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Finestra sul nulla Copertina flessibile – 30 agosto 2022
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- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa227 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni10.8 x 1.5 x 17.8 cm
- EditoreAdelphi
- Data di pubblicazione30 agosto 2022
- ISBN-108845936996
- ISBN-13978-8845936999
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Dettagli prodotto
- Editore : Adelphi (30 agosto 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 227 pagine
- ISBN-10 : 8845936996
- ISBN-13 : 978-8845936999
- Peso articolo : 200 g
- Dimensioni : 10.8 x 1.5 x 17.8 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 106,441 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Nelle sue opere Cioran a tratti ti conforta, a tratti ti fa divertire, a tratti ti fa riflettere. Pur essendo cattolico, quindi non ateo, ammiro sempre Cioran come scrittore (lo leggo ormai da vent'anni con la stessa passione). E lui, anche se giovane, in questi frammenti che hanno configurato un libro, non smette mai di stupirmi e interessarmi.
Cioran mi dà le stesse emozioni di quando leggo Platone, Seneca, Marco Aurelio, Plutarco, Kant e Schopenhauer e, naturalmente, quando ascolto Bach, Beethoven, Schubert, Wagner, Brahms e Bruckner: è un formidabile antidepressivo, perché ti insegna a vivere osservando te stesso e gli altri dall'esterno o al di sopra, come se si vivesse la propria vita come uno spettacolo che in fondo non ci riguarda esteriormente.
Queste sono solo alcune delle sue riflessioni più belle (ma qui ce ne sono a decine e ognuno può scegliersi quelle più adatte a sè e alla propria circostanza):
" Vi è tanto vuoto nell'uomo che, non riuscendo a riempirlo con nulla, perde il suo tempo a desiderare di desiderare". " In mezzo agli uomini ho imparato a detestare il Sahara- per le sue oasi". "Ogni grande esistenza inizia da un grande disgusto". "Vi è qualcosa di più nobile che non riuscire nella vita?". "Vivere significa essere vittima di qualsiasi cosa". " La sventura proviene dal fatto che nessuno può mandar giù il proprio pane quotidiano senza il sostegno di un'"idea"..."
Alcuni pensieri sono lunghi, altri brevi, altri ancora brevissimi; ce ne sono di condivisibili o no, di malinconici o divertenti (talora si può sorridere o ridere a crepapelle, dipende dalla sensibilità del lettore). In alcuni si sente il filosofo, in altri l'artista; in alcuni lo scettico, in altri il mistico o l'uomo che ricerca disperatamente Dio o un perché... Cioran è uno scrittore per molti o moltissimi, anche se forse non proprio per tutti... Nei suoi libri ho trovato la soluzione per ogni dolore, delusione, mortificazione e soprattutto la possibilità di ridere su tutto quello che ci fa soffrire o esaltare... e alla fine si gioisce, perché tutto il mondo non vale niente rispetto alla nostra serenità, anzi al nostro benessere interiore.
Solo uomini come Cioran o Bruckner possono ulteriormente nobilitare delle città già di per se stesse nobili come Parigi e Vienna. Sono felice per non essermi perso anche questo volume del giovane Cioran. Da cattolico io ritengo Cioran, scettico e ateo (? ), un uomo molto più spirituale di tanti cattolici superficiali.
Buona lettura a tutti!
“Finestra sul nulla” di Cioran (il titolo, redazionale, è ricavato dal frammento di apertura) è da considerarsi un grande regalo o una liquidazione a basso costo? Propenderei più per la seconda ipotesi, in quanto questo libro non aggiunge nulla di nuovo al pensiero dell’autore rumeno naturalizzato francese. Un grande regalo per i lettori è stata certamente la pubblicazione dei quaderni di Cioran, nei quali l’autore annotò dal 1957 al 1972 le più svariate riflessioni, che colpiscono per profondità e incisività. Personalmente è il libro di Cioran che preferisco oltre al giovanile “Sulle cime della disperazione”, scritto a ventidue anni.
Accostare un’opera colossale (più di 1100 pagine) come I quaderni a questa esigua raccolta di frammenti, come fa la quarta di copertina dell’edizione italiana, appare un’operazione alquanto azzardata, sia per la distanza temporale che separa le due opere che per la varietà dei temi affrontati.
