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Stoner Copertina flessibile – 16 gennaio 2020

4,4 4,4 su 5 stelle 4.630 voti

"William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti." (Dalla postfazione di Peter Cameron)
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Dall'editore

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«Una scoperta meravigliosa per tutti gli amanti della letteratura». Ian McEwan

«Questo è semplicemente un romanzo che parla di un ragazzo che va all’università e diventa un professore. Eppure è una delle cose più affascinanti che vi capiterà mai di leggere». Tom Hanks

«Uno dei più grandi romanzi americani del ventesimo secolo». Bret Easton Ellis

«John Williams è uno di quegli scrittori che dopo aver letto non puoi fare a meno di consigliare perché hai la certezza che farai felice il tuo prossimo». Niccolò Ammaniti

«Stoner parla di resistenza ed è tra i migliori romanzi per tempi incerti che mi sia capitato di leggere. E questo, il nostro, è un tempo incerto». Paolo Giordano

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John Williams

Nato nel 1922 in una famiglia di modeste condizioni economiche del Texas, si iscrisse all’Università di Denver solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, durante la quale fu di stanza in India e in Birmania dal 1942 al 1945. Rimase a Denver per tutta la vita, dove insegnò Letteratura inglese presso l’Università del Missouri e dove morì nel 1994.

Poeta e narratore, John Williams è stato finalmente riscoperto negli ultimi anni, diventando un vero e proprio fenomeno di culto a livello internazionale.

Oltre ad Augustus, Fazi Editore ha pubblicato Stoner (2012), Butcher’s Crossing (2013) e Nulla, solo la notte (2014).

Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Fazi (16 gennaio 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 332 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8893257009
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8893257008
  • Peso articolo ‏ : ‎ 320 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 14.2 x 2.5 x 21.5 cm
  • Recensioni dei clienti:
    4,4 4,4 su 5 stelle 4.630 voti

Informazioni sull'autore

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John Williams
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Recensioni clienti

4,4 su 5 stelle
4,4 su 5
4.630 valutazioni globali
Un libro come non ne leggevo da anni
5 Stelle
Un libro come non ne leggevo da anni
Sono una lettrice esigente, e difficilmente mi innamoro di un libro a tal punto da divorarlo.Stoner è un romanzo che mi rimarrà per sempre addosso.I primi capitoli un po' lenti vi faranno credere che la storia non è niente di speciale, ma non devono scoraggiarvi, sono solo una delle tante fasi della vita che attraversa il protagonista, tra alti e bassi.Ho amato la narrazione così spontanea e naturale nel raccontare l'ordinario in maniera straordinaria, e ogni singola emozione vissuta da Stoner mi ha costretta ad un viaggio introspettivo che da anni non facevo leggendo un romanzo.È un libro che mi ha scossa, mi ha emozionata, mi ha fatta sentire esattamente come voglio sentirmi quando mi viene narrata una storia, lasciandomi quel senso di vuoto addosso una volta terminato il romanzo che fa male ma appaga allo stesso tempo.Molti recensori ne parlano negativamente (incomprensibile per me sinceramente ma tant'è). Dategli una chance e difficilmente ve ne pentirete, leggete la storia senza aspettarvi nulla di eclatante ma affidandovi al narratore.
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Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 27 maggio 2018
Cos'è la letteratura se non la più alta forma di voyeurismo? Vedere/non vedere e nel non vedere immaginare. Entrare nelle vite altrui, "vederli" amare, soffrire, morire... E durante questo lasciarsi andare, dimenticarsi della propria vita, abbuffarsi di esperienze vissute indirettamente e al contempo condivise con i protagonisti. In fondo, personaggi letterari e uomini reali, abbiamo tutti un po' le stesse vite: dal contadino al re, dal marinaio all'idrofobo, da Ulisse a Enea. Tutti noi nasciamo, amiamo, prendiamo decisioni, crediamo in qualcosa, siamo disillusi, riflettiamo sul futuro, scendiamo a compromessi... moriamo. Che siamo santi, poveri diavoli, eroi, mentecatti, principi Myskin o William Stoner.

