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New York, 1954. Una giovane donna accetta un incarico come bambinaia presso una famiglia di Southampton. Il suo nome è Vivian Maier, le sue origini sono, per metà, francesi e le sue stranezze saltano immediatamente all’occhio dei padroni di casa: Vivian chiede una robusta serratura per la propria stanza, si fa consegnare dei misteriosi scatoloni e non esce mai senza l’inseparabile macchina fotografica Rolleiflex appesa al collo.
I bambini la trovano simpatica e stravagante, e Vivian ricambia il loro affetto portandoli in giro con sé per la città, mentre fotografa tutto quello che le sembra degno di essere conservato su pellicola: uomini riversi a terra, anziani che dormono sull’autobus, mendicanti, persone di colore ma anche, e soprattutto, bambini. Vivian sembra avere una particolare attenzione per tutti coloro che stanno ai margini, i diversi, i dimenticati, gli indifesi. Attraverso la fotografia, infatti, prova a esorcizzare e ricomporre un’infanzia segnata da numerosi traumi: la separazione dei genitori; gli anni trascorsi in Francia, sulle Alpi provenzali, con la madre Marie, una creatura piena di rabbia e incapace di gesti d’amore; il ritorno a New York e i rapporti tesi con il fratello Karl; le violenze, gli abbandoni e il progressivo chiudersi in se stessa, fino a trovare, nella fotografia, l’unico mezzo con cui esprimere la propria voce, attraverso cui gridare un dolore rimasto muto troppo a lungo.
Basato sulla vita della «tata con la Rolleiflex», la fotografa che non mostrò mai a nessuno il proprio lavoro, venuto alla luce solo dopo la sua morte, il romanzo indaga il
rapporto tra l’artista e l’opera d’arte e vuole essere un omaggio sentito a una donna che fece della solitudine uno scudo contro il mondo, sorvegliandolo però con attenzione attraverso la lente di un mirino e lasciandoci in eredità un patrimonio fotografico di inestimabile valore.
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Dettagli prodotto

  • ASIN ‏ : ‎ B07H5N1JFR
  • Editore ‏ : ‎ Neri Pozza (7 settembre 2018)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Dimensioni file ‏ : ‎ 1259 KB
  • Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato
  • Screen Reader ‏ : ‎ Supportato
  • Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato
  • Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato
  • Memo ‏ : ‎ Su Kindle Scribe
  • Lunghezza stampa ‏ : ‎ 176 pagine
  • Recensioni dei clienti:
    4,3 4,3 su 5 stelle 479 voti

