Nonostante il libro sia stato scritto 25 anni fa, il male degli esanimi e tutto ciò che ne consegue può benissimo succedere oggi in Europa, e, forse, in senso metaforico, è proprio ciò che sta succedendo. Una società dove ognuno è interessato ai propri affari e al proprio tornaconto personale, e delega, acriticamente, tutto ciò che non lo riguarda direttamente (la cosa pubblica) a chi gli promette di risolvere tutti i problemi e poter continuare nel suo egoismo. Una società dove nessuno ha memoria del passato, si crede a tutto e al contrario di tutto: si crede alla comunicazione di massa pilotata, alle fake news, si seguono i populisti (Ruben) che trovano un capro espiatorio per ogni problema e per ogni male e promettono di eliminarlo, si fomenta l'odio e la distruzione. E, in pochi mesi, noi stessi e la nostra civiltà occidentale, di cui tanto siamo orgogliosi, sprofonda nella barbarie. Forse il messaggio del libro è proprio questo: la barbarie è dietro l'angolo, basta poco per frantumare i legami della nostra società e tornare a un regime illiberale e superstizioso. Nel libro il male degli esanimi è questo poco.
Ottima la traduzione e la prefazione. L'intervista finale all'autore ha il merito di far conoscere meglio al pubblico italiano il lavoro e l'opera di R. Argullol.
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