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Il cane di Falcone Copertina flessibile – 14 aprile 2022
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
La storia di un’amicizia speciale tra un cane randagio e il magistrato palermitano. Un romanzo edificante sul valore del coraggio e la forza delle idee che sopravvivono alla morte. Un libro sulla mafia e la figura di Falcone, viste però con gli occhi di un cane.
Un cucciolo orfano di madre viene raccolto e accudito da un uomo. Quell’uomo è Giovanni Falcone, magistrato impegnato a contrastare la mafia nella Palermo insanguinata degli anni Ottanta. Uccio, più volte scampato alla morte, ha maturato un senso di giustizia che lo spinge a impegnarsi contro la malavita. Ma una notte, mentre si esercita ad affinare il suo latrato, da un palazzo lì vicino scende Giovanni Falcone, che lo accarezza e che, malgrado non possa portarlo a casa, lo accoglie amorevolmente nell’atrio del tribunale di Palermo, dove opera con il suo pool antimafia. Da quel momento, mentre si susseguono i tristi delitti di mafia, tra cane e padrone si instaura un’intensa amicizia, che verrà stroncata solo dal brutale omicidio del magistrato. Alla fine, vecchio e con le ultime forze, Uccio prende dimora nell’atrio del tribunale di Palermo per vegliare la statua del giudice presa di mira dai teppisti, mettendo in atto così la lezione più importante appresa da Falcone: il coraggio.
Nel trentennale della strage di Capaci, un racconto commovente e delicato che, con leggerezza e senza toni retorici, affronta un tema difficile e una delle pagine più buie della nostra Storia dimostrando che l’amore e il senso di giustizia possono trionfare su qualsiasi forma di violenza e sopraffazione.
«Il cane di Falcone è un libro in cui la mafia è raccontata in modo originale e mai retorico. L’autore dà al lettore le chiavi per capire una realtà complessa senza mai essere didascalico. E ci insegna che affrontare i propri mostri e sconfiggerli è molto più facile di ciò che temiamo».
Maria Falcone
- Lunghezza stampa180 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreFazi
- Data di pubblicazione14 aprile 2022
- Dimensioni14 x 1.7 x 21.3 cm
- ISBN-13979-1259672018
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Il cane di Falcone | Il giudice e il bambino | |
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Prezzo | 11,40 €€11,40 | 11,40 €€11,40 |
I libri di Dario Levantino | La storia di un'amicizia speciale tra un giovane trovatello e il magistrato palermitano per un romanzo tenero ed edificante sul valore del coraggio e la forza delle idee che sopravvivono alla morte. | Una storia delicata e toccante che ricostruisce le vicende del giudice antimafia Paolo Borsellino e del figlio di uno dei primi collaboratori di giustizia attraverso un viaggio tra le nuvole pieno di emozioni. |
Dettagli prodotto
- ASIN : B09WHKPMWT
- Editore : Fazi; Prima edizione (14 aprile 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 180 pagine
- ISBN-13 : 979-1259672018
- Peso articolo : 270 g
- Dimensioni : 14 x 1.7 x 21.3 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 10,901 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 978 in Narrativa contemporanea (Libri)
- n. 1,265 in Narrativa letteraria (Libri)
- n. 1,658 in Società e scienze sociali (Libri)
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Ci sono logiche ed eventi a cui Uccio assiste, ma che non riesce a comprendere in pieno. E questo non soltanto perché è un cane, ma perché i fatti che hanno portato all'uccisione del giudice Falcone, l'abbandono dello Stato, la diffidenza, l'isolamento che subì, sono incomprensibili e inaccettabili per tutte le persone oneste.
E Levantino ci libera della retorica dei benpensanti e dei luoghi comuni. Ci racconta una parte della storia di Giovanni Falcone schiettamente, con originalità e anche facendoci sorridere in alcuni punti.
Falcone parla con Uccio, sente che lui, in barba al raziocinio, lo comprende. Il cane vive in un perenne binomio tra la felicità di essere il confidente del suo padre putativo e la frustrazione causata dal fatto che lui non riesca a interpretare le parole che gli abbaia in risposta in un dialogo che si trasforma così in soliloquio.
In compenso Uccio fa delle lunghe chiacchierate con l'altra parte di sé, più pratica, razionale, ironica e a volte disillusa, che sono entusiasmanti.
L'autore crea un mondo intero, la vita di Uccio, che scandisce nelle fasi più importanti di un'esistenza quasi antropomorfa: l'infanzia spezzata dal dolore della perdita della madre, l'adolescenza come fase di scoperta, di crescita e di cambiamento, e la vita adulta costellata da felicità, dolore, conoscenza e persino da delusioni d'amore. E infine la vecchiaia che Uccio descrive "un graduale ritirarmi in me stesso, un progressivo commiato dal mondo, una riduzione delle percezioni dei sensi che corrispose a un'estensione della mia coscienza, più cieca e quindi più capace di vedere".
Anche stavolta Dario Levantino è riuscito a creare pagine di poesia in prosa.
Da leggere, rileggere e sottolineare. Per me è la conferma di un talento e una capacità di emozionare straordinari.
"Dal cielo nacque la luna, pianse la pioggia, caddero i sogni dalle stelle avverandosi infranti".