Informazioni sull'autore

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Francesca Diotallevi
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Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 20 marzo 2019
Sono alcuni anni che ho scoperto questa incredibile e insospettabile "street photographer" che scattava decine di migliaia di fotografie con la sua onnipresente Rolleiflex mentre faceva la bambinaia per vivere. La vera stranezza è che dell'immensa mole di scatti non ne ha quasi mai sviluppato o stampato nessuno: era appagata dal "catturare" la realtà guardandola nel mirino e congelandola nel breve istante dello scatto. Venuta agli onori di una gloria postuma (ahimé!) in maniera del tutto casuale (grazie al fortuito acquisto dei suoi tantissimi negativi da parte di John Maloof), è oggi considerata uno dei nomi più rilevanti nella fotografia del XX secolo. Il libro della Diotallevi non è una biografia in senso stretto ma, basandosi sulle poche notizie disponibili e, soprattutto, su quello che le sue foto finiscono per dire (nonostante tutto) della sua autrice, racconta una storia assolutamente plausibile di una vita del tutto singolare, con flashback accuratamente calibrati e ritmati. L'approccio della scrittrice (capace di "leggere" in profondità nelle foto) è di affettuoso rispetto umano per una personalità davvero singolare, senza indulgere mai a facili effetti: appare costante lo sforzo di capire e spiegare le tappe di una vita poco comune e certamente non felicissima: una prosa sorvegliata e spesso elegante rende la narrazione interessante e spesso molto coinvolgente. Una "bella" lettura!
7 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 22 ottobre 2018
“Non tutte le storie sono storie d’amore, non tutte le storie hanno lieto fine.”
Da qui, cioè dalla fine del libro, dobbiamo partire per coglierne la chiave di lettura. Questa storia è la biografia romanzata di una delle più grandi fotografe del Novecento, Vivian Maier. Le biografie romanzate non sono un genere che prediligo. Una biografia è la storia di una vita e deve essere reale, accurata, degna di fede. Non mi piace cucirgli addosso un vestito che non gli appartiene, o che serve a riempire vuoti altrimenti incolmabili. Mi sono perciò accostata a questo libro e a questa scrittrice, Francesca Diotallevi, giovanissima ma già con una serie di libri di successo al suo attivo, con una curiosità circospetta, molto prossima alla diffidenza. Mi sbagliavo.
Innanzitutto, la Diotallevi è una scrittrice in grado di suscitare emozioni. E lo fa con grande potenza descrittiva, rara e quindi tanto più preziosa nella letteratura contemporanea che quasi invariabilmente vorrebbe essere minimalista e quasi sempre finisce solo per essere sciatta. La prosa della Diotallevi è al contrario forte, ricca, suggestiva. Potente come un tuono, benefica come una pioggia su un terreno riarso. Davvero, per me che non la conoscevo, una magnifica sorpresa.
La Diotallevi non lavora semplicemente a colpi di fantasia per dare sostanza ad una storia altrimenti troppo avara di fatti certi per poter essere raccontata. Piuttosto dà un verosimile corpo ad un’ombra che il caso ha voluto sottrarre all’oblio al quale quest’ombra solo in apparenza, a mio avviso, in vita aspirava. La sua abilità narrativa, unita ad una non comune capacità di introspezione psicologica, ci restituisce una Vivian molto reale, molto credibile, molto probabile, sul filo di una vicenda esistenziale fatta fin dall’infanzia di solitudine, abbandoni, addii, fughe, forse di abusi. Un destino di sofferenza cui Vivian reagì cercando di nascondersi alla vita, rinunciando ad ogni occasione di un possibile nuovo dolore. Non sentendosi amata da sua madre, non volle essere madre, e scelse perciò un lavoro che le consentisse di occuparsi dei figli degli altri, in famiglie non sue, in case non sue, spiando sempre la vita nelle vite altrui, invece di viverla. La fotografia per Vivian non è altro che un surrogato di vita sottratta agli altri, quasi sempre degli sconosciuti, per nutrire la sua solitudine e fermare il fluire incessante del tempo, giusto per quell’istante rubato dall’occhio della sua Rolleiflex, che per lei è scudo e insieme tramite alla vita. Quella vita per cui Vivian prova attrazione e repulsione allo stesso tempo, che scova nei volti di estranei nelle stazioni, nella frenesia delle vie di città, nelle vetrine in cui il suo volto si riflette.
Ecco, il libro non è che il riflesso di Vivian.
E in questo riflesso c’è tutta Vivian. Tutto ciò che di lei possiamo, se non sapere, immaginare. Questo libro è come un risarcimento postumo. Perché, finito di leggerlo, sentiremo di averla conosciuta, stanata dal cono d’ombra in cui si era esiliata. E soprattutto sentiremo di amarla.
Consiglio vivamente questa lettura a chi non ha paura di emozionarsi.
E soprattutto a chi ne ha.
39 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 16 ottobre 2019
Piacevole lettura sulla storia di questa grande fotografa. Anche se romanzata, la trama si discosta di poco dalla realtà e la storia appare veritiera e sa comunicare lo stato d’animo della protagonista. Vita non semplice la sua che influenzerà tutta la sua esistenza in età adulta.
Recensito in Italia il 6 gennaio 2024
Scritto benissimo, l'ho divorato!
Non è una biografia
Non è un trattato sulla fotografia
È un romanzo
Un'ipotesi di come può essere stata la vita di Vivian Maier
Un viaggio col teletrasporto in un'altra epoca
Un concentrato di forti emozioni
Recensito in Italia il 11 agosto 2019
Questo romanzo mi è piaciuto molto. L'autrice ha ricostruito con grande acume la figura della fotografa Vivian Mayer, una donna tormentata da un inesprimibile male di vivere che trova solo nella fotografia uno scoglio a cui aggrapparsi. La sua vicenda terrena, in qualche modo, mi ha ricordato Kafka che chiese di distruggere tutti i suoi scritti. Vivian conservava maniacalmente tutti i rullini delle foto che scattava che furono ritrovati fortuitamente dopo la sua morte, dopo una vita anonima, volutamente defilata in cui si celava un dolore sordo e un grande bisogno di amore. Brava la scrittrice a rendere questa figura così complessa e affascinante. Bello il titolo scelto da una poesia del poeta spagnolo Salinas. Da leggere.
3 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 13 maggio 2023
Con questo romanzo scoprirete una donna di grande talento, con un obiettivo fotografico puntato sul mondo, sulle vite degli altri per riuscire ad affrontare la vita di ogni giorno senza cedere ai fantasmi di un passato doloroso.
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Recensito in Italia il 31 luglio 2022
Una bella biografia, anche se per forza di cose, è fatta più di intuizioni e deduzioni che di realtà. Una donna chiusa e problematica a causa dell'infanzia difficile che ha vissuto e che non si è mai resa conto di essere una vera grande artista, purtroppo scoperta solo dopo la sua morte
2 persone l'hanno trovato utile
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