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La donna che sapeva amare Formato Kindle
Autrice del bestseller Quell'appuntamento segreto a Parigi
Musa, artista, amante. Alma Schindler è la regina dei salotti di Vienna ed è considerata da tutti la donna più bella della città. Il suo magnetismo non lascia scampo: chi la conosce ne rimane stregato. Tra i suoi ammiratori ci sono famosi poeti, compositori e filosofi: quando Alma ha solo diciassette anni, il grande pittore Gustav Klimt si innamora perdutamente di lei. Lei stessa è un’abile pianista e sogna di vedere eseguiti i suoi pezzi a teatro. Ma quando diventa la musa e la sposa di Gustav Mahler, lui le chiede di rinunciare alle proprie ambizioni e diventare una moglie devota. Una scelta, quella tra l’amore e la musica, che si rivelerà la più difficile e sofferta della sua vita. Caroline Bernard fa rivivere una Vienna scintillante e bohémien, tra il lusso dell’alta società e le polverose mansarde degli artisti. Ci regala il ritratto spregiudicato e conturbante di una donna che ha saputo incarnare un’epoca di grande fermento culturale, a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Bestseller in Germania
Klimt fu il suo primo amore
Mahler la sua vita e il suo destino
L'incredibile storia di una donna che ha ispirato due grandi artisti
«Si fa presto a dimenticare che si tratta di una storia vera, talmente è bello il romanzo: divertente e commovente al tempo stesso.»
«L’autrice riesce a suscitare emozioni nel lettore conducendolo nella vita intima di una donna che ha sacrificato molto il proprio talento per essere una musa ispiratrice dei geni maschili al suo fianco.»
Caroline Bernard
è una studiosa di Letteratura, nata ad Amburgo nel 1961. Prima della laurea ha fatto un viaggio a Parigi e si è innamorata della città. Sono seguiti soggiorni più lunghi come ragazza alla pari, o grazie a borse di studio. Non riuscirebbe a vivere senza trascorrere del tempo a Parigi, in Provenza o in Normandia. La Newton Compton ha pubblicato anche Quell’appuntamento segreto a Parigi.
- LinguaItaliano
- EditoreNewton Compton Editori
- Data di pubblicazione18 ottobre 2018
- Dimensioni file1116 KB
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Dettagli prodotto
- ASIN : B07G2XYLQL
- Editore : Newton Compton Editori (18 ottobre 2018)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 1116 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
- Memo : Su Kindle Scribe
- Lunghezza stampa : 343 pagine
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 110,166 in Kindle Store (Visualizza i Top 100 nella categoria Kindle Store)
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VOTO 5
< ... >
Mi sono chiesta spesso come dev’essere vivere all’ombra di un partner famoso, essere sì consapevoli di aver contribuito a farne una persona grande, e conosciuta, ed osannata in tutto il mondo, ed esserne orgogliosi, ma vivere anche questa solitudine e questa lontananza da tutto ciò che fino a pochi anni prima costituiva quotidianità. Nel romanzo si percepisce chiaramente quanto sia costato alla giovane rinunciare al pianoforte, alla composizione e alla sua musica: nel tempo la privazione rende Alma quasi rancorosa nei confronti del marito, eppure mai ha pensato di lasciarlo: la sua grandezza è comunque stata un faro e una catena che l’hanno legata a lui e il pensiero di quello che Gustav avrebbe provato senza di lei, il timore che la vena creativa si esaurisse in sua assenza, la spingono a restare al suo fianco nonostante l’amore passionale dei primi anni sia tramontato. Purtroppo una serie di sventure si abbatte sulla famiglia: la malattia di una delle figlie, la morte dell’altra, una serie di aborti spontanei e infine la scoperta, del tutto casuale, del problema cardiaco di Mahler. Ancora una volta solo la vicinanza e l’incoraggiamento di Alma permettono al compositore di riprendere il suo lavoro e sono strazianti le considerazioni della moglie:
“ Era sì contenta che stesse lavorando di nuovo, ma avrebbe voluto che anche lui vedesse il suo dolore, e che la sostenesse, ora che lui si sentiva più forte. Ma così era Gustav. Semplicemente, non vedeva ciò di cui lei aveva bisogno e quanto fosse infelice.”
