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LA PIENA. Blackwater I [Edizione italiana] Copertina flessibile – 17 gennaio 2023
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa256 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreBEAT
- Data di pubblicazione17 gennaio 2023
- Dimensioni16.5 x 1.7 x 10.8 cm
- ISBN-13979-1255020387
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Prezzo | 9,40 €€9,40 | 9,40 €€9,40 | 9,40 €€9,40 | 9,40 €€9,40 | 9,40 €€9,40 | 9,40 €€9,40 |
La saga di Blackwater | La saga di Blackwater 1 LA PIENA annuncia l'arrivo di un visitatore che cambierà per sempre la famiglia Caskey e la città... | La saga di Blackwater 2 La costruzione de LA DIGA si rivela un vano tentativo di controllare un potere orribile che non potrà mai essere contenuto... | La saga di Blackwater 3 L A CASA nasconde terribili segreti che si sussurrano in stanze chiuse e si scarabocchiano alle porte sbarrate... | La saga di Blackwater 4 LA GUERRA rivela segreti di famiglia più devastanti di qualsiasi cosa Perdido abbia mai sognato… | La saga di Blackwater 5 LA FORTUNA porta felicità, potere e un orrore ancora più grande... | La saga di Blackwater 6 Il giorno del giudizio arriva con la PIOGGIA implacabile e furiosa. |
Descrizione prodotto
L'autore
Dettagli prodotto
- ASIN : B0BGMK9M6Q
- Editore : BEAT (17 gennaio 2023)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 256 pagine
- ISBN-13 : 979-1255020387
- Peso articolo : 150 g
- Dimensioni : 16.5 x 1.7 x 10.8 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 10.446 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 149 in Dark fantasy
- Recensioni dei clienti:
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Insomma, comincio a leggere questo libro con un molti/troppi preconcetti che sono bastate sei o sette pagine per cancellarli. Il fatto che, come avevo letto, Stephen King, scrittore a mio avviso piuttosto sottovalutato, elogiasse McDowell è sicuramente corretto: siamo sullo stesso stile. Una scrittura semplice, "popolare" vien da dire, ma senza essere semplicistica. Utilizza la lingua per non deviare dalla narrazione però che stile! Due esempi: quando Oscar e Bray trovano Elinor la scena è tratteggiata velocemente ma vi fa venire la pelle d'oca per le sfumature. Il modo in cui l'autore riesce a creare con poche parole quella di Elinor una vera materializzazione e senza dirlo vi fa battere di colpo il cuore. Bray, quando rientra per cercare le valigie della misteriosa donna e trova una camera completamente differente da quella che aveva visto Oscar, ecco qui si crea alla perfezione quel "perturbante" di cui parlava Freud, un orrore che non è palese né visibile, una paura che non è razionale e quasi "non dovrebbe esistere", un tremore causato senza giustificazione quasi da qualcosa che dentro di noi sappiamo essere; perché McDowell NON scrive che la camera è differente, bensì emerge dal parlottare di Bray tra sé. Per non parlare della decina di righe dedicate alla morte di Buster, così violenta, dolorosa e inutile ma inevitabile, con quella cosa dura che gli preme su bocca e naso mentre le sue ossa vengono spezzate una ad una... Spietato e brutale. Elinor è una figura strana, è lei il vero perturbante : non si capisce cosa voglia, perché è arrivata, chi o cosa sia, dove voglia arrivare, e allo stesso tempo non si sforza troppo di celare il suo mistero. I gioielli di Genevieve li fa arrivare dal nulla davanti a Mary-Love e Sister, la notte del battesimo di Francis non nasconde le sue impronte che al mattino Zaddie vede, fa apertamente il bagno nel Perdido nuotando contro una corrente impetuosa, non finge stanchezza o fame o sete dopo il suo ritrovamento. È una figura che inquieta di per sé, per ciò che è ma soprattutto per come si comporta, come parla, e soprattutto - e qui il suo essere "perturbante" diventa a tutti gli effetti freudiano - pare essere prima di subconscio: non ha dubbi, titubanze, indecisioni, senza tuttavia poter dire che sia priva di sentimenti.
