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Dai tuoi occhi solamente Formato Kindle
I bambini la trovano simpatica e stravagante, e Vivian ricambia il loro affetto portandoli in giro con sé per la città, mentre fotografa tutto quello che le sembra degno di essere conservato su pellicola: uomini riversi a terra, anziani che dormono sull’autobus, mendicanti, persone di colore ma anche, e soprattutto, bambini. Vivian sembra avere una particolare attenzione per tutti coloro che stanno ai margini, i diversi, i dimenticati, gli indifesi. Attraverso la fotografia, infatti, prova a esorcizzare e ricomporre un’infanzia segnata da numerosi traumi: la separazione dei genitori; gli anni trascorsi in Francia, sulle Alpi provenzali, con la madre Marie, una creatura piena di rabbia e incapace di gesti d’amore; il ritorno a New York e i rapporti tesi con il fratello Karl; le violenze, gli abbandoni e il progressivo chiudersi in se stessa, fino a trovare, nella fotografia, l’unico mezzo con cui esprimere la propria voce, attraverso cui gridare un dolore rimasto muto troppo a lungo.
Basato sulla vita della «tata con la Rolleiflex», la fotografa che non mostrò mai a nessuno il proprio lavoro, venuto alla luce solo dopo la sua morte, il romanzo indaga il rapporto tra l’artista e l’opera d’arte e vuole essere un omaggio sentito a una donna che fece della solitudine uno scudo contro il mondo, sorvegliandolo però con attenzione attraverso la lente di un mirino e lasciandoci in eredità un patrimonio fotografico di inestimabile valore.
- LinguaItaliano
- EditoreNeri Pozza
- Data di pubblicazione7 settembre 2018
- Dimensioni file1259 KB
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Dettagli prodotto
- ASIN : B07H5N1JFR
- Editore : Neri Pozza (7 settembre 2018)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 1259 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 176 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 23,882 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
- n. 510 in Narrativa biografica (Libri)
- n. 5,724 in Narrativa letteraria (Libri)
- n. 12,743 in Letteratura e narrativa (Kindle Store)
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Da qui, cioè dalla fine del libro, dobbiamo partire per coglierne la chiave di lettura. Questa storia è la biografia romanzata di una delle più grandi fotografe del Novecento, Vivian Maier. Le biografie romanzate non sono un genere che prediligo. Una biografia è la storia di una vita e deve essere reale, accurata, degna di fede. Non mi piace cucirgli addosso un vestito che non gli appartiene, o che serve a riempire vuoti altrimenti incolmabili. Mi sono perciò accostata a questo libro e a questa scrittrice, Francesca Diotallevi, giovanissima ma già con una serie di libri di successo al suo attivo, con una curiosità circospetta, molto prossima alla diffidenza. Mi sbagliavo.
Innanzitutto, la Diotallevi è una scrittrice in grado di suscitare emozioni. E lo fa con grande potenza descrittiva, rara e quindi tanto più preziosa nella letteratura contemporanea che quasi invariabilmente vorrebbe essere minimalista e quasi sempre finisce solo per essere sciatta. La prosa della Diotallevi è al contrario forte, ricca, suggestiva. Potente come un tuono, benefica come una pioggia su un terreno riarso. Davvero, per me che non la conoscevo, una magnifica sorpresa.
La Diotallevi non lavora semplicemente a colpi di fantasia per dare sostanza ad una storia altrimenti troppo avara di fatti certi per poter essere raccontata. Piuttosto dà un verosimile corpo ad un’ombra che il caso ha voluto sottrarre all’oblio al quale quest’ombra solo in apparenza, a mio avviso, in vita aspirava. La sua abilità narrativa, unita ad una non comune capacità di introspezione psicologica, ci restituisce una Vivian molto reale, molto credibile, molto probabile, sul filo di una vicenda esistenziale fatta fin dall’infanzia di solitudine, abbandoni, addii, fughe, forse di abusi. Un destino di sofferenza cui Vivian reagì cercando di nascondersi alla vita, rinunciando ad ogni occasione di un possibile nuovo dolore. Non sentendosi amata da sua madre, non volle essere madre, e scelse perciò un lavoro che le consentisse di occuparsi dei figli degli altri, in famiglie non sue, in case non sue, spiando sempre la vita nelle vite altrui, invece di viverla. La fotografia per Vivian non è altro che un surrogato di vita sottratta agli altri, quasi sempre degli sconosciuti, per nutrire la sua solitudine e fermare il fluire incessante del tempo, giusto per quell’istante rubato dall’occhio della sua Rolleiflex, che per lei è scudo e insieme tramite alla vita. Quella vita per cui Vivian prova attrazione e repulsione allo stesso tempo, che scova nei volti di estranei nelle stazioni, nella frenesia delle vie di città, nelle vetrine in cui il suo volto si riflette.
Ecco, il libro non è che il riflesso di Vivian.
E in questo riflesso c’è tutta Vivian. Tutto ciò che di lei possiamo, se non sapere, immaginare. Questo libro è come un risarcimento postumo. Perché, finito di leggerlo, sentiremo di averla conosciuta, stanata dal cono d’ombra in cui si era esiliata. E soprattutto sentiremo di amarla.
Consiglio vivamente questa lettura a chi non ha paura di emozionarsi.
E soprattutto a chi ne ha.
Non è una biografia
Non è un trattato sulla fotografia
È un romanzo
Un'ipotesi di come può essere stata la vita di Vivian Maier
Un viaggio col teletrasporto in un'altra epoca
Un concentrato di forti emozioni