Quel semplicemente mi ha commossa e agitata insieme: sicuro che quella di Gustav non è cattiveria voluta, ma la sua cecità nei confronti dei bisogni della moglie è quasi insostenibile. Un cambiamento nella loro vita famigliare è dovuto alla partenza per New York, dove per anni Mahler ha diretto prima il Met e poi la New York Philarmonic. La città, già dagli inizi del ‘900 frenetica e laboriosa, affascina e intimorisce Alma, che ben presto ne è però completamente conquistata: immagino cosa abbia voluto dire passare dalla imperiale ed elegante Vienna, alla convulsa città americana, in continuo fermento ed aperta a mille nuove possibilità. Lì tutto è alla portata di tutti e i grandi magazzini che offrono ogni mercanzia sono una novità rispetto alle piccole botteghe europee, dove solo gli abbienti hanno accesso. La vitalità e la complicità dei primi anni di matrimonio sono ormai un lontano ricordo e Alma per superare i suoi problemi di solitudine eccede con l’alcool: sarà durante una cura in Italia che conoscerà Walter Gropius, giovane architetto berlinese che risveglierà nella donna la passionalità e l’ardore della sua gioventù. Ancora una volta l’amore che prova per Walter è totalizzante e incontenibile, ma questo suo cambiamento spinge Gustav, che la conosce molto bene, a sospettare e quindi scoprire il tradimento. Il musicista quasi impazzisce di dolore e solo a questo punto Alma gli urla tutto quello che ha dentro, la sua rabbia, il suo dolore e il sentirsi incompresa anche dalla persona a lei più vicina. Mahler, che ha evidentemente amato davvero Alma, accetta di incontrare Freud e di farsi da lui consigliare e lo sforzo che fa per recuperare il rapporto con la moglie è reale e profondo. Anche in questo passaggio ho ammirato la bravura dell’autrice, che ha saputo rendere con le giuste parole la tristezza e lo strazio di Alma, ma anche lo sbigottimento dell’uomo nel rendersi finalmente conto di quanto la moglie avesse sofferto negli anni passati al suo fianco. E’ vero che bisogna assolutamente considerare il periodo storico entro il quale si è svolta la vicenda, ma mi sono più volte chiesta perché Alma non avesse parlato prima con il marito dei sentimenti che provava: l’intelligenza e la sensibilità di Mahler lo hanno portato, appena scoperto il disagio della moglie, a cercare un cambiamento nella loro vita di coppia che lo riavvicinasse ad Alma. Forse non è sbagliato credere e sperare che avrebbe fatto lo stesso sforzo anche prima, se si fosse reso conto di quanto grande era il dolore di lei. L’inverno del 1911 a New York Mahler si ammala gravemente, chiede di tornare a casa sua, nella sua Vienna; mi sono commossa davvero leggendo le parole di profondo amore e dedizione che Gustav rivolge alla moglie, consapevole di essere ormai giunto alla fine. Avevo inizialmente pensato di riportarvele, ma vi lascio leggerle di persona: vanno assaporate, così come tutto il libro, che è una grande storia d’amore, non solo l’amore passionale tra due persone, ma l’amore per la vita in tutte le sue sfaccettature, per ciò che Alma ha goduto e anche per ciò che ha sofferto; davvero è stata la donna che sapeva amare e nel suo amore ci stanno tutti: marito, figlie, amanti, Vienna, New York, e la musica, quella compagna così presente anche quando era assente, da essere per lei fonte di consolazione e disperazione insieme. Arrivata alla fine mi sono chiesta cosa sarebbe stato Mahler senza Alma: quanto lei con il suo silenzio, la sua comprensione, la sua vicinanza e il suo sostegno, ha contribuito a farne la figura che tutti conosciamo? E ancora una volta, cosa sarebbe successo se avesse trovato il coraggio di pensare di più a se stessa e avesse parlato fin da subito al marito di quanto si sentisse sola? La loro vita sarebbe stata diversa? Ovviamente non lo sapremo mai, ma mi piace pensare, forse perché sono una romanticona, che l’amore comunque mai spento tra i due, sarebbe stato di ulteriore sostegno a Gustav e una gioia infinita per Alma. Un plauso all’autrice per aver scritto un romanzo lungo sì, ma mai banale, anzi ricco ed avvincente e molto particolareggiato nelle descrizioni di luoghi, persone e sentimenti. Le mie parole sono state altrettanto lunghe, ma volevo rendere merito a questo romanzo, che per me merita.
RECENSIONE COMPLETA SUL BLOG "TRA LE BRACCIA DI UN LIBRO"
VOTO 5
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Mi sono chiesta spesso come dev’essere vivere all’ombra di un partner famoso, essere sì consapevoli di aver contribuito a farne una persona grande, e conosciuta, ed osannata in tutto il mondo, ed esserne orgogliosi, ma vivere anche questa solitudine e questa lontananza da tutto ciò che fino a pochi anni prima costituiva quotidianità. Nel romanzo si percepisce chiaramente quanto sia costato alla giovane rinunciare al pianoforte, alla composizione e alla sua musica: nel tempo la privazione rende Alma quasi rancorosa nei confronti del marito, eppure mai ha pensato di lasciarlo: la sua grandezza è comunque stata un faro e una catena che l’hanno legata a lui e il pensiero di quello che Gustav avrebbe provato senza di lei, il timore che la vena creativa si esaurisse in sua assenza, la spingono a restare al suo fianco nonostante l’amore passionale dei primi anni sia tramontato. Purtroppo una serie di sventure si abbatte sulla famiglia: la malattia di una delle figlie, la morte dell’altra, una serie di aborti spontanei e infine la scoperta, del tutto casuale, del problema cardiaco di Mahler. Ancora una volta solo la vicinanza e l’incoraggiamento di Alma permettono al compositore di riprendere il suo lavoro e sono strazianti le considerazioni della moglie:
“ Era sì contenta che stesse lavorando di nuovo, ma avrebbe voluto che anche lui vedesse il suo dolore, e che la sostenesse, ora che lui si sentiva più forte. Ma così era Gustav. Semplicemente, non vedeva ciò di cui lei aveva bisogno e quanto fosse infelice.”