Recensito in Italia il 24 aprile 2022
Ci sono logiche ed eventi a cui Uccio assiste, ma che non riesce a comprendere in pieno. E questo non soltanto perché è un cane, ma perché i fatti che hanno portato all'uccisione del giudice Falcone, l'abbandono dello Stato, la diffidenza, l'isolamento che subì, sono incomprensibili e inaccettabili per tutte le persone oneste.
E Levantino ci libera della retorica dei benpensanti e dei luoghi comuni. Ci racconta una parte della storia di Giovanni Falcone schiettamente, con originalità e anche facendoci sorridere in alcuni punti.
Falcone parla con Uccio, sente che lui, in barba al raziocinio, lo comprende. Il cane vive in un perenne binomio tra la felicità di essere il confidente del suo padre putativo e la frustrazione causata dal fatto che lui non riesca a interpretare le parole che gli abbaia in risposta in un dialogo che si trasforma così in soliloquio.
In compenso Uccio fa delle lunghe chiacchierate con l'altra parte di sé, più pratica, razionale, ironica e a volte disillusa, che sono entusiasmanti.
L'autore crea un mondo intero, la vita di Uccio, che scandisce nelle fasi più importanti di un'esistenza quasi antropomorfa: l'infanzia spezzata dal dolore della perdita della madre, l'adolescenza come fase di scoperta, di crescita e di cambiamento, e la vita adulta costellata da felicità, dolore, conoscenza e persino da delusioni d'amore. E infine la vecchiaia che Uccio descrive "un graduale ritirarmi in me stesso, un progressivo commiato dal mondo, una riduzione delle percezioni dei sensi che corrispose a un'estensione della mia coscienza, più cieca e quindi più capace di vedere".
Anche stavolta Dario Levantino è riuscito a creare pagine di poesia in prosa.
Da leggere, rileggere e sottolineare. Per me è la conferma di un talento e una capacità di emozionare straordinari.
"Dal cielo nacque la luna, pianse la pioggia, caddero i sogni dalle stelle avverandosi infranti".
Sì, perché Uccio è un cane.
🐕 Non un cane come gli altri però; cioè, a parte che zoppica un poco per via di un fatto che non staremo qui a svelare, dicevamo è un cane speciale perché è il cane di Falcone. Sì, proprio quel Falcone.
🐕 Uccio, rimasto orfano e solo, dopo aver lottato duramente per ottenere cibo e giaciglio, in una notte molto molto fortunata viene raccolto e accolto da Falcone, che si prenderà cura di lui.
Inizia così il racconto di un’amicizia non tanto per parlare di cosa leghi Uccio e il magistrato, o non tanto per parlare di Cosa Nostra e di tribunali; non solo per ricordare a tutti i ragazzi, e anche a qualche adulto, di come Giovanni Falcone abbia avuto la geniale illuminazione di percorrere la scia del denaro così da capire chi e dove si stesse spostando nel mondo ricco, sempre più ricco grazie al (anche se dovremmo dire “a causa del”) commercio internazionale della cocaina.
🐕 Un racconto non solo per parlare di mafia e di pentiti. Non per raccontare esclusivamente delle dinamiche delle cosche, dell’onore, delle aule e dei processi.
E allora per cosa, ci si starà chiedendo?
Solo per non dimenticare.
Ecco. Già leggendo questo nuovo lavoro di Dario Levantino col solo intento di continuare a ricordare, tenere a mente oggi e per sempre, chi si è occupato e chi ha dedicato la propria vita alla giustizia, sacrificandosi e sacrificando tutti coloro che ha amato, ecco, sarebbe già tanto.
🐕 Che dopo una grattatina dietro le orecchie, pancia all’aria, in fondo anche Uccio ne sarebbe felice.
Sì, perché Uccio è un cane.
🐕 Non un cane come gli altri però; cioè, a parte che zoppica un poco per via di un fatto che non staremo qui a svelare, dicevamo è un cane speciale perché è il cane di Falcone. Sì, proprio quel Falcone.
🐕 Uccio, rimasto orfano e solo, dopo aver lottato duramente per ottenere cibo e giaciglio, in una notte molto molto fortunata viene raccolto e accolto da Falcone, che si prenderà cura di lui.
Inizia così il racconto di un’amicizia non tanto per parlare di cosa leghi Uccio e il magistrato, o non tanto per parlare di Cosa Nostra e di tribunali; non solo per ricordare a tutti i ragazzi, e anche a qualche adulto, di come Giovanni Falcone abbia avuto la geniale illuminazione di percorrere la scia del denaro così da capire chi e dove si stesse spostando nel mondo ricco, sempre più ricco grazie al (anche se dovremmo dire “a causa del”) commercio internazionale della cocaina.
🐕 Un racconto non solo per parlare di mafia e di pentiti. Non per raccontare esclusivamente delle dinamiche delle cosche, dell’onore, delle aule e dei processi.
E allora per cosa, ci si starà chiedendo?
Solo per non dimenticare.
Ecco. Già leggendo questo nuovo lavoro di Dario Levantino col solo intento di continuare a ricordare, tenere a mente oggi e per sempre, chi si è occupato e chi ha dedicato la propria vita alla giustizia, sacrificandosi e sacrificando tutti coloro che ha amato, ecco, sarebbe già tanto.
🐕 Che dopo una grattatina dietro le orecchie, pancia all’aria, in fondo anche Uccio ne sarebbe felice.