Veramente complimenti e questo scrittore scomparso troppo in fretta e che, sfortunamente, per giustificarne la bravura narrativa viene citato come produttore di film, mentre dovrebbe essere il contrario.
Riesce a scrivere senza fronzoli con un pulitissimo stile gotico che pare vissuto in realtà agli inizi del secolo. Bravo. Non c'è quell'approfondimento psicologico ed esistenziale tipico dei classici della letteratura volti a un'indagine dell'umanità, ma i singoli protagonisti (e comparse) sono comunque delineati bene, con personalità costrutte, sistemi di credenze, abitudini, passioni, difetti, a volte velate a volte esplicite ma sempre esplicitate nel momento in cui emergono all'azione, una visione probabilmente più teatrale che letteraria ma con un effetto valido ed efficace. I dialoghi non sono frequenti, la storia è retta dallo scorrere del tempo e delle vite e vicende perché, del resto, questo costituisce la percezione dello scorrere del tempo.
Per non parlare della magnifica edizione Neri Pozza, una di quelle cose da esporre in libreria tant'è che nonostante vi fosse in ebook, ho preferito spendere 50 euro per averla cartacea, nonché per poterla leggere alla luce fioca e angosciante della lampada da lettura.
Questo è uno di quei libri che, una volta conclusi, ti lasciano un po' di tristezza, come quando ti trasferisci e abbandoni gli amici con cui hai vissuto tante cose. E chiamiamolo LIBRO, con buona pace di McDowell che ne ha sempre voluto una pubblicazione in sei volumi, e qua però casca l'asino o meglio si inciampa perché evidenzia l'unica possibile critica ma che non inficia più di tanto l'opera: sinceramente in un tomo unico l'avrei preferito e reputo avrebbe più senso, perché ogni volume costituisce non un'opera a sé ma un capitolo, o li leggete tutti o nessuno, quindi tanto vale; la divisione diventa pura questione economica e niente di più, vendere sei libri è più remunerativo. Oggi, con tutta quella mania delle serie TV - ma il libro è più vecchio -, incontrerà i favori del pubblico che però, perlomeno in Italia, non è lettore quindi cadiamo in un circolo vizioso. Avrei preferito meno inserimento di vicende laterali o collaterali che servono a creare questo effetto "a puntate" ed avere invece un romanzo unitario; capisco tuttavia che reggere la tensione di scrivere un libro così grande richiede capacità e forse McDowell non volle rischiare di fallire dunque, sotto questo aspetto, ha fatto bene perché quest'opera riesce ad essere comunque una epica saga famigliare e generazionale all'interno dell'America rurale prima e industriale poi, prima che un racconto gotico dell'orrore. In volumi separati l'unitario scorrere del tempo si spezzetta a favore di isolate vicende che formano un unicum a se stante, lasciandoci in questo modo livelli di tensione che iniziano e finiscono mentre la domanda "Chi è e che ne sarà di Elinor" rimane troppo predominante; la struttura a romanzo avrebbe invece permesso di avere uno sviluppo continuo della saga, il dilemma Elinor sarebbe stato un elemento sottomesso allo scorrere del tempo e l'epopea sarebbe stata la spina dorsale unitaria all'interno di un continuo avanzare generazionale che si sarebbe identificato con una continua perdita, mentre qui le perdite sono spezzettate e perdono carattere di universalità, diventano eventi e non concetti. La divisione in sei volumi è quindi una mancanza non solo pratica, ma anche stilistica, che però viene ben gestita da McDowell.
Resta comunque un'opera più che consigliata e non solo agli amanti dell'horror, perché NON è un'opera horror.
