'era è il titolo dell'esordio da giallista di Cinzia Bomoll, scrittrice, regista e sceneggiatrice". Il Fatto Quotidiano
"Scrittrice e regista, Cinzia Bomoll debutta nel giallo con La ragazza che non c'era (Ponte alle Grazie), prima indagine dell'ispettrice Nives Bonora. Una ragazza viene ritrovata morta per un'overdose nell'ospedale psichiatrico abbandonato di Aguscello, nella bassa ferrarese, ma in realtà è ancora viva. Un caso di morte apparente e la storia di questa donna porterà la protagonista del romanzo a indagare sulla malavita dell'Europa dell'Est e sulla borghesia di Ferrara". La Repubblica
"La ragazza che non c'era (Ponte alle Grazie) è il primo, travolgente noir di Cinzia Bomoll. L'ispettrice Nives Bonora, che ha quella marcia in più, tipica delle donne, nella comprensione dei sentimenti. La storia è ritmata, ricca di colpi di scena, amori e misteri. La scrittura creativa. Il finale apre a un sequel, dove approfondire personaggi sfaccettati e irrisolti che sembrano diventare i luoghi ombrosi che vivono". Famiglia Cristiana
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L'angelo custode | La ragazza che non c'era | La centenaria con la pistola | |
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Le nuove voci del giallo italiano e francese di Ponte alle Grazie | Un macabro ritrovamento, nel cuore del quartiere San Lorenzo, a Roma, sconvolge la tranquilla routine estiva della polizia. A risolvere il caso Woodstock, un detective scapestrato e impenitente, e l'inflessibile vicequestore Chiesa | La prima inchiesta di Nives Bonora, ispettrice coraggiosa e passionale. Il caso di una ragazza fantasma e una storia marcia, perversa, in cui la malavita dell'Europa dell'Est va a braccetto con la migliore borghesia di Ferrara | Un'anziana signora si è messa a far fuoco contro il vicino di casa, poi contro i poliziotti sopraggiunti. È così che l'ispettore André Ventura incontra la centoduenne Berthe Gavignol, cinque volte vedova, ancora dotata di buona mira |
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Il porto segreto | Quel che la marea nasconde | L'ultimo traghetto | La spiaggia degli affogati | Occhi d'acqua | L'ultima a morire | |
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Dalla Spagna all'Italia: i grandi gialli Ponte alle Grazie | Il ritrovamento del cadavere murato di un bambino causa un brivido in tutta la comunità, e subito si sussegue una serie di omicidi. Valentina Redondo compie un viaggio nel tempo fino alla Guerra civile e alle origini di un crimine terribile | A Valentina Redondo tocca affrontare il caso più complicato della sua carriera proprio mentre cerca di recuperare un equilibrio e un senso nella vita privata, segnata da un recente dramma. Si dovrà immergere nei più torbidi segreti dell'alta società | Leo Caldas si addentra nella vita della scomparsa, tra la Scuola di arti e mestieri dove lei insegna e il caratteristico villaggio di Tirán: un mondo antico e isolato, collegato alla grande città da un traghetto che lei prendeva quotidianamente... | Un mattino di ottobre, sulla spiaggia di Vigo, il mare restituisce il corpo di un uomo annegato. Non si tratta di una disgrazia: l'uomo ha le mani legate. Forse la causa è da cercare nei misteri che avvolgono un altro naufragio, vecchio di dieci anni | Il caso si rivela subito un rompicapo, e per risolverlo bisognerà entrare in un mondo intessuto di ombre, nella nebbia della notte, nel fumo dei locali notturni e dei jazz club di Vigo, in un gioco di specchi e doppi fondi | Esiste il crimine perfetto? Se lo chiede anche l'ispettrice Sara Robles, mentre indaga sulle tracce di una banda di rapinatori - un sicario della mafia russa, un clan gitano, e un falsario esperto dietro cui si profila una misteriosa eminenza grigia |
Dettagli prodotto
- Editore : Ponte alle Grazie; 2° edizione (11 ottobre 2022)
- Lingua : Italiano
- Paperback : 224 pagine
- ISBN-10 : 883331877X
- ISBN-13 : 978-8833318776
- Peso articolo : 280 g
- Dimensioni : 14 x 2 x 20.6 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 203,607 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Personaggio femminile molto forte, che lavora in un ambiente maschilista, circostanza che l'autrice ha il grande merito di non cavalcare furbescamente. In questa fase in cui basta essere uomo per essere colpevole di qualche irrimediabile ferita inferta all'altra metà del cielo, non è una cosa da poco.
