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A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l'Italia Copertina flessibile – 19 aprile 2022
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa288 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreMondadori
- Data di pubblicazione19 aprile 2022
- Dimensioni14.1 x 2.3 x 20.7 cm
- ISBN-108804736321
- ISBN-13978-8804736325
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Dettagli prodotto
- Editore : Mondadori (19 aprile 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 288 pagine
- ISBN-10 : 8804736321
- ISBN-13 : 978-8804736325
- Peso articolo : 370 g
- Dimensioni : 14.1 x 2.3 x 20.7 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 1,577 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 2 in Critica letteraria italiana
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Per scoprirne le origini bisogna risalire nei secoli fino a settecento anni or sono e incontrare un poeta fiorentino senza uguali (Dante Alighieri) capace di spalancare le porte del Paradiso (italico e non solo) con un’opera immortale (La Divina Commedia) dopo averlo meritato lui stesso attraversando prima l’Inferno e il Purgatorio per rinascere nel cuore del suo cuore fino a esserne degno.
Il vero giornalista inviato speciale si muove con gli occhi bene aperti e ascolta a orecchie dritte per impadronirsi a fondo della realtà che deve riferire fedelmente ai lettori. E per riuscirci deve mettere la sordina alle proprie ubbie ideologiche. A volte questa fedeltà può costare parecchio, anche la vita. Ma chi ha il giornalismo nel sangue non le resiste.
Aldo Cazzullo è un campione del giornalismo che si è assegnato un’inchiesta dentro il poema italico per eccellenza alla scoperta del suo (nostro) amore per l’Italia. E per indagare sulla sua (nostra) Italianità, egli non poteva che risalirne la storia di sette secoli fino a osservarla da vicino nell’opera fondamentale di quel poeta fiorentino senza uguali che ci ha donato lingua e coscienza della nostra identità nazionale.
Identità oggi problematica, straziata com’è ancora dal dramma catastrofico del primo Novecento che ha visto l’Italia, di secolare consistenza culturale ma politicamente imberbe come Stato unitario, salire prima da protagonista sul proscenio del mondo per poi precipitare, nel giro di soli vent’anni, soccombendo nel proprio sangue aggredita da una violenza straniera disumana e annientatrice, invasa, stuprata, massacrata orrendamente (anche incistandole una lotta fratricida senza quartiere per uno scopo rivoluzionario irrealizzabile), conquistata infine dagli invasori e da costoro assoggettata concedendole la ripresa del benessere materiale ma sradicandola dal solco naturale del suo divenire storico autonomo e libero da soggezioni straniere.
Un’Italia costretta ancora oggi istituzionalmente a una cesura innaturale nel proprio passato prossimo e pertanto incapace di ritrovare in se stessa la forza morale necessaria per affermare la propria dignità reggendo il peso di tutti i suoi trascorsi storici, senza nulla dover rinnegare pregiudizialmente in ossequio ai suoi ultimi conquistatori e alla loro esigenza di legittimare a priori quanto ci hanno inflitto e senza nulla voler restaurare in spregio alla ragione.
Cazzullo ha affrontato l’impresa senza sottrarsi ai pericoli, compreso il più insidioso: attualizzare il racconto del passato italico con puntuali richiami al presente ovvero correndo il rischio di declassare la sua buona intenzione a una “missione impossibile” perché è noto che egli nega ideologicamente la realtà storica appena descritta per attenersi alla narrazione istituzionale di comodo, “politicamente corretta”, che impone la negazione dell’evidenza storiografica affermando il contrario (l’Italia “liberata” e “riscattata” 75 anni or sono grazie alla sua sconfitta, etc. etc.) e separando pertanto, ancora e nel profondo, le coscienze degli Italiani.
Ma l’autore è un asso del giornalismo ed è riuscito a tenere a bada le proprie pulsioni ideologiche dando al suo racconto un respiro profondamente italiano unificante e non partigiano divisivo (le sbavature rilevate sono solo due, microscopiche e ininfluenti).
Così l’inviato speciale alle radici dell’Italianità ha fatto centro in pieno realizzando un’inchiesta lunga un libro dove si trasforma la poesia altissima di Dante in avvincente prosa contemporanea: un piccolo capolavoro di informazione partecipata, incalzante, coinvolgente, fedele, comprensibile a chiunque. Una dichiarazione d’amore all’Italia da leggere e da consigliare. Un libro fuori dal comune che sa farsi delibare in un unico, lungo sorso per non staccarsi dal suo buon gusto nemmeno un istante.
Premetto di non essere un'appassionata di Dante, di non amare l'idea di partenza di questa spartizione tra buoni e cattivi, arbitraria e personalissima, ma devo ammettere la genialità di molti passaggi e la poesia pervasiva delle immagini. E poi Cazzullo ce la racconta proprio bene, questa Commedia e, prendendo spunto dai tanti richiami all'Italia (idea all'epoca ancora fumosa ai più), ce la fa leggere come fosse una guida turistica medioevale. Così ci parla anche della storia e della geografia delle terre toccate da Dante nel suo racconto.
Ho scoperto che, ai tempi suoi, il Po bagnava Ravenna e che il concetto geografico di "Lombardia" comprendeva anche il Veneto e il nord Italia in generale. Ho imparato che Paolo Malatesta, quello di "Paolo e Francesca" era stato Capitano del Popolo a Firenze poco prima di incappare nell'ira funesta del fratello e che perciò i fiorentini (e pure il 18enne Dante) erano rimasti molto colpiti dal suo assassinio.
Ma Cazzullo riesce anche a ricordarci la triste vicenda del poeta Dino Campana, brevemente ma intensamente amato da Sibilla Aleramo, morto nel 1917 cercando di fuggire dal manicomio in cui era stato rinchiuso e la cui arte è stata riconosciuta troppo tardi. Cosa c'entra con Dante? C'entra, c'entra ma bisogna leggere questo libro "psichedelico" per capirlo e lasciarsi guidare con fiducia dall'autore che ci regala spunti infiniti per viaggi fisici e intellettuali.
E in questo momento in cui si chiudono le scuole, i musei, i teatri e i cinema per aprire discoteche e, chissà, funivie e ovovie per il diletto degli sportivi, quale conclusione migliore di questa frase vera e eterna?
CONSIDERATE LA VOSTRA SEMENZA/FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI/MA PER SEGUIR VIRTUTE E CANOSCENZA.
Ecco, appunto.
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Recensito in Brasile il 16 ottobre 2021