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Leggere Lolita a Teheran Copertina flessibile – 4 aprile 2007

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Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell'impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura. È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d'amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.
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  • Editore ‏ : ‎ Adelphi; 3° edizione (4 aprile 2007)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 379 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8845921549
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8845921544
  • Peso articolo ‏ : ‎ 100 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 12.6 x 2.7 x 19.5 cm
  • Restrizioni di spedizione: Questo articolo può essere spedito solo in Italia, San Marino e Città del Vaticano
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Azar Nafisi
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Recensioni clienti

4,2 su 5 stelle
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1.025 valutazioni globali
Un saggio sui libri e sulla storia dell'Iran commovente e ricco di spunti di riflessione
5 Stelle
Un saggio sui libri e sulla storia dell'Iran commovente e ricco di spunti di riflessione
Chi mi legge su Instagram sa che questo libro lo abbiamo scelto, io e altre lettrici, per proporre un gruppo di lettura a tema: #ateheranconnafisi. Abbiamo infatti unito la lettura di questo saggio ai vari libri trattati al suo interno e che fanno da titolo ai capitoli, ovvero, "Lolita" di Vladimir Nabokov (che avevamo appena letto in un altro GDL), "Il Grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald, "Daisy Miller" di Henry James, e "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen che avevamo già letto tutte. In questo modo, il saggio della professoressa Azar Nafisi ci ha accompagnato dal 6 maggio fino al 24 giugno, ma ci ha lasciato delle emozioni così forti, e ci ha trasmesso una gran voglia di leggere e approfondire tutti gli argomenti trattati, che abbiamo deciso di allungare il GDL con la lettura de "Le cose che non ho detto" di Azar Nafisi (che stiamo già leggendo), "Invito a una decapitazione" di Vladimir Nabokov, "La repubblica dell'immaginazione" di Azar Nafisi e "Le mille e una notte".Questa lunga premessa per mostrarvi che un libro come questo può coinvolgere sia la mente con la sua curiosità e il bisogno di conoscenza che riguarda la questione storica e politica dell'Iran (come pure la sete delle storie più volte citate dalla Nafisi) sia il cuore, perché l'autrice ha una forte sensibilità e ci ha emozionato su un doppio livello: quando raccontava della sua vita sconvolta dalla rivoluzione islamica, e quando parlava del libri facendo un parallelismo con la realtà del momento. Ci ha conquistate al punto che non volevamo più staccarci dal suo racconto, proprio come le alunne del seminario segreto che devono separarsi da lei poiché si trasferisce negli Stati Uniti; ci ha anche unito come non ho mai visto accadere durante un GDL!"Leggere Lolita a Teheran" è dunque un saggio sui libri autobiografico che mostra gli avvenimenti in Iran prima, durante, e dopo la rivoluzione islamica, un'oppressione che mi ha ricordato un romanzo distopico ