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Semina il vento Copertina flessibile – 7 gennaio 2020

4,2 4,2 su 5 stelle 419 voti

Braccio 6, nel reparto di massima sicurezza di un carcere del Nord Italia. Sulle labbra, la dichiarazione di innocenza; tra le mani, il giornale che ritrae in prima pagina il corpo senza vita di sua moglie. Su consiglio del proprio avvocato, Giacomo decide di raccontare la propria vicenda, l'inevitabile serie di eventi che lo ha condotto in quella cella. E così torna all'epoca in cui, per riuscire a sopravvivere a Parigi, alternava il lavoro di curatore di mostre per bambini, a quello di cameriere. Era in quel periodo che aveva conosciuto Shirin. Non l'aveva trovata subito bella, almeno non nel senso consueto del termine; era stato attratto piuttosto dalla storia che i suoi occhi sembravano celare, da quel profondo distacco verso chi le stava accanto, come se per lei la vita vera fosse altrove. Ci sono amori che iniziano all'improvviso, con notti memorabili, il loro invece era nato con la lentezza inesorabile delle cose fatte per durare. L'innamoramento, il matrimonio e poi la decisione che avrebbe cambiato le loro vite per sempre: lasciare Parigi per trasferirsi a Molini, sulle montagne piemontesi, nel paese dove lui era nato. Ma nessun luogo è al riparo dal vento dell'odio, dal fanatismo delle religioni, dall'arroganza del potere, dall'intolleranza strisciante. Così il paradiso aveva cominciato a scivolare verso l'inferno, prima piano, poi sempre più rapidamente, fino ad arrestarsi lì, in quella cella, con il tormento del ricordo d'un amore reso perfetto dalla morte.
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Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Piemme (7 gennaio 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 253 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8868366266
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8868366261
  • Peso articolo ‏ : ‎ 220 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 12.5 x 1.63 x 19.5 cm
  • Recensioni dei clienti:
    4,2 4,2 su 5 stelle 419 voti

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Alessandro Perissinotto
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Recensioni clienti

4,2 su 5 stelle
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419 valutazioni globali

Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 14 aprile 2013
Libro eccezionale, però da metà in avanti. Prima pone le basi del dramma, in maniera perfetta, corretta, ma non appassionante. Da un certo punto le cose precipitano e non ci si può più staccare dalla lettura. Ci si ritrova in mezzo al dramma senza capire proprio appieno come si sia arrivati a tanto. Come delle azioni banali e quasi quotidiane possano pesare come macigni su alcune vite.
E poi si capisce che il libro può essere letto su più livelli e su più livelli ha dei messaggi. Primo fra tutti e più esterno è il dramma dell'integrazione razziale, o meglio dell'integrazione delle tradizioni, perchè ognuno ha la sua e non riesce a vedere quella del vicino se non è direttamente toccato dal problema.
Poi c'è il dramma affettivo, che mostra come pochi siano i grandi amori che resistono ai grandi problemi, che fanno superare gli egocentrismi (neanche necessariamente egoismi, soltanto egocentrismi: quando cioè non si sa vedere al di fuori di se stessi e non ci si sa immedesimare nell'altro, nemmeno se tanto amato). Come di punto in bianco una coppia sperimenti l'arsura e il gelo del distacco e non sia più in grado di comunicare. E a quel punto chiaramente viene a valere il famigerato detto "mogli e buoi dei paesi tuoi". Anche se nell'intimo, almeno da una delle due parti, resta un attaccamento infinito all'altro, o almeno a ciò che la vita con l'altro sarebbe potuta essere.
Più internamente ancora la folgorazione su quanto le tradizioni e soprattutto le religioni abbiano nuociuto, da un certo punto in avanti, alle popolazioni che vi ci sono affannate, con l'amara constatazione che "..l'ateismo è la sola religione di pace". Come dire che da sempre ne ha uccisi più la religione che la peste.
Bellissima la figura del maestro che vorrebbe insegnare ai bimbi a crescere liberi, ma deve accontentarsi di insegnar loro ad integrarsi nel loro piccolo borgo. Altrettanto la figura dell'innamorato che perde ogni ragione di vita una volta perso l'amore. Dell'uomo che non accetta che il suo mondo sia in realtà così mostruosamente diverso dalle sue aspettative, tanto da non meritare nemmeno i suoi tentativi di riportare le cose sui binari della logica e della realtà.
Atroce la figura della donna senza origini, figlia di genitori che credevano di averle dato ricchezza ed emancipazione mentre avevano solo gettato le basi per la sua disperazione. Altra lezione su come spesso i genitori migliori siano i peggiori se visti dalla prospettiva di un figlio non sufficientemente autonomo dal punto di vista emozionale. E incredibile la definizione di passionalità per un carattere assoluto, che non riuscendo a realizzarsi in una vita lineare si industria per ottenere quanto le spetta rivolgendo altrove le sue risorse incapaci di mezzi termini.
6 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 18 novembre 2013
il libro tratta un argomento molto attuale: l'intolleranza dell'altro, di chi è "straniero".....
è un libro molto serio e molto profondo che, alla fine, fa molto riflettere sui mali della nostra società, la ricerca spietata di un'identità e di quelle tanto decantate radici che, purtroppo, non portano da nessuna parte.
Se solo si iniziasse a non seminare vento....forse, non raccoglieremo le tempeste che giornalmente fanno la nostra storia attuale.....
l'intolleranza e i fondamentalismi, di qualsiasi genere, siano essi politici, religiosi, sociali, non portano mai da nessuna parte
Recensito in Italia il 22 giugno 2017
"Le religioni sono state inventate dal demonio per tenere l'uomo lontano da Dio", diceva Karl Marx, e questo libro li dimostra. Alla fede, infatti, non sempre si accompagna l'espressione di una spiritualità sana e solidale, che vuole il bene degli altri. Chi crede in un dio giudicante è il primo a giudicare, a non capire, e questo concetto emerge molto bene tra le righe di questo romanzo, capace di intrattenere (un divertimento non ridanciano, ma legato al trasporto nei confronti della storia) e al contempo di far riflettere sulla natura e sul marciume di una società che, nonostante la sua storia millenaria, non cresce e non evolve. Perissinotto sa evidenziare molto bene le contraddizioni della provincia italiana, dove i "terùn", un tempo discriminati ora militano nella lega e, senza aver imparato nulla dalle umiliazioni subite, riversano sugli stranieri la stessa ostilità. E poi, ci sono le leggi: inutili, spesso vacue, utilizzate più per rimarcare le proprie posizioni che per tutelare la comunità. E c'è l'amore, che non resiste alle pressioni ideologiche, che non "vince tutto", come si crede, che nulla può contro la cattiveria, contro l'ignoranza, e contro una rabbia che corrode, perché legata a una profonda ferita da ingiustizia.

