Com'è stato possibile che centinaia di migliaia di italiani abbiano incredibilmente creduto, fino ad oggi, al bluff di vasta parte del nostalgismo borbonico? È quello vi chiederete dopo aver letto questo libro controcorrente, unico nel suo genere, in cui per la prima volta viene smontata, pezzo per pezzo, con maniacale cura, facendo leva su diverse centinaia di fonti, alcune delle quali poco note o inedite, la marea antirisorgimentale contro l'unità nazionale. Il più bravo e seguito storico italiano, Alessandro Barbero, scrivendo all'autore ha qualificato questo volume come un "grosso e utile lavoro". Con taglio talvolta anche satirico e ironico, sempre volutamente accessibile a tutti, ma rigorosamente scientifico, vengono smentite più di 100 balle: dalle decine di primati (farlocchi) del Regno delle Due Sicilie, alla menzogna per cui tutte le industrie e banche meridionali furono fatte chiudere, o fallire, dal neonato Regno d'Italia; dall' imbroglio del Regno delle Due Sicilie terza potenza mondiale, al fantasioso lager di Fenestrelle; dalla bufala dei plebisciti taroccati, alla fake news del Garibaldi ladro, schiavista, uxoricida e dall'orecchio reciso; dalla frottola del criminologo Lombroso antimeridionalista, al mito delle mafie e del brigantaggio nati solo nel 1861; dalla panzana dell'emigrazione di massa dei meridionali immediatamente dopo l'Unità d'Italia, alla favoletta della corruzione dei generali borbonici; dall'inganno delle cosiddette stragi di Bronte, Casalduni e Pontelandolfo, alla bufala dell'aiuto inglese ai Mille nella liberazione del Mezzogiorno; dalla storiella per cui i Savoia avrebbero pianificato l'Unità per ripianare il debito del loro Stato in bancarotta, alla fandonia per cui anche Cavour, Cialdini e gli altri Eroi sarebbero stati invece dei criminali; dalle frasi manipolate, tagliate, erroneamente attribuite o totalmente inventate di Cialdini, Bixio, e Garibaldi, ma successivamente persino di Gramsci, ai veri e propri fotomontaggi per screditare l'Italia unita; dal mantra della cosiddetta piemontesizzazione dopo l'unificazione,alla bugia per cui tutta la base dei cattolici fu avversa al Risorgimento; dalla leggenda metropolitana dei briganti, cosiddetti eroi sterminati perché meridionali, al mito di un Reame borbonico ricco, socialmente avanzato e depredato delle sue presunte ricchezze. Una parte è dedicata a tutti gli altri Stati assoluti preunitari guardati oggi, con nostalgia, dalle varie leghe, ma allora impietosi strumenti di oppressione sociale, civile e fiscale dei rispettivi sudditi italiani. Tra le altre rivelazioni viene mostrato, per la prima volta, il vero volto, spesso nascosto nei libri scolastici, dei dittatori del Regno delle Due Sicilie che, con le loro consorti, non mancavano di appellare gli stessi sudditi meridionali, come “africani”, “ingrati e traditori”, “ripugnanti” e “selvaggi”.