Quel semplicemente mi ha commossa e agitata insieme: sicuro che quella di Gustav non è cattiveria voluta, ma la sua cecità nei confronti dei bisogni della moglie è quasi insostenibile. Un cambiamento nella loro vita famigliare è dovuto alla partenza per New York, dove per anni Mahler ha diretto prima il Met e poi la New York Philarmonic. La città, già dagli inizi del ‘900 frenetica e laboriosa, affascina e intimorisce Alma, che ben presto ne è però completamente conquistata: immagino cosa abbia voluto dire passare dalla imperiale ed elegante Vienna, alla convulsa città americana, in continuo fermento ed aperta a mille nuove possibilità. Lì tutto è alla portata di tutti e i grandi magazzini che offrono ogni mercanzia sono una novità rispetto alle piccole botteghe europee, dove solo gli abbienti hanno accesso. La vitalità e la complicità dei primi anni di matrimonio sono ormai un lontano ricordo e Alma per superare i suoi problemi di solitudine eccede con l’alcool: sarà durante una cura in Italia che conoscerà Walter Gropius, giovane architetto berlinese che risveglierà nella donna la passionalità e l’ardore della sua gioventù. Ancora una volta l’amore che prova per Walter è totalizzante e incontenibile, ma questo suo cambiamento spinge Gustav, che la conosce molto bene, a sospettare e quindi scoprire il tradimento. Il musicista quasi impazzisce di dolore e solo a questo punto Alma gli urla tutto quello che ha dentro, la sua rabbia, il suo dolore e il sentirsi incompresa anche dalla persona a lei più vicina. Mahler, che ha evidentemente amato davvero Alma, accetta di incontrare Freud e di farsi da lui consigliare e lo sforzo che fa per recuperare il rapporto con la moglie è reale e profondo. Anche in questo passaggio ho ammirato la bravura dell’autrice, che ha saputo rendere con le giuste parole la tristezza e lo strazio di Alma, ma anche lo sbigottimento dell’uomo nel rendersi finalmente conto di quanto la moglie avesse sofferto negli anni passati al suo fianco. E’ vero che bisogna assolutamente considerare il periodo storico entro il quale si è svolta la vicenda, ma mi sono più volte chiesta perché Alma non avesse parlato prima con il marito dei sentimenti che provava: l’intelligenza e la sensibilità di Mahler lo hanno portato, appena scoperto il disagio della moglie, a cercare un cambiamento nella loro vita di coppia che lo riavvicinasse ad Alma. Forse non è sbagliato credere e sperare che avrebbe fatto lo stesso sforzo anche prima, se si fosse reso conto di quanto grande era il dolore di lei. L’inverno del 1911 a New York Mahler si ammala gravemente, chiede di tornare a casa sua, nella sua Vienna; mi sono commossa davvero leggendo le parole di profondo amore e dedizione che Gustav rivolge alla moglie, consapevole di essere ormai giunto alla fine. Avevo inizialmente pensato di riportarvele, ma vi lascio leggerle di persona: vanno assaporate, così come tutto il libro, che è una grande storia d’amore, non solo l’amore passionale tra due persone, ma l’amore per la vita in tutte le sue sfaccettature, per ciò che Alma ha goduto e anche per ciò che ha sofferto; davvero è stata la donna che sapeva amare e nel suo amore ci stanno tutti: marito, figlie, amanti, Vienna, New York, e la musica, quella compagna così presente anche quando era assente, da essere per lei fonte di consolazione e disperazione insieme. Arrivata alla fine mi sono chiesta cosa sarebbe stato Mahler senza Alma: quanto lei con il suo silenzio, la sua comprensione, la sua vicinanza e il suo sostegno, ha contribuito a farne la figura che tutti conosciamo? E ancora una volta, cosa sarebbe successo se avesse trovato il coraggio di pensare di più a se stessa e avesse parlato fin da subito al marito di quanto si sentisse sola? La loro vita sarebbe stata diversa? Ovviamente non lo sapremo mai, ma mi piace pensare, forse perché sono una romanticona, che l’amore comunque mai spento tra i due, sarebbe stato di ulteriore sostegno a Gustav e una gioia infinita per Alma. Un plauso all’autrice per aver scritto un romanzo lungo sì, ma mai banale, anzi ricco ed avvincente e molto particolareggiato nelle descrizioni di luoghi, persone e sentimenti. Le mie parole sono state altrettanto lunghe, ma volevo rendere merito a questo romanzo, che per me merita.
RECENSIONE COMPLETA SUL BLOG "TRA LE BRACCIA DI UN LIBRO"