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Tempo di uccidere Copertina flessibile – 15 ottobre 2020
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Dettagli aggiuntivi
- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa329 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni22 x 2.5 x 14.2 cm
- EditoreAdelphi
- Data di pubblicazione15 ottobre 2020
- ISBN-108845935159
- ISBN-13978-8845935152
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Dettagli prodotto
- Editore : Adelphi (15 ottobre 2020)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 329 pagine
- ISBN-10 : 8845935159
- ISBN-13 : 978-8845935152
- Peso articolo : 433 g
- Dimensioni : 22 x 2.5 x 14.2 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 16.579 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 696 in Classici (Libri)
- n. 1.456 in Narrativa contemporanea (Libri)
- n. 1.870 in Narrativa letteraria (Libri)
- Recensioni dei clienti:
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Da questo momento in poi, la narrazione va di pari passo con le riflessioni del protagonista, catalizzate ora sul diverso modus vivendi di due mondi così tanto distanti, ora su se stesso e sui suoi atteggiamenti tipicamente da homo occidentale, il saputello che sa (o pretende di conoscere) la psicologia dei conquistati, che considera gli indigeni un popolo antico e incolto, ma dotato di saggezza.
Il tutto si acutizza quando il soldato, a seguito di un incidente, uccide la donna e nasconde il cadavere. Riprende il cammino come se, all’apparenza, nulla sia accaduto. In realtà, la tempesta si agita implacabilmente nel suo animo, la paura di essere scoperto, di subìre un processo e naturalmente di essere condannato lo attanaglia senza requie.
Il soldato sembra provare sollievo quando, imbarcandosi sulla nave che lo porterà in Italia, si convince che tutto cadrà nell’oblio, giacché «il prossimo è troppo occupato con i propri delitti per accorgersi dei nostri».
Ma il nostro protagonista avrà infine capito (o capirà) che il tribunale peggiore siamo noi stessi? Che il senso di colpa se lo porterà dietro per sempre? Che mai dimenticherà l’azione commessa e che la pena sarà quella di combattere infinitamente contro se stesso?
RECENSIONE:
“TEMPO DI UCCIDERE” - Ennio Flaiano:
Possono un camion ribaltato sulle polverose strade dell’Etiopia “Fascista” del 36 e un dente dolente dare il via ad una serie di vicissitudini impossibili da fermare nel loro intreccio? La risposta è “Sì”, basta chiederlo al protagonista di questo racconto che si troverà per l’impazienza di fermare questo dolore a fronteggiare un viaggio per nulla lineare ma che lo porterà a incontri/scontri con se stesso in un ambiente ostile e arido, circondato da indigeni impegnati a sopravvivere in una terra inospitale e in guerra, fra percorsi polverosi e bivi (fisici e psichici) sempre più difficili da scegliere, un viaggio che porterà il protagonista alla scoperta di se stesso e alla guarigione di ferite dell’anima mai cicatrizzate.
Un racconto psicologico dove pare che gli accadimenti seguano, per fatalità od errore, il proprio corso, incuranti della volontà del protagonista di ammansirli al proprio volere.
Strade polverose, villaggi dimenticati, accampamenti militari, vecchi paesini fatti di paglia e terra, fiumi impetuosi, maldestri tentativi di attentati, mare, baracche di lamiera e ancora soldati, vecchi camion che arrancano sulle salite montane, donne lascive e vecchi saggi indigeni, lebbra, coccodrilli, omicidi (compiuti e tentati), solitudini, paure e malinconie...questi sono solo alcuni degli ingredienti di questo bellissimo racconto (vincitore della prima edizione del prestigioso premio “Strega” nel 1947) di cui Flaiano è l’abile alchimista ma allo stesso tempo il protagonista di rimando (il racconto è infatti basato su sue suggestioni raccolte e appuntate in un diario durante la campagna di Etiopia a cui lui prese parte con il grado di sottotenente).
Un racconto fluido, intrigante, in alcuni punti vicino al grottesco, una storia che parla di guerra non intesa come conquista militare, quanto di quella con la consapevolezza di se stessi.
Bellissimo e purtroppo unico romanzo scritto da Flaiano che dopo di questo sceglierà altri metodi narrativi.
Recensito in Italia il 10 dicembre 2018
RECENSIONE:
“TEMPO DI UCCIDERE” - Ennio Flaiano:
Possono un camion ribaltato sulle polverose strade dell’Etiopia “Fascista” del 36 e un dente dolente dare il via ad una serie di vicissitudini impossibili da fermare nel loro intreccio? La risposta è “Sì”, basta chiederlo al protagonista di questo racconto che si troverà per l’impazienza di fermare questo dolore a fronteggiare un viaggio per nulla lineare ma che lo porterà a incontri/scontri con se stesso in un ambiente ostile e arido, circondato da indigeni impegnati a sopravvivere in una terra inospitale e in guerra, fra percorsi polverosi e bivi (fisici e psichici) sempre più difficili da scegliere, un viaggio che porterà il protagonista alla scoperta di se stesso e alla guarigione di ferite dell’anima mai cicatrizzate.
Un racconto psicologico dove pare che gli accadimenti seguano, per fatalità od errore, il proprio corso, incuranti della volontà del protagonista di ammansirli al proprio volere.
Strade polverose, villaggi dimenticati, accampamenti militari, vecchi paesini fatti di paglia e terra, fiumi impetuosi, maldestri tentativi di attentati, mare, baracche di lamiera e ancora soldati, vecchi camion che arrancano sulle salite montane, donne lascive e vecchi saggi indigeni, lebbra, coccodrilli, omicidi (compiuti e tentati), solitudini, paure e malinconie...questi sono solo alcuni degli ingredienti di questo bellissimo racconto (vincitore della prima edizione del prestigioso premio “Strega” nel 1947) di cui Flaiano è l’abile alchimista ma allo stesso tempo il protagonista di rimando (il racconto è infatti basato su sue suggestioni raccolte e appuntate in un diario durante la campagna di Etiopia a cui lui prese parte con il grado di sottotenente).
Un racconto fluido, intrigante, in alcuni punti vicino al grottesco, una storia che parla di guerra non intesa come conquista militare, quanto di quella con la consapevolezza di se stessi.
Bellissimo e purtroppo unico romanzo scritto da Flaiano che dopo di questo sceglierà altri metodi narrativi.
Qui Flaiano non ha una storia da raccontare o un messaggio da divulgare: deve solo far passare il tempo al lettore. Ci prova raccontando una non storia, una specie di sogno, in cui le persone e i fatti, che in sé non hanno alcuna importanza, sono evanescenti, ambigui, onirici. Il senso del libro è tutto nelle battute e nelle trovate dialettiche di Flaiano per riuscire a essere sorprendente, divertente, il meno noioso possibile.
Un esercizio non facile riuscito solo parzialmente.