Nel libro 'il caso' viene risolto...ma nel finale sembra aprirsene un altro. Evidentemente l'intenzione è quella di creare una serie...E Nives ti fa venire voglia di seguirla anche nelle sue prossime indagini. Miglior complimento non c'è.
Mi dicono “che bella età”.
Non ricordano più che ci si innaffia col fuoco?
Ci si inerpica su bugie recitate a sé stessi.
Si casca e si muore di scuse.
Come si schiaccia da sola la gola che vuole gridare aiuto.
Riprendetela questa età, ve la regalo.
Io non vedo l’ora che passi.
Nell'illusione che qualcosa di bello possa arrivare per forza.
Siamo solo una presa in giro, che affonda nell'incertezza
di ragazzi frastornati e arrabbiati.
E io sono talmente questi ragazzi.
Questa è una Nives giovane che esprime la fatica di crescere degli adolescenti come solo i ragazzi sanno fare. Vi è poi un altro breve scritto che racconta il dolore che Nives ha dentro:
Dicono che il dolore piano piano passa.
Non è vero.
Il dolore non passa, si trasforma e basta.
Prende altre forme, diventa qualcos'altro.
Può diventare il dolore di qualcun altro.
Spesso diventa il dolore di qualcun altro.
Io sono rimasta a ricordare a mio padre gli occhi di mia madre.
La storia è ambientata in una Ferrara spesso avvolta dalla nebbia e in cui l’umidità la fa da padrona. Per me, che sono nata e vivo nella bassa veronese, le atmosfere ricreate nel romanzo hanno un che di magico. La nebbia ti avvolge, ti nasconde, in un certo qual modo di protegge se la ami. Ma se non la conosci o non ti piace ecco che diventa sinonimo di freddo nelle ossa e di pericolo. Quindi quando andrete a leggere questo libro, dipenderà anche da quel che voi pensate della nebbia, il trovarvi a vostro agio o meno nel narrato.
Dopo aver conosciuto Nives con le sue fragilità, la sua mitica nonna che le sa leggere dentro e il suo burbero padre che a volte fa imbestialire e altre suscita tenerezza, perché anche lui non riesce a vincere la sua battaglia interiore, andremo a conoscere Brandi che non è solo il suo superiore, con il quale ha un rapporto molto altalenante. Poi il solito collega che ama fare il piacione e non ci sta a sentirsi dire di no e infine gli occhi dolcissimi di un ragazzo che sembrerebbe fuori dai giochi ma forse non è così. Ed è un ragazzo che ha in serbo molte sorprese. Poteva mancare la PM Baruffaldi con la quale Nives si sente in competizione, e non sul piano professionale? E questi sono solo i buoni.
Dall’altra parte c’è una ragazza con ambizioni di fantasma. Appare, scompare, muore, o forse no. È coinvolta in un brutto giro ma vuole uscirne disperatamente. Anche lei, come Nives, vorrebbe poter avere una vita tranquilla con i suoi affetti. Ma i tasselli da sistemare per completare un puzzle così idilliaco sono davvero tanti e sembra sempre mancarne uno. L’ispettrice Nives Bonora prova una immediata empatia per questa ragazza e, andando contro a molte regole, riuscirà ad aiutarla. Non è solo la mala dell’est, però, a comporre la squadra dei cattivi. Ci sono persone della Ferrara “bene”. Quelli di cui non si sospetterebbe mai. E la signora che vuole a tutti i costi salvare le apparenze affinché la gente non possa spettegolare. Questi ultimi personaggi sono quelli che davvero non riscuotono alcuna empatia, perché con il loro comportamento, si permettono di calpestare e usare le persone più fragili e umili come se fosse un loro diritto. E sono i personaggi più veri, quelli che sappiamo esistere attorno a noi, ma che non hanno caratteristiche fisiche, che ce li possano fare individuare come “diversi” e “cattivi”. Sono quelli, dunque, che fanno più paura. Almeno a me. Per fortuna, però, ci sono poliziotti che fanno il loro dovere, non si fermano alle apparenze e per i quali i delinquenti sono tutti uguali.
Non dimentichiamo il luogo attorno al quale ruota la vicenda: l’ex ospedale psichiatrico infantile di Aguscello, a poca strada da Ferrara, chiuso da circa quarant'anni. Un posto che mette i brividi per la sua storia. Gli abitanti del paese raccontano che quando era in attività il “manicomio” era gestito da suore che con la carità cristiana avevano ben poco da spartire. I bambini che vi erano ricoverati erano sottoposti a cure sperimentali che si avvicinavano molto alle torture e che spesso portavano alla morte dei piccoli pazienti. Una leggenda locale vuole che ci fosse addirittura una fossa comune pronta per accoglierli se le cose andavano male. Dopo la chiusura, negli anni settanta, il posto divenne teatro di messe nere, riti satanici e altri eventi legati all'occulto.
Immaginate dunque la scena del delitto all'interno di questa struttura fatiscente avvolta dalla nebbia. Vi è venuto un brividino? Molto bene allora preparatevi a leggere una storia molto accattivante e con un finale a dir poco sconvolgente che farà saltare in aria il puzzle tanto faticosamente giunto a pochi pezzi dalla fine. Questo fa dare abbastanza per scontato che ci sarà una nuova indagine dell’ispettrice Bonora.
Assegno quattro stelle belle piene per la storia ben scritta e ben editata, peccato per un paio di errori di stampa, e mezza stella solo per il finale che mi ha assolutamente spiazzata.
Buona lettura.

Mi dicono “che bella età”.
Non ricordano più che ci si innaffia col fuoco?
Ci si inerpica su bugie recitate a sé stessi.
Si casca e si muore di scuse.
Come si schiaccia da sola la gola che vuole gridare aiuto.
Riprendetela questa età, ve la regalo.
Io non vedo l’ora che passi.
Nell'illusione che qualcosa di bello possa arrivare per forza.
Siamo solo una presa in giro, che affonda nell'incertezza
di ragazzi frastornati e arrabbiati.
E io sono talmente questi ragazzi.
Questa è una Nives giovane che esprime la fatica di crescere degli adolescenti come solo i ragazzi sanno fare. Vi è poi un altro breve scritto che racconta il dolore che Nives ha dentro:
Dicono che il dolore piano piano passa.
Non è vero.
Il dolore non passa, si trasforma e basta.
Prende altre forme, diventa qualcos'altro.
Può diventare il dolore di qualcun altro.
Spesso diventa il dolore di qualcun altro.
Io sono rimasta a ricordare a mio padre gli occhi di mia madre.
La storia è ambientata in una Ferrara spesso avvolta dalla nebbia e in cui l’umidità la fa da padrona. Per me, che sono nata e vivo nella bassa veronese, le atmosfere ricreate nel romanzo hanno un che di magico. La nebbia ti avvolge, ti nasconde, in un certo qual modo di protegge se la ami. Ma se non la conosci o non ti piace ecco che diventa sinonimo di freddo nelle ossa e di pericolo. Quindi quando andrete a leggere questo libro, dipenderà anche da quel che voi pensate della nebbia, il trovarvi a vostro agio o meno nel narrato.
Dopo aver conosciuto Nives con le sue fragilità, la sua mitica nonna che le sa leggere dentro e il suo burbero padre che a volte fa imbestialire e altre suscita tenerezza, perché anche lui non riesce a vincere la sua battaglia interiore, andremo a conoscere Brandi che non è solo il suo superiore, con il quale ha un rapporto molto altalenante. Poi il solito collega che ama fare il piacione e non ci sta a sentirsi dire di no e infine gli occhi dolcissimi di un ragazzo che sembrerebbe fuori dai giochi ma forse non è così. Ed è un ragazzo che ha in serbo molte sorprese. Poteva mancare la PM Baruffaldi con la quale Nives si sente in competizione, e non sul piano professionale? E questi sono solo i buoni.
Dall’altra parte c’è una ragazza con ambizioni di fantasma. Appare, scompare, muore, o forse no. È coinvolta in un brutto giro ma vuole uscirne disperatamente. Anche lei, come Nives, vorrebbe poter avere una vita tranquilla con i suoi affetti. Ma i tasselli da sistemare per completare un puzzle così idilliaco sono davvero tanti e sembra sempre mancarne uno. L’ispettrice Nives Bonora prova una immediata empatia per questa ragazza e, andando contro a molte regole, riuscirà ad aiutarla. Non è solo la mala dell’est, però, a comporre la squadra dei cattivi. Ci sono persone della Ferrara “bene”. Quelli di cui non si sospetterebbe mai. E la signora che vuole a tutti i costi salvare le apparenze affinché la gente non possa spettegolare. Questi ultimi personaggi sono quelli che davvero non riscuotono alcuna empatia, perché con il loro comportamento, si permettono di calpestare e usare le persone più fragili e umili come se fosse un loro diritto. E sono i personaggi più veri, quelli che sappiamo esistere attorno a noi, ma che non hanno caratteristiche fisiche, che ce li possano fare individuare come “diversi” e “cattivi”. Sono quelli, dunque, che fanno più paura. Almeno a me. Per fortuna, però, ci sono poliziotti che fanno il loro dovere, non si fermano alle apparenze e per i quali i delinquenti sono tutti uguali.