Anche se poi ognuno ha il suo mistero, il suo segreto. Ognuno ha il suo mistero. Ecco perchè possiamo trovarci a spiare lo svestimento della mannequin come quello dell’anziana sovrappeso- ma magari dalla capigliatura fluente e ancora lucente, che ne so...-

Credo che il segreto di Stoner sia proprio questo: un libro che ti conduce nel mistero di una vita come tante (neanche troppo!), grazie alla scrittura dal sapore antico (per carità, l'ho letto tradotto in italiano, ma confido nel rispetto del traduttore), narrata in terza persona da un osservatore distaccato ma preciso, che ci lascia andare da soli nella nostra visualizzazione e interpretazione.
Mai come in questo libro ho letto tante volte la parola “inespressivo”; tantissime volte i personaggi agivano “con indifferenza”, senza lasciar straripare le emozioni.
Io la chiamarei la strategia del “tappo”. Quel tappo che come il vaso di Pandora vuole essere aperto.
Un tappo che apriamo, per dirla con un parossismo, fino in fondo. Stiamo come vouyeur a vederla disvelare tutta la vita di Stoner, fino alla morte.

Michel Foucault ha coniato e descritto una serie di luoghi dove il ritmo delle azioni si svolge secondo schemi, orari e modalità diverse dalla maggior parte dei luoghi: le eterotopie. Gli ospedali, i cimiteri, le biblioteche... gli specchi. Luoghi silenziosi in generale. Forse è proprio il rumore a caratterizzare i luoghi contemporanei e consentire a queste eterotopie di differenziarsi. Non so, forse mi sbaglio, ma credo che tra questi luoghi Foucault non abbia inserito la letteratura, o meglio il tempo/luogo della lettura. Quella dimensione di isolamento avvolgente di chi legge.
In Stoner, l’ambientazione primaria è l’università: una regina tra le eterotopie - e in un dialogo condotto dall’amico Dave Masters si capisce bene come gli uomini d’accademia siano gente che vive “fuori dal mondo reale”-.
Leggendo Stoner, andiamo quindi in una eterotopia a leggere una storia ambientata in un’eterotopia e che quindi, pur essendo comune, si trova doppiamente altrove.

Non condivido chi sostiene che Stoner abbia avuto una vita “piatta” (cit. P. Cameron), se per piatta si intende senza picchi o slanci emotivi. Ha avuto una vita come tante, certo,con pregi difetti vittorie e sconfitte. Ma ha stravolto il suo passato e da contadino è diventato un letterato. Ha sposato una donna borghese e ha conosciuto il piacere dell’amore coniugale, genitoriale e passionale. Ha sostenuto le sue idee, ha avuto nemici acerrimi e i pochi amici che tutti alla fine abbiamo veramente.

Stoner è un libro che ho divorato nel minor tempo di sempre (o per lo meno da un bel pezzo a questa parte) e credo che il suo segreto sia stato quello di farmi stare bene facendomi sentire parte di questa normalissima magia.

Bellissimissimo. Non ho altri aggettivi.
10 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 11 giugno 2014
Ho deciso di leggere questo libro dopo averne letto una citazione su facebook. Ignoravo che fosse un caso letterario - seguo così poco i giornali che non l'avevo mai sentito nominare - e non sapevo ancora chi fosse l'autore.

Quando l'ho scoperto, mi sono ricordata che di Williams avevo già letto Augustus. Il romanzo dell'imperatore, che è stato probabilmente il miglior libro che ho letto nel 2010. Augustus per me è un capolavoro. Stoner è un buon libro, un bel libro, ma non un capolavoro.

Più che altro, perché i momenti di vera bellezza stanno in alcuni momenti, nel giro di alcuni periodi, che si stagliano sugli altri quasi fossero aforismi. In particolare quelli riguardanti l'università.

"Signori, avete mai riflettuto sulla vera natura dell'università? Mr Stoner? Mr Finch? […] Scommetto di no. Il qui presente Stoner, immagino, la vede come un grande deposito, come una biblioteca o un magazzino, dove gli uomini entrano di loro spontanea volontà e scelgono ciò che li rende completi, dove tutti lavorano insieme come le api in un alveare. La Verità, il Bene, il Bello. Sono appena dietro l’angolo, nel corridoio accanto; sono nel prossimo libro, quello che non hai ancora letto, o sullo scaffale più in alto, dove non sei ancora arrivato. Ma un giorno ci arriverai. E quando succederà… quando succederà… […] Ma vi sbagliate entrambi. L’università è un ospizio, o… come le chiamano adesso? Una casa di riposo, per vecchi e malati, per gli infelici, o gli inetti di ogni genere. Guardate noi tre. Siamo noi l’università. […] È per noi che esiste l’università, per i diseredati del mondo. Non per gli studenti, non per la disinteressata ricerca della conoscenza, né per le ragioni che sentite dire. Quelle sono solo una copertura.”

Ma questi lampi di prosa tolstojana non si mantengono per tutto il romanzo. L’apice – almeno per me – viene raggiunto dalla faccenda di Walker, ma poi il libro scema.

Soprattutto, erroneamente pensavo che Stoner fosse un buono sconfitto dalla vita, ma più andavo avanti, più sentivo che invece non aveva mai provato a migliorare. Stoner non ha una mente particolarmente filosofica, non è il principe Myskin travolto da Rogožin, non è don Chisciotte contro i mulini a vento. E per questo mi è stato meno simpatico. “A Stoner sarebbe piaciuto vederlo più spesso, ma non parlò mai di questo suo desiderio.” Ecco. In questa frase ho colto il succo del personaggio. Mi si è rivelato non come un buono perdente, ma come un ignavo, e quindi immeritevole della mia stima. “Fama di loro il mondo esser non lassa; / misericordia e giustizia li sdegna: / non ragioniam di lor, ma guarda e passa".”

Una nota sulla traduzione: “La poesia e la prosa inglesi del Medioevo, edito da Loomis e Willard” è un orribile falso amico per “a cura di Loomis e Willard.”
4 persone l'hanno trovato utile
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Le recensioni migliori da altri paesi

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MC
5,0 su 5 stelle A Must
Recensito nel Regno Unito il 8 luglio 2019
One of my favourite book. I loved every line of it, even the smell of the pages.
Una persona l'ha trovato utile
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France
5,0 su 5 stelle Un regal!
Recensito in Francia il 7 maggio 2016
Un roman magnifique de finesse psychologique qui réussit à nous captiver malgré une intrigue relativement simple et dépouillée. Un vrai bonheur et une découverte pour moi. J'associe ce romancier à un Schnitzler ou un Zweig.
Alessandro Cazzaniga
5,0 su 5 stelle Bellissimo, tristissimo
Recensito negli Stati Uniti il 17 marzo 2013
La parabola di un uomo tranquillo, una vita di "ordinaria disperazione".
Struggente racconto di come la vita può scorrere via in modo tanto infame nonostante una tranquilla apparenza.
roberto
5,0 su 5 stelle Uno de los mejores libros
Recensito in Spagna il 2 ottobre 2013
Es un libro que deja algo en el alma y en la mente. Una prosa sencilla y directa. Esencial, sugerente, intensa. He disfrutado leyéndolo, por que como dice el mismo autor en una entrevista leer sin pasártelo bien es absurdo. Si os gusta leer, aquí tenéis un libro que no os dejará indiferentes.
Una persona l'ha trovato utile
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eugenio donaggio
5,0 su 5 stelle Five Stars
Recensito negli Stati Uniti il 20 luglio 2014
Libro prezioso e misterioso.