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Politico, matematico e drammaturgo spagnolo José Echegaray y Eizaguirre fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1904 insieme al poeta provenzale Frédéric Mistral. Fu innovatore, capace di portare in teatro persino la dinamite in un’esplosione controllata. Scopriamo la sua storia.

Il 12 settembre 1966 era un lunedì, ce lo racconta Giuseppe Ungaretti nella poesia omonima, incendiata di passione, dedicata a colei che fu il suo ultimo amore: la ventiseienne Bruna Bianco. Scopriamo quale storia si nasconde dietro la più bella poesia d’amore di Ungaretti.

La Divina Commedia di Dante Alighieri può essere letta in molti modi, anche come un atto di accusa morale dell’autore nei confronti dei suoi contemporanei. Il principio che governa la logica dell’Inferno è infatti la Legge del contrappasso, una forma di giustizia punitiva. Vediamone significato ed esempi.

Il fiume diventa simbolo nella poesia di Paul Celan. L’elemento naturale si trasfigura per congiungere due immagini in sé inconciliabili: la memoria e il futuro. I fiumi a nord est del futuro rappresentano la purificazione operata dal tempo. Vediamone testo, analisi e significato.

Si ritorna tra i banchi di scuola, suona la campanella per studenti e insegnanti. Il maestro della “grammatica della fantasia” trova le parole giuste per augurare buon rientro a tutti. Ma in realtà quella celebrata nella filastrocca da Gianni Rodari è la scuola della vita di cui siamo tutti, nessuno escluso, intrepidi apprendisti.

Nella sua poesia civile dedicata all’11 settembre, Mario Luzi rilegge la storia e trasforma il simbolismo delle Torri Gemelle, le mitiche Twin Towers, in un monito per un mondo senza guerre. E pone a suggello un’unica, imprescindibile, parola che suona, ancora oggi, come un richiamo: Pace.

“La canzone di Marinella”, cantata da Mina nel 1967, è il brano che portò al successo Fabrizio De André, prima di allora un semisconosciuto cantautore genovese relegato all’ambiente della musica colta. Il testo può essere considerato a tutti gli effetti poesia, anche a causa della sovrabbondanza di figure retoriche. Fu ispirato da un fatto di cronaca realmente accaduto, scopriamo quale.

Nell’anniversario della nascita di Cesare Pavese ricordiamo il tormentato scrittore delle Langhe attraverso uno dei suoi testi poetici giovanili più sofferti: “O ballerina, ballerina bruna”, scritto nel 1925, e dedicato allo straziante ricordo del primo amore. Chi era la ballerina bruna di Pavese? Vediamo testo, analisi e commento.

Il titolo originale è “Anthem for Doomed Youth”, si tratta di una sorta di requiem, una poesia tributo ai soldati morti in nome della patria, scritta dal poeta di guerra inglese Wilfred Owen. Una lirica incisiva, che denuncia l’inutilità e l’efferatezza della guerra attraverso la metafora di un funerale: gli spari e le granate vengono paragonati alle campane suonate a lutto, i riti funebri vengono professati ogni giorno sul campo di battaglia, quando un soldato esala l’ultimo respiro.

Appare come una poesia testamento, eppure è un’opera del primo Montale, contenuta nella raccolta “Ossi di seppia” (1925) in cui il giovane autore intesseva il racconto inequivocabile del proprio “male di vivere” divenuto in seguito oggetto di una splendida poetica dell’inappartenenza. Vediamone testo e analisi e analogie e differenze tra il primo e l’ultimo Montale.