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A Bordeaux c'è una grande piazza aperta Copertina flessibile – 15 febbraio 2018
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa224 pagine
- LinguaItaliano
- EditorePonte alle Grazie
- Data di pubblicazione15 febbraio 2018
- Dimensioni13.7 x 1.8 x 20.5 cm
- ISBN-108868337142
- ISBN-13978-8868337148
Descrizione prodotto
Dalla seconda/terza di copertina
Dalla quarta di copertina
Dettagli prodotto
- Editore : Ponte alle Grazie (15 febbraio 2018)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 224 pagine
- ISBN-10 : 8868337142
- ISBN-13 : 978-8868337148
- Peso articolo : 300 g
- Dimensioni : 13.7 x 1.8 x 20.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 410,216 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Seguiamo Ruth, la protagonista, a Bordeaux dove è stata invitata da una galleria d’arte per allestire una sua personale. È separata, ha una figlia, Sofi, e due relazioni aperte con uomini che vivono la fisicità in un modo a stento soddisfacente. Uno è Johannes, che dice di amarla, ma poche volte fa l’amore con lei, pur nutrendo desideri “pornografici” per donne conosciute nei bar o in locali per scambisti; l’altro uomo sembra tenere a Ruth più del primo, ma lei per lui non prova quel trasporto che la rende dipendente e disfunzionale come con Johannes.
Una relazione tra i due che è nata da un semplice scambio di messaggi e che è cresciuta alimentandosi grazie agli interessi comuni: Ruth è un’artista, Johannes un critico d’arte; frequentano lo stesso giro, vivono in città diverse e, solo in un secondo tempo, si avvicinano forti di un’intesa che, però, non sfocia mai nella passione. Sublimazione intellettuale sì, fisicità no; o, al massimo, rarefatta: è questa la concessione di Johannes che pure non si nega altre avventure, raccontandogliele poi.
E Ruth ne soffre. Non per il tradimento, quanto più per la percezione di sé: dopo la fine del suo matrimonio, aveva sentito rinascere il desiderio, si concedeva relazioni, il sesso era facile, felice e disinibito; dopo Johannes tutto è cambiato. C’è l’amore, la dipendenza emotiva, ma è come se lui diventasse inavvicinabile, ancor più quando vivono dei rari momenti di complicità, e allora lui si trasforma, quasi pentendosi della breccia aperta: si nega al telefono, esce, si ubriaca, le manda messaggi di cosa sta facendo con altre donne e foto di queste compagne effimere che non durano mai oltre una notte. Ruth si destabilizza, pensa, somatizza, diventa dipendente dal bisogno quanto lui ne è impermeabile.
Finché lei non si reca a Bordeaux in attesa che lui la raggiunga prima del vernissage; lì incontrerà Adel, una gallerista da cui si scoprirà attratta, e Lily, la figlia.
A Bordeaux c’è una grande piazza aperta è un romanzo quasi privo di trama e letterario al cento per cento.
Sono pagine di chimica emotiva, poesia, bellezza. Molte dal punto di vista di Ruth, altre incomprensibilmente da quello di Lily. Ma non c’è storia. La trama è debole, lacunosa; la vicenda irritante. È un puro esercizio di linguaggio, dove la sperimentazione è interessante e rientra nel campo dell’arte visuale con cui chiaramente la letteratura qui gioca una partita.
L’eros è presente, ma è cerebrale anche nelle scene o nei racconti più spinti: siamo nel campo delle pulsioni, delle fantasie realizzate, del desiderio che deve fare i conti con il corpo, e il risultato è che manca di colore e calore.
Tutto è freddezza, la sessualità è meccanica e studiata, e mostra come l’inconciliabilità fisica annulli la vicinanza, anche quando è presente un affetto detto e un necessario bisogno di appartenenza.
Editing a cura di Lady Owl per Feel the Book
Un interesse nato perché lei ha letto cose che lui scrive e che ha scritto ed è stata fortemente attratta dal suo modo di vedere il mondo e di conciliarsi con la vita attraverso di esso. I due s’incontrano, anche se abitano in città diverse e iniziano una relazione molto strana che mette spesso in crisi la Ruth. Il flusso di coscienza attraverso cui emergono i pensieri ed i ricordi è molto forte, spesso confusionario, a tratti eccedente, ma sicuramente profondo e passionale, vitale nella sua esposizione.
Erano i miei sentimenti ad essere morti. Ma che sentire fosse così pericoloso. Questo non lo sapevo. Avevo sempre pensato di essere coraggiosa.
Lei è attratta da lui, si sente completamente persa senza di lui, assistiamo alle manifestazioni di quella sofferenza data da un’assenza che spesso non riesce nemmeno a colmarsi con il corpo perché Johannes poche volte fa l’amore con lei e altrettante poche volte sembra realmente interessato a ciò che lei è, e a cosa fa.
Attraverso un uso del linguaggio esplosivo, fluido, ma privo di regole e di limiti, entriamo direttamente in contatto con l’anima al femminile, con i suoi desideri, le sue paure, le sue angosce ed è tutto un fluttuare di emozioni e di sensazioni che rendono la vita palpabile, elettrica, meravigliosa nella sua consistenza, nel bene e nel male.
Il rapporto con Johannes diventa la misura di tutte le cose. Ruth ha anche una bambina di nome Sofi che appare al margine di questa relazione che comprende tutto e che diventa il massimo e il minimo dell’esistenza. In base a come lui si comporta, dice o fa, lei si sente felice, triste, ambigua, confusa, morta.
Il rapporto con il suo corpo è fondamentale per comprendere l’evoluzione dei suoi pensieri e della sua coscienza. Prima di incontrarlo si sentiva più viva, vivace, predisposta verso gli uomini, al sesso, al desiderio, dopo di lui, invece, si sente più vecchia, meno incline alla scoperta e alla voglia di affondare nei piaceri indistinti della vita.
La piazza aperta di Bordeaux è il luogo in cui la nostra protagonista si ritrova grazie ad una mostra ed è quello lo spazio esterno che diventerà lo spazio della sua anima e della sua mente. Attraverso quella piazza misurerà i suoi sentimenti, i suoi reali desideri e soprattutto, i suoi bisogni, le vere necessità che le bruciano dentro e che non riesce a soddisfare con Johannes accanto.
Un viaggio intimo verso un’introspezione dolce, salata e spesso amara che ci mette a confronto con ciò che vogliamo veramente dalla vita, con quello di cui ci accontentiamo e per cui siamo davvero capaci di lottare.
La piazza aperta dove sono dondola, oscilla da un lato all’altro, si crepa, vedo che la piazza aperta è un posto nel mio corpo, un posto in me.
L’autrice ha una prosa delicata ma anche struggente, c’è nostalgia, un forte senso di mancanza e il desiderio viscerale di colmare la distanza dall’altro. È la storia di un amore che appare impossibile e di altre piccole storie che si snodano al suo interno, è un linguaggio sincero, d’impatto che si esprime attraverso la bellezza dell’arte e se ne fa trasfigurazione a volte silenziosa, altre volte irruente ed intimidatoria. Il corpo è un mezzo per esprimere i pensieri che non sono mai taciuti, mai oppressi, anzi, ad essi viene dato libero sfogo con uno stile poetico e armonico.
C’è un’espressività potente che stupisce, lascia spesso interdetti e fa riflettere su come l’autrice riesca a mettere a nudo tutto senza però farti sentire spoglio.
(...)
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