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La storia di un matrimonio Copertina flessibile – 19 gennaio 2011
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- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa232 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni12.6 x 1.7 x 19.8 cm
- EditoreAdelphi
- Data di pubblicazione19 gennaio 2011
- ISBN-108845925536
- ISBN-13978-8845925535
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Dettagli prodotto
- Editore : Adelphi (19 gennaio 2011)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 232 pagine
- ISBN-10 : 8845925536
- ISBN-13 : 978-8845925535
- Peso articolo : 200 g
- Dimensioni : 12.6 x 1.7 x 19.8 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 63,856 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Lettura abbastanza scorrevole e molto toccante. Affronta tematiche come segregazione razziale e omosessualità negli anni 40 in America ma le spiega in un modo "leggero" senza entrare troppo nel dettaglio, ma fa capire al lettore cosa succedeva.
La trama è molto bella, ma forse un po' surreale.
Interessanti rimandi storici emergono dall' approfondimento di alcuni personaggi, in particolar modo quelli sul trattamento riservato dal governo americano ai renitenti alla leva, agli obiettori e agli omosessuali durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per non rovinare il gusto della lettura, dovrò farne una recensione in cui non si sveli troppo. Per inciso, “La storia di un matrimonio” copre una finestra temporale di 6 mesi. In questi 6 mesi, Pearlie scopre chi è veramente suo marito, riflette su cosa significhi il suo matrimonio, creatura delicata e fragile a cui si dedica con amore e dedizione assoluta, e soprattutto, scopre chi sia lei stessa. Scoperte non certo facili. E spesso dolorose.
Innanzitutto partiamo dal perché l’ho letto. E’ stato scontato per qualche tempo, e ho deciso di approfittarne, viste le recensioni positive. Il mio giudizio, al contrario, al termine del romanzo , non è stato così positivo…O almeno, non così entusiasta: mi spiace fare la voce fuori dal coro, ma questo romanzo non mi ha convinto.
I lati positivi ci sono, e per questo sono contenta di averlo letto: la tecnica narrativa, l’abbondanza di similitudini e di metafore, il fatto che la voce narrante sia quella di una donna, mentre l’autore è un uomo, il periodo in cui è ambientato (gli anni cinquanta), le varie informazioni storiche riguardanti la guerra, il maccartismo, la questione razziale americana, la paura e il sospetto nella borghesia agli albori della Guerra Fredda, l’ambientazione geografica e le descrizioni paesaggistiche ed atmosferiche di una città avvolta spesso nella nebbia, S. Francisco. E poi, il personaggio di Buzz, forse il migliore, il più reale, il più credibile. Ed, infine, il primo capitolo. Che ti ammalia e che ti affascina. Incisivo. Evocativo. Bello.
I lati negativi,o meglio, le ragioni per cui “La storia di un matrimonio” non mi ha propriamente soddisfatto sono le seguenti. Innanzitutto, l’ho trovato opprimente. Emana sensazioni negative. E' claustrofobico. Questo può essere anche voluto, fa parte della caratterizzazione della storia, ovviamente. Ma in questo romanzo, io ho trovato che i personaggi fossero troppo bloccati, in questo limbo stagnante. La protagonista, nonché voce narrate, è sospesa, forse arresa, e più che agire sembra farsi trascinare dagli eventi: di fronte ad una serie di richieste shoccanti, di realtà inimmaginabili, non lotta, non chiede una sola spiegazione ed imperterrita tenta di mantenere la superficie della quotidianità della sua vita familiare liscia e luminosa, mentre orrendi mostri e gorghi si prospettano all'orizzonte. E’ voluto? Probabilmente sì. Pearlie è una casalinga degli anni 50. Non è un’eroina, è una donna semplice, una qualunque. E’ una madre. Una moglie. Ama in maniera teneramente folle il marito, che ha sofferto in guerra, che ha “un cuore inverso”, le dicono le zie, che va quindi protetto, a qualsiasi costo, malgrado tutto. Ma a lungo andare, questa sua arrendevolezza, di fronte ad eventi particolarmente strani, di fronte a quello che lei man mano scopre della vita passata del coniuge, di quando era in guerra, argomento tabù che mai viene affrontato tra i due, è troppo esagerata, e diventa poco credibile. La figura del marito, poi, che dovrebbe essere fondamentale, è appena accennata, sfuggentissima, non ha spessore, non ha sapore. Ma perché? Cosa vuole veramente quest’uomo?
Per tutta la parte centrale del romanzo, la più pesante, a tratti noiosa, la trama rimane bloccata, mentre i personaggi, e la protagonista in particolare, si arrovellano sulla questione cardine del romanzo: si deve dire tutto in un matrimonio? Si può tacere per amore? O peggio, per paura, per viltà?
I personaggi ruotano attorno a questo punto, che in realtà non viene mai affrontato. “ La storia di un matrimonio” è la storia di false verità, di convenzioni, di silenzi coniugali che allontanano, ma che in realtà convengono ad entrambi…ma a lungo andare, questo matrimonio, con i suoi silenzi, con le frasi accennate, con gli strani comportamenti del coniuge maschio, diventa un matrimonio tra estranei. Perché esserne così legati, così dipendenti?
“L’oggetto del nostro amore esiste soltanto per frammenti, una decina se la storia è appena cominciata, un migliaio se lo abbiamo sposato, e con questi frammenti il nostro cuore fabbrica una persona intera. Ciò che creiamo, supplendo alle lacune con l’immaginazione, è l’uomo che vorremmo. E meno lo conosciamo, più lo amiamo, ovviamente. Ecco perché ricordiamo sempre con tanta felicità la prima sera assieme, quando lui era un estraneo, e quella felicità tornerà solo dopo che sarà morto.”