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Il peso Formato Kindle
- Età di letturaDa 12 anni in su
- LinguaItaliano
- EditoreNN editore
- Data di pubblicazione8 luglio 2022
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Dettagli prodotto
- ASIN : B0B5VGNR3C
- Editore : NN editore (8 luglio 2022)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 5528 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 350 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 18,338 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 4,184 in Narrativa letteraria (Libri)
- n. 7,462 in Adolescenti e ragazzi (Libri)
- n. 10,377 in Letteratura e narrativa (Kindle Store)
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“Il peso” di Liz Moore, traduzione Ada Arduini ed edito da NN Editore è un romanzo che tocca il tema della solitudine, composto da personaggi legati da un filo invisibile che verrà districato nel modo ideale!
Grazie ad Arthur Opp, ex professore di Letteratura, “intrappolato” tra le pareti della sua casa da cui non esce da molti anni ed incapace di governare la sua insaziabile fame di cibo, conosceremo anche Charlene, Kel, Lindsay e Yolanda.
Arthur è un uomo solo, con un fardello di dolori profondi, pieno di paure, incertezze, vergogna verso il suo corpo, ma è ESSENZIALMENTE un personaggio altruista, gentile, con un forte desiderio di amicizia e affetto.
Molto bella anche la prefazione di Andrea Donaera, da cui trascrivo qualche sua frase:
“Io, da quando in me esiste questo libro, ho una lucina in più nel sentiero buio.
Gli umani non possono guardarsi per intero, non ne hanno le facoltà: c’è bisogno di uno specchio che restituisca un’immagine integra. Quasi sempre però non è un “vero” specchio: sono gli occhi degli altri. È a loro che affidiamo la nostra immagine. Ma quello specchio/occhio, molto spesso, è rotto: e ciò che vediamo riflesso è la crepa profondissima presente nella persona che ci guarda. I migliori specchi, spesso, sono certi libri. Come questo.”
Mi è davvero piaciuto molto e ne consiglio la lettura: un romanzo delicato che riesce a toccare diversi argomenti importanti!
Una bellissima lettura!
Spedizione velocissima e, all’interno del libro, ho anche trovato il 🔖 segnalibro!
“Il peso” di Liz Moore, traduzione Ada Arduini ed edito da NN Editore è un romanzo che tocca il tema della solitudine, composto da personaggi legati da un filo invisibile che verrà districato nel modo ideale!
Grazie ad Arthur Opp, ex professore di Letteratura, “intrappolato” tra le pareti della sua casa da cui non esce da molti anni ed incapace di governare la sua insaziabile fame di cibo, conosceremo anche Charlene, Kel, Lindsay e Yolanda.
Arthur è un uomo solo, con un fardello di dolori profondi, pieno di paure, incertezze, vergogna verso il suo corpo, ma è ESSENZIALMENTE un personaggio altruista, gentile, con un forte desiderio di amicizia e affetto.
Molto bella anche la prefazione di Andrea Donaera, da cui trascrivo qualche sua frase:
“Io, da quando in me esiste questo libro, ho una lucina in più nel sentiero buio.
Gli umani non possono guardarsi per intero, non ne hanno le facoltà: c’è bisogno di uno specchio che restituisca un’immagine integra. Quasi sempre però non è un “vero” specchio: sono gli occhi degli altri. È a loro che affidiamo la nostra immagine. Ma quello specchio/occhio, molto spesso, è rotto: e ciò che vediamo riflesso è la crepa profondissima presente nella persona che ci guarda. I migliori specchi, spesso, sono certi libri. Come questo.”
Mi è davvero piaciuto molto e ne consiglio la lettura: un romanzo delicato che riesce a toccare diversi argomenti importanti!
Una bellissima lettura!
Spedizione velocissima e, all’interno del libro, ho anche trovato il 🔖 segnalibro!
Charlene stessa è un'altra protagonista, ma in "contumacia", perché nel racconto non appare mai in primo piano, strappata alla vita dall'alcolismo, molto prima della sua morte effettiva.
Il terzo è Kel, figlio di Charlene, attraverso il quale veniamo a conoscere la donna. E' un ragazzo diviso tra le esigenze di un giovane privo di guida (il padre se ne è andato da tempo, e la madre non è in grado di assisterlo, tranne in alcuni slanci, purtroppo sempre più rari) e la volontà di aiutare la madre.
L'ultima è Yolanda, una giovane colf a ore, di origine ispanica, incinta ma senza compagno... Potrebbe sembrare la meno importante, ma è grazie a lei che Arthur prende l'iniziativa (per altro assolutamente normale, per chi esce regolarmente di casa e vede gente per strada, al lavoro etc!) che probabilmente cambierà le vite di tutti. Anzi, è lei a forzare la mano di Arthur in questo senso, avendo capito che dietro quella montagna c'è un cuore generoso ma spaventato, che ha solo bisogno di aiuto.
La parte più violenta è il racconto di Kel che si scontra con la vita; incontriamo Arthur già a 58 anni, e vediamo il risultato delle sue scelte senza però viverne i drammi, se non attraverso i suoi racconti, per altro abbastanza distaccati. Intuiamo il problema di Yolanda, anche se non ne parla volentieri...
E alla fine del libro si accende una speranza per tutti, come se ognuno di loro potesse trovare un po' di serenità attraverso quelle persone che conosce poco, ma che così tanto hanno in comune con lui/lei.
Ben scritto, scorrevole, ma non banale. Davvero valido.
Liz Moore appartiene a pieno diritto a questa corrente abitualmente frequentata da autori maschili. “Il peso” intreccia le vicende di Arthur, un ex professore universitario abitante a Brooklyn – sovrappeso e isolatosi dal mondo parecchi anni addietro – e di Kel – nato in una modesta cittadina, adolescente con un talento per lo sport ma una madre single problematica, Charlene; proprio quest’ultima, afflitta da problemi di salute e alcolismo, avvicinerà i due, mai incontratisi prima. Come storia parallela, a far capolino nella vita dell’ascetico Arthur arriva Yolanda, una donna delle pulizie che vive una difficile relazione con il suo ragazzo, un tamarro con più tatuaggi che neuroni.
L’autrice usa le parole per descrivere il mondo interiore dei due protagonisti principali, entrambi introversi ma in maniera differente. Arthur è sempre stato timido, dedito alla cultura, al suo lavoro di insegnante, ai suoi studenti; con Charlene aveva avuto una breve relazione diventata poi epistolare e infine interrotta. D’altra parte, Kel è il ragazzo figo che i compagni vogliono come amico e le ragazze desiderano in auto o in camera da letto; nonostante tanta sicurezza in se stesso, a un certo punto non sa più cosa fare della sua vita, e non si tratta solo di scegliere tra lo sport e l’università, ma di capire chi fosse suo padre.
Siano essi placidi amanti della cultura o Jocks, palestrati a loro agio in mezzo a una festa, gli uomini hanno pensieri infestati da dubbi e insicurezze; commettono errori, si pentono, non chiedono perdono per orgoglio, si ritrovano soli, hanno bisogno di aiuto. E’ questo il messaggio di Liz Moore in “Il peso”.