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Breve storia del libro (a modo mio) Formato Kindle

3,7 3,7 su 5 stelle 16 voti

C’è George Bernard Shaw che rimprovera Alfred Nobel: «Si può perdonargli l’invenzione della dinamite, ma soltanto un diavolo travestito da uomo avrebbe potuto inventarsi il premio Nobel». Oppure Beckett, che a ritirare il riconoscimento proprio non ci va; c’è Gutenberg che inventa la stampa a caratteri mobili e poi fallisce miseramente, dimenticato da tutti; ci sono i reading di poesia degli antichi romani, per un pubblico distratto come e quanto quello dei nostri contemporanei; ci sono i censori del Seicento che tagliano e tagliano, e poi tagliano ancora; o un poeta inglese contemporaneo che trova nella spazzatura il libro con la dedica fatta a mamma e papà. Ci sono i rotoli di pergamena che a Roma si chiamano volumina. Ci sono Petrarca e John Milton, Cervantes ed Erasmo da Rotterdam; c’è Albert Camus che muore in macchina con il suo editore; c’è Voltaire che scrive libelli tra un arresto e l’altro e c’è la pagina più erotica del Padrino. Ci sono libri fondamentali che vendono qualche decina di copie, successi commerciali di scarsissimo valore, e librai attenti alla qualità con le mani nei capelli. C’è Quasimodo che litiga con Montale, che se la prende con Ungaretti, «la iena egiziana». Ci sono gli olandesi che danno rifugio ai censurati, nel Seicento e durante il nazismo. C’è Molière che scrive lettere dedicatorie imbarazzanti; ma anche Shakespeare e Machiavelli in fondo non scherzano. Ci sono quelli che Mamma mia, l’invenzione della stampa, chissà dove ci porterà e quelli che Tanto cosa vi agitate a fare, il libro è morto per sempre. C’è, insomma, il mondo, in una ricostruzione di una vicenda millenaria che non vanta alcuna pretesa accademica, tutt’altro: «una cosa leggera e ironica», in cui la storia si intreccia ai viaggi e agli incontri dell’autore, a divagazioni illuminanti e aneddoti gustosi. «Nulla di erudito e noioso» sottolinea Andrea Kerbaker, autore appassionato. Un libro, a sua volta, un libro sui libri, ma da una prospettiva personale e per questo estremamente vitale e inaspettata. «A modo mio», insomma.
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Dettagli prodotto

  • ASIN ‏ : ‎ B00II598YI
  • Editore ‏ : ‎ Ponte alle Grazie (13 marzo 2014)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Dimensioni file ‏ : ‎ 639 KB
  • Da testo a voce ‏ : ‎ Abilitato
  • Screen Reader ‏ : ‎ Supportato
  • Miglioramenti tipografici ‏ : ‎ Abilitato
  • Word Wise ‏ : ‎ Non abilitato
  • Memo ‏ : ‎ Su Kindle Scribe
  • Lunghezza stampa ‏ : ‎ 197 pagine
  • Recensioni dei clienti:
    3,7 3,7 su 5 stelle 16 voti

Informazioni sull'autore

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Andrea Kerbaker
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Recensioni clienti

3,7 su 5 stelle
3,7 su 5
16 valutazioni globali

Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 24 maggio 2014
In latino libro e libero sono la stessa parola (liber)
La breve (non troppo) storia del libro stampato inizia con Gutenberg, passa per Manunzio e arriva fino agli editori dei giorni nostri
La professione dello "stampatore" per secoli è stata molto difficoltosa sia dal punto di vista economico che sociale (in quanto era necessario stare molto attenti a cosa si pubblicava, pena la galera o peggio il rogo).
Il libro è giustamente citato tra le grandi invenzioni dell'uomo, in quanto riesce a trasmettere i pensieri (poesia, narrativa e filosofia) e la conoscenza (manualistica e enciclopedia) rendendoli "immortali" e facilmente fruibili a chiunque si cimenti con esso
E' un libro che trasmette un amore quasi religioso per il libro e che rende partecipi delle grandi trasformazioni che lo hanno caratterizzato.
Quattro stelle e non cinque perché a mio avviso non ha approfondito l'attuale fase di dematerializzazione del libro (anche se è comprensibile per un amante e collezionista di libri)
4 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 16 giugno 2014
La bibliofilia è pur sempre una parafilia, e non necessariamente è sana: può anche andare d'accordo con meno nobili frequentazioni (Dell'Utri docet), e spesso richiede alle spalle una fortuna economica, le cui origini.. Non è il caso di Kerbaker, che sembra avere un certo fiuto per le trouvailles. Però confesso che ho trovato il testo molto autonarrativo, anche simpaticamente, ma un po' esile sulla storia del libro. Episodi piuttosto noti, notizie schematiche lasciano il lettore insoddisfatto. Siamo a metà tra il personalissimo "La collezione" di Mughini e il più denso e nutriente "Dietro le quinte" di Ragone, senza raggiungere nessuno dei due.
2 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 19 gennaio 2020
Libro acquistato come nuovo ma arrivato in condizioni pessime. Pagine ingiallite e macchiate, evidentemente è un articolo usato.
Recensito in Italia il 16 ottobre 2016
Il volume si configura come una lettura affascinante e di semplice consultazione (anche se alcuni argomenti sono poco sviluppati), ma, a mio parere, per certi versi dispersiva.

Se l’elemento di originalità è proprio il tocco personale dell’autore con i suoi aneddoti, questo si rivela anche freno allo scorrere del tempo. Interrompere la narrazione con tali divagazioni porta il lettore a distrarsi e a perdere segmenti di opera, sicuramente interessanti.

Dal punto di vista stilistico l’opera è caratterizzata da una prosa semplice e abbastanza discorsiva anche se la parte centrale del volume si rivela particolarmente lenta, a differenza della prima parte e dei capitoli finali dove la narrazione corre veloce riuscendo a catturare totalmente l’attenzione del lettore.

Un’opera nel complesso adatta a quanti desiderano conoscere in maniera soft la genesi del libro moderno.
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