Non dimentichiamo il luogo attorno al quale ruota la vicenda: l’ex ospedale psichiatrico infantile di Aguscello, a poca strada da Ferrara, chiuso da circa quarant'anni. Un posto che mette i brividi per la sua storia. Gli abitanti del paese raccontano che quando era in attività il “manicomio” era gestito da suore che con la carità cristiana avevano ben poco da spartire. I bambini che vi erano ricoverati erano sottoposti a cure sperimentali che si avvicinavano molto alle torture e che spesso portavano alla morte dei piccoli pazienti. Una leggenda locale vuole che ci fosse addirittura una fossa comune pronta per accoglierli se le cose andavano male. Dopo la chiusura, negli anni settanta, il posto divenne teatro di messe nere, riti satanici e altri eventi legati all'occulto.
Immaginate dunque la scena del delitto all'interno di questa struttura fatiscente avvolta dalla nebbia. Vi è venuto un brividino? Molto bene allora preparatevi a leggere una storia molto accattivante e con un finale a dir poco sconvolgente che farà saltare in aria il puzzle tanto faticosamente giunto a pochi pezzi dalla fine. Questo fa dare abbastanza per scontato che ci sarà una nuova indagine dell’ispettrice Bonora.
Assegno quattro stelle belle piene per la storia ben scritta e ben editata, peccato per un paio di errori di stampa, e mezza stella solo per il finale che mi ha assolutamente spiazzata.
Buona lettura.

L’autrice Cinzia Bomoll fa il suo esordio nel giallo con il romanzo La ragazza che non c’era uscito per la casa editrice Ponte alle Grazie.
Protagonista è l’ispettrice Nives Bonora, una ragazza coraggiosa, ribelle, che non riesce a nascondere le sue fragilità emotive. Tanti personaggi ruotano intorno a lei, suo padre, un ex carabiniere in pensione con il quale ha un rapporto spigoloso, al contrario delizioso, pieno di premure e tenerezza quello con sua nonna Argenta che per lei è come una mamma. Poi ci sono i suoi colleghi di lavoro: il bel tenebroso commissario Brandi, con il quale non mancano i continui conflitti, pur essendo il suo amante e la PM la dottoressa Baruffaldi che spicca per la sua classe e raffinatezza e che ha avuto in passato una relazione proprio con Brandi. Nella figura della dottoressa Nives troverà una rivale agguerrita. Insomma nel commissariato non si respira un clima sereno e le divergenze tra i colleghi sembrano essere all’ordine del giorno, ma tutto questo non impedisce agli inquirenti di indagare sulla morte di una ragazza uccisa per overdose.
Il corpo viene portato per l’autopsia, ma improvvisamente sparisce nel nulla. Ma siamo per caso in un giallo o in una storia di fantasmi?
La ragazza è stata vista uscire e scappare via, un raro caso di morte apparente, il mistero sulla sua improvvisa sparizione sembra infittirsi.
Mille interrogativi sorgono spontanei. Da cosa scappa la ragazza sconosciuta? Come mai le sono stati trovati dei documenti falsi? Chi è il protettore slavo che le dà la caccia? Cosa lega la ragazza sconosciuta a Roberto Mantovani, un ginecologo che è stato trovato morto nel suo studio?
Per poter dare delle risposte concrete a tutte queste domande bisognerà catapultarsi nella lettura di questo giallo scritto con maestria dall’autrice.
Cinzia Bomoll è riuscita a catalizzare l’attenzione del lettore su tutti i personaggi della storia in maniera ineccepibile, la consequenzialità delle scene ce le fa vivere come se fossimo in un set cinematografico, una peculiarità fondamentale nello sviluppo di una trama che spicca per la sua solidità e per il suo intreccio narrativo tipico del romanzo giallo.