Quand'ho finito di leggere questo romanzo ho provato un profondo senso di tristezza. E, forse, era questo il suo scopo.
4 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 9 dicembre 2022
Autore apprezzato per altri libri (Treno 8017, La Canzone di Colombano), qui non mi sono divertito.
Pur condividendo certe argomentazioni dello scrittore, ho trovato la storia un poco banale e semplicistica, tuttavia aspetto da considerare è che sin dalle prime pagine incombe il fantasma pervasivo e opprimente della tragedia.
Recensito in Italia il 28 agosto 2019
L’ho letto in due sere, catturato fin dalle prime righe da una storia che coinvolge subito pur avviandosi lentamente. Forse proprio la maestria nel disegnare i personaggi ha dato quell’aura di autenticità al racconto che si è trasformata in immediata empatia.
L’autore ha costruito con grande abilità narrativa e con un gioco di ruoli (l’avvocato, il detenuto) perfettamente equilibrato un dramma completo: affettivo, sociale, morale, religioso e anche storico, perché quando gli eventi che accadono intorno a noi diventeranno storia, un romanzo del genere potrà essere una delle migliori chiavi per capirli.
Magistrale l’accrescere della tensione e dell’ansia per arrivare all’epilogo, intuito e temuto, ma mai scontato.
Angosciante il quadro d’odio che si costruisce poco alla volta e innegabile l’insegnamento che traspare fra le righe. Il male non nasce tanto dalle convinzioni, quanto dall’odio che prende il controllo e trasforma umani in belve.
Mi sento di consigliarlo a chiunque, dal lettore impaziente al lettore appassionato, anche a chi vuole imparare a odiare l’odio.
9 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 20 febbraio 2014
Questo libro è un esempio di quanti danni ha fatto la lega, specialmente al Nord, perchè al Sud dove vivo, l'abbiamo visto come un fenomeno folcloristico...A Perissinotto vorrei dire di essere un tantino più ottimista! Le belle persone che lui descrive nel libro sono di per sè un miracolo della vita, non c'è bisogno di riservare loro un destino tragico.

Le recensioni migliori da altri paesi

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Pascal Kenley
5,0 su 5 stelle Avvincente.
Recensito nel Regno Unito il 25 novembre 2013
Come la maggioranza della letteratura italiana, questo libro e' una tragedia, ma e' ben costruita, e la scrittura e' bellissima. E' un bel' po' di tempo da quando un libro potrebbe tenermi sveglio a letto!
BERTAUX LIDIA
3,0 su 5 stelle semina il vento
Recensito in Francia il 26 febbraio 2013
bien écrit très agréable à lire
un peu long quelquefois mais l'histoire est intéressante
et la fin bien amenée. à lire