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L'odore dell'India-Passeggiatina ad Ajanta-Lettera da Benares Copertina flessibile – 15 gennaio 2015
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- ISBN-108811688388
- ISBN-13978-8811688389
- Edizione9°
- EditoreGarzanti
- Data di pubblicazione15 gennaio 2015
- LinguaItaliano
- Dimensioni13.5 x 1.2 x 20.8 cm
- Lunghezza stampa144 pagine
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Dettagli prodotto
- Editore : Garzanti; 9° edizione (15 gennaio 2015)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 144 pagine
- ISBN-10 : 8811688388
- ISBN-13 : 978-8811688389
- Peso articolo : 280 g
- Dimensioni : 13.5 x 1.2 x 20.8 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 28,077 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 158 in Letteratura di viaggio (Libri)
- n. 377 in Antologie (Libri)
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Purtroppo non ci sono foto a corredo, solo due “ritagli” di giornale con i suoi articoli pubblicati, ovvero il resoconto di questo viaggio fatto con Alberto Moravia ed Elsa Morante nel 1961 e raccolti poi in questo libro. Il linguaggio usato è l’italiano degli anni ’60, molte parole sono oggi in disuso e di alcune non conoscevo nemmeno il significato. Alcuni termini poi sono cambiati e sono stati adattati alla lingua odierna, che cambia, come tutte le cose, per esempio: “ricsò” con chiaro riferimento al risciò, il mezzo più comune dell’India coloniale e post-coloniale, un carretto a due ruote trainato da un uomo, anziché da un animale. Oggi ci sono i tuk tuk (Ape car gialli). E poi c’è un errore. Ma lui non poteva saperlo. Scrive “l’ingam” con l’apostrofo, la parola corretta è “lingam” tutto attaccato (p.41).
È un oggetto religioso legato alla figura del dio Shiva, molto venerato dagli indù. Anche alcuni nomi di persone che ha conosciuto mi fanno pensare ad una trascrizione così come lui li aveva uditi, più vicini alla pronuncia che non, a come si scrivono veramente. Dettagli, ma che fanno pensare, inducono a fare delle ricerche. Le mie non sono letture distratte. L’India che emerge dalle parole di Pasolini è l’India di tutti quelli che ci mettono piede la prima volta. Le cose che elenca sono le stesse che impressionano i visitatori novelli: il caldo insopportabile, il traffico allucinante, lo strombazzare dei clacson senza apparente motivo, le vacche sdraiate in mezzo alla strada, le scimmie che si rincorrono, mendicanti, storpi, derelitti. E poi i bambini, tanti bambini: scalzi, mezzi nudi o con gli occhi cerchiati da chili di kajal nerissimo.
Pasolini davanti a tutto questo è sconcertato. Le fogne a cielo aperto, gli incensi fumanti nei templi, gli escrementi di animali, la frutta al mercato, la spazzatura ovunque, gli abiti sudici di alcuni uomini, i sari impeccabili delle donne. Ecco tutto questo è…l’odore dell’India.

Purtroppo non ci sono foto a corredo, solo due “ritagli” di giornale con i suoi articoli pubblicati, ovvero il resoconto di questo viaggio fatto con Alberto Moravia ed Elsa Morante nel 1961 e raccolti poi in questo libro. Il linguaggio usato è l’italiano degli anni ’60, molte parole sono oggi in disuso e di alcune non conoscevo nemmeno il significato. Alcuni termini poi sono cambiati e sono stati adattati alla lingua odierna, che cambia, come tutte le cose, per esempio: “ricsò” con chiaro riferimento al risciò, il mezzo più comune dell’India coloniale e post-coloniale, un carretto a due ruote trainato da un uomo, anziché da un animale. Oggi ci sono i tuk tuk (Ape car gialli). E poi c’è un errore. Ma lui non poteva saperlo. Scrive “l’ingam” con l’apostrofo, la parola corretta è “lingam” tutto attaccato (p.41).
È un oggetto religioso legato alla figura del dio Shiva, molto venerato dagli indù. Anche alcuni nomi di persone che ha conosciuto mi fanno pensare ad una trascrizione così come lui li aveva uditi, più vicini alla pronuncia che non, a come si scrivono veramente. Dettagli, ma che fanno pensare, inducono a fare delle ricerche. Le mie non sono letture distratte. L’India che emerge dalle parole di Pasolini è l’India di tutti quelli che ci mettono piede la prima volta. Le cose che elenca sono le stesse che impressionano i visitatori novelli: il caldo insopportabile, il traffico allucinante, lo strombazzare dei clacson senza apparente motivo, le vacche sdraiate in mezzo alla strada, le scimmie che si rincorrono, mendicanti, storpi, derelitti. E poi i bambini, tanti bambini: scalzi, mezzi nudi o con gli occhi cerchiati da chili di kajal nerissimo.
Pasolini davanti a tutto questo è sconcertato. Le fogne a cielo aperto, gli incensi fumanti nei templi, gli escrementi di animali, la frutta al mercato, la spazzatura ovunque, gli abiti sudici di alcuni uomini, i sari impeccabili delle donne. Ecco tutto questo è…l’odore dell’India.

📜 Descrizione: Se siete divoratori di libri come me, leggerete queste 135 pagine in pochi giorni, se, invece, volete apprezzarne la storia dividetevele su più giornate, perché si leggono veramente molto in fretta. Ho scelto questo libro perché amo l’India e conoscere il punto di vista di Pasolini non poteva mancarmi. Purtroppo non ci sono foto a corredo, solo due “ritagli” di giornale con i suoi articoli pubblicati, ovvero il resoconto di questo viaggio fatto con Alberto Moravia ed Elsa Morante nel 1961 e raccolti poi in questo libro. Il linguaggio usato è l’italiano degli anni ’60, molte parole sono oggi in disuso e di alcune non conoscevo nemmeno il significato. Alcuni termini poi sono cambiati e sono stati adattati alla lingua odierna, che cambia, come tutte le cose, per esempio: “ricsò” con chiaro riferimento al risciò, il mezzo più comune dell’India coloniale e post-coloniale, un carretto a due ruote trainato da un uomo, anziché da un animale.
🛃 Conclusioni: È stata un’emozione viaggiare al suo fianco attraverso le pagine di questo libro.
🚚 Spedizione ottima, gestita da Amazon con rapidità e puntualità: arrivo preciso e pacco ottimamente imballato. Il libro era in ottime condizioni e non presentava pieghe o difetti. La copertina è di buona fattura e anche i fogli sono di qualità
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