Ci si affeziona a Nives Bonora, personaggio che risulta empatico, la sua perfezione sta proprio nella sua imperfezione, (per usare un ossimoro) la sua sofferenza e il suo risentimento traspare e necessita del suo desiderio di rivalsa nei confronti proprio della vita e di quel che le è stato negato che appartiene a un passato che non ritornerà mai più.
Nives va anche alla ricerca di quel rapporto umano capace di lenire le sue sofferenze, quando non lo trova esplodono la sua rabbia e frustrazione.
Un lavoro di cesello da parte dell’autrice, incastri giusti per una trama ben strutturata rendono La ragazza che non c’era un romanzo di ottima fattura.
Il finale sarà al cardiopalma e lascia presagire un sequel che non tarderà ad arrivare, ma lasciamo ai lettori immergersi in una storia dal ritmo avvolgente, proprio come la nebbia che copre Ferrara che ha qualcosa di magico, soprattutto quando attraversa la città e la lascia lì sospesa in quell’alone di mistero e di fascino.

Recensito in Italia il 23 febbraio 2023
L’autrice Cinzia Bomoll fa il suo esordio nel giallo con il romanzo La ragazza che non c’era uscito per la casa editrice Ponte alle Grazie.
Protagonista è l’ispettrice Nives Bonora, una ragazza coraggiosa, ribelle, che non riesce a nascondere le sue fragilità emotive. Tanti personaggi ruotano intorno a lei, suo padre, un ex carabiniere in pensione con il quale ha un rapporto spigoloso, al contrario delizioso, pieno di premure e tenerezza quello con sua nonna Argenta che per lei è come una mamma. Poi ci sono i suoi colleghi di lavoro: il bel tenebroso commissario Brandi, con il quale non mancano i continui conflitti, pur essendo il suo amante e la PM la dottoressa Baruffaldi che spicca per la sua classe e raffinatezza e che ha avuto in passato una relazione proprio con Brandi. Nella figura della dottoressa Nives troverà una rivale agguerrita. Insomma nel commissariato non si respira un clima sereno e le divergenze tra i colleghi sembrano essere all’ordine del giorno, ma tutto questo non impedisce agli inquirenti di indagare sulla morte di una ragazza uccisa per overdose.
Il corpo viene portato per l’autopsia, ma improvvisamente sparisce nel nulla. Ma siamo per caso in un giallo o in una storia di fantasmi?
La ragazza è stata vista uscire e scappare via, un raro caso di morte apparente, il mistero sulla sua improvvisa sparizione sembra infittirsi.
Mille interrogativi sorgono spontanei. Da cosa scappa la ragazza sconosciuta? Come mai le sono stati trovati dei documenti falsi? Chi è il protettore slavo che le dà la caccia? Cosa lega la ragazza sconosciuta a Roberto Mantovani, un ginecologo che è stato trovato morto nel suo studio?
Per poter dare delle risposte concrete a tutte queste domande bisognerà catapultarsi nella lettura di questo giallo scritto con maestria dall’autrice.
Cinzia Bomoll è riuscita a catalizzare l’attenzione del lettore su tutti i personaggi della storia in maniera ineccepibile, la consequenzialità delle scene ce le fa vivere come se fossimo in un set cinematografico, una peculiarità fondamentale nello sviluppo di una trama che spicca per la sua solidità e per il suo intreccio narrativo tipico del romanzo giallo.
Ci si affeziona a Nives Bonora, personaggio che risulta empatico, la sua perfezione sta proprio nella sua imperfezione, (per usare un ossimoro) la sua sofferenza e il suo risentimento traspare e necessita del suo desiderio di rivalsa nei confronti proprio della vita e di quel che le è stato negato che appartiene a un passato che non ritornerà mai più.
Nives va anche alla ricerca di quel rapporto umano capace di lenire le sue sofferenze, quando non lo trova esplodono la sua rabbia e frustrazione.
Un lavoro di cesello da parte dell’autrice, incastri giusti per una trama ben strutturata rendono La ragazza che non c’era un romanzo di ottima fattura.
Il finale sarà al cardiopalma e lascia presagire un sequel che non tarderà ad arrivare, ma lasciamo ai lettori immergersi in una storia dal ritmo avvolgente, proprio come la nebbia che copre Ferrara che ha qualcosa di magico, soprattutto quando attraversa la città e la lascia lì sospesa in quell’alone di mistero e di fascino.