Infine, rispetto a King, McDowell i finali li sa scrivere e pure molto bene.
Primo volume, narra l'apparizione della terribile Elinor a seguito della piena e il suo ingresso nella famiglia Caskey, fino al matrimonio con Oscar e la guerra con Mary Love che si conclude con lo scambio: una casa, per una nipote. McDowell riesce a contornare Elinor di un'aura malvagia con una maestria unica, avrete di continuo davanti agli occhi la sua bella figura perennemente sorridente. Questo primo volume è un inizio col botto.
Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente.
Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey
“Blackwater, La piena” è una piacevole lettura dalle molte tematiche, alcune velate altre esplicite. All’interno di questo primo volume, dalle solide basi per un approccio iniziale dell’intera serie, abbiamo una visione di una Perdido con una società rappresentazione dell’epoca: dal servizio dei neri nelle grandi famiglie bianche, al lavoro minorile svolto nelle più grandi imprese del paese.
Proprio come una lente, l’autore rende ambienti e scene vivide nelle descrizioni, a volte crude, altre violente, altre ancora prolisse e poco consone. Molti sono i punti di vista che tenderanno a meglio scandire tra di loro le misteriose vicende non solo di tale cittadina, quanto della più grande famiglia protagonista. Mistero e tensione verranno infatti inseriti al momento giusto con il personaggio giusto, creando un equilibrio sempre adeguato alla circostanza.
La presunta componente “horror” tenderei a non indicarla come tale. “La piena” può infatti essere letto in modo veramente tranquillo anche da chi proprio come me, non è amante del genere horror e mistery; Teniamo infatti sempre a mente che “Blackwater” risulta prima di tutto una saga familiare in cui il lettore imparerà a conoscere nel corso di tutti e sei volumi i componenti di questa notoria famiglia di Perdido.
Se dovessi però scegliere tra personaggi principali e secondari opterei sicuramente per i secondi per mia predisposizione. Ogni personaggio, si presenta agli inizi con il suo carattere, il suo ruolo ed il suo posto; Questo infatti nel corso di tutto l’arco narrativo non verrà mai a meno. Certo, devo essere onesta, più volte ho proprio avuto l’idea come in particolare gli uomini di tale famiglia fossero appositamente marcati nelle azioni e pensieri come asini, rendendoli a mio parere non solo poco caratterizzati ma addirittura sempliciotti nei modi e nelle scelte.
Mary-Love, a tal proposito, la grande protagonista di cui in molte recensioni ho sentito parlare, mi ha totalmente deluso. Mi aspettavo un personaggio diverso e con più carattere, invece l’ho trovata di poco spicco, antipatica e lamentosa.
Il linguaggio è semplice e scorrevole tanto da reputare in fin dei conti “Blackwater, La piena” una lettura veramente piacevole e di compagnia da cui poter prendere molti spunti a riguardo delle varie tematiche di fine ottocento che più volte risultano prendere il ruolo principale.
Prima su tutti in quanto facilmente evidente è sembra ombra di dubbio: il ruolo della donna, fiera, potere ma soprattutto presente come ruolo attivo, nelle vicissitudini dell’epoca. Cosa che in realtà a fine lettura non ho particolarmente gradito, ma perché? Perdido eretta sulla forza delle donne sembra essere tale solo per la rappresentazione maschile: ingenua, senza attributi e con poco cervello. Avrei sicuramente preferito la rivalsa delle donne in una maniera più reale, senza aggiungere in maniera velata come le donne possono essere potenti solo se circondate da uomini incapaci.
“La piena” è perciò un mix velato di “horror” e paranormale a fare da sfondo ad una cittadina colma di rivalsa e manipolazione. “Blackwater” è senza ombra di dubbio in conclusione un vortice capace di trascinare il lettore nei più profondi abissi della lettura.
“Chi era Elionor Caskey? E da dove era venuta?”
tra le saghe più belle in assoluto!