Scritto tra il 1943 e il 1945 questo libro di Cioran è rimasto inedito fino alla sua traduzione francese nel 2019 a cura di Nicolas Cavaillès presso l’editore Gallimard. Solo una ventina di pagine è stata pubblicata in una rivista rumena nel 1948. Il libro non è strutturato in capitoli o sezioni, come è d’abitudine nelle opere successive scritte in francese ma è una sequenza di frammenti, più o meno lunghi e sprovvisti di titolo. Manca inoltre qualsiasi riferimento concreto all’attualità (alla guerra mondiale in corso e alla Francia occupata dai nazisti). Senza una suddivisione chiara in sezioni o capitoli è difficile per il lettore orientarsi all’interno del libro. Non è di facile lettura: troppi i voli pindarici dell’autore, troppe le forzature di un pensiero non sempre chiaro e convincente. Si ha l’impressione che l’autore non abbia ancora trovato la sua strada e il suo stile: lo avrebbe trovato solo abbandonando, pochi anni dopo, la lingua materna, il rumeno, e adottando il francese come lingua dello spirito. I suoi primi due libri in francese, Trattato di decomposizione (1949) e Sillogismi dell’amarezza (1952), riprenderanno infatti diversi temi e stilemi che sono già presenti in nuce in questa raccolta: il nichilismo, la misantropia, l’ossessione della morte, l’insonnia e l’amore.
Molti pensieri hanno un carattere provvisorio e spesso o sono banali (tra quelli che mi vengono in mente: “Tra noi e le cose si frappone la luce”, “La percezione del tempo dipende dal grado di decomposizione della nostra carne”, “La vita è una Resurrezione in un Inferno”) o di cattivo gusto (“Porterò il mio dubbio e la mia amarezza finché i fiori che mi circondano riversino del pus […], “[…] Gli istanti sono concepiti dai vermi per tormentarci la vita […]”, “Ogni nostro istante è reso possibile solo dall’indulgenza dei vermi”.) o assurdi (“Di tutte le codardie che rendono possibili i rapporti tra gli esseri umani, la più delicata resta comunque l’amicizia”; “Il tempo è […] lo snobismo dell’irreparabile”). Cioran, per provocare sconcerto nel lettore, abusa spesso e volentieri del paradosso collegando concetti che non sono logicamente collegabili.
Altre volte gli manca chiaramente il senso della pregnanza aforistica come si può vedere da questo frammento, incerto anche sul piano logico:
“Gli uomini si assomigliano gli uni agli altri peggio delle croci di un cimitero militare”, che potrebbe essere riformulato più efficacemente così:
“Gli uomini: tutti uguali come croci di un cimitero militare”.
Uno dei limiti più evidenti di molti aforismi di Cioran (ciò vale in generale, ma a maggior ragione per questa raccolta giovanile) è che il presunto valore di verità dell’aforisma può essere facilmente capovolto nel suo esatto contrario, senza per questo essere necessariamente falso.
Alcuni esempi (in corsivo gli aforismi da me capovolti):
Tra noi e le cose si frappone la luce. (Tra noi e le cose si frappone il buio.)
Chi non prova un’immensa pietà di se stesso non può odiare gli uomini (Chi non prova un immenso odio di se stessi non può amare gli uomini).
I cuori troppo maturi imputridiscono nei versi (I cuori troppo immaturi imputridiscono nei versi).
Sull’albero della vita l’amore è il frutto più putrido (Sull’albero della vita l’amore è il frutto più fresco).
Nei suoi momenti essenziali, ogni uomo ha un po’ l’aria di un assassino (Nei suoi momenti essenziali, ogni uomo ha l’aria di un bambino innocente).
E così potrei continuare.
“Finestra sul Nulla” mi sembra, concludendo, un libro più adatto a studenti o studiosi che debbano scrivere una tesi di laurea o un saggio sull’evoluzione del pensiero di Cioran che al lettore ignaro ma ben disposto nei suoi confronti. Quest’ultimo ha bisogno di una strada d’accesso meno faticosa.