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L'invenzione dei corpi Copertina flessibile – 29 aprile 2021
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- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa300 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni14.2 x 2.1 x 21.4 cm
- EditoreFazi
- Data di pubblicazione29 aprile 2021
- ISBN-108893253895
- ISBN-13978-8893253895
Dall'editore
Dettagli prodotto
- Editore : Fazi (29 aprile 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 300 pagine
- ISBN-10 : 8893253895
- ISBN-13 : 978-8893253895
- Peso articolo : 300 g
- Dimensioni : 14.2 x 2.1 x 21.4 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 502,773 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Il contenuto del libro per la verità un po' meno.
La materia di questo libro dovrebbe essere di grandissima attualità: poteva essere sviluppata facendo decollare la fantasia. Invece, purtroppo, non mi è sembrato.
Ė come se l'autore avesse fatto capolino aprendo uno spiraglio su quello che potrebbe essere un possibile futuro, per poi chiudere subito la porta e non vedere più niente.
La lettura viene più volte brutalizzata da episodi e scene di una violenza inaudita e gratuita, che chi compra un libro come questo proprio non si aspetta.
Inoltre, la trama principale viene attraversata da narrazioni secondarie che appesantiscono la lettura e che non si capisce perché vi siano state inserite.
L'autore si dilunga molto sulla cronistoria della nascita di internet, che francamente a un lettore come me può interessare fino a un certo punto.
Una delle figure principali del libro è uno scienziato malvagio che ricorda un po' lo Spennacchiotto disneyano, di cui segue la stessa sorte.
Tra descrizioni di eventi storici fondamentali per comprendere la nostra storia digitale, l’autore traccia una linea, saltando dalla beat generation all’idea di internet come luogo creato per espandere le proprie idee, per esistere al di fuori di una società schiacciante, per poter parlare, urlare, senza venire uccisi, senza essere perseguitati, perché in quella dimensione il corpo non esiste, esistono solamente le idee.
Il romanzo ha un ritmo particolare e frenetico, non la definirei una narrazione lineare, a causa dei continui flashback, degli approfondimenti sul pensiero informatico, ma è un quadro che alla fine riprende tutti i suoi pezzi. In alcuni momenti potrebbe anche sembrare un saggio, che analizza a fondo la società e l’umanità, approfondisce la differenza fra l’uomo selvaggio, che sente, odora, tocca la vita nella sua materialità finita, limitata in una dimensione soltanto e delinea i possibili comportamenti di un uomo eterno, che in qualche modo ascolta e vive la vita in termini del tutto diversi, andando oltre il decadimento del corpo.
“L’invenzione dei corpi” è un mix di idee, di azione, di personaggi ben delineati; è un testo che da spunti di riflessione interessanti sul progresso dell’umanità, ponendo l’accento sui sentimenti umani che vanno spesso in contrasto con l’utopia dell’uomo-macchina eterno, che non può morire e che, volontariamente o meno, subisce modifiche nel suo aspetto emotivo-comportamentale.
Pierre Ducrozet riesce a parlare di informatica, di sistemi digitali, di programmazione in modo così romantico e passionale che anche chi non è solito leggere questo tipo di romanzi, ne viene trascinato e sente la connessione che c’è tra umanità e tecnologia, non basata soltanto su codici, ma su sensazioni, sull’espansione della propria identità, che grazie ad essa, riesce a ricostruirsi, riscattarsi, riesce a dare voce alle persone che non hanno potuto vivere, gridare, ribellarsi.
Recensito in Italia il 8 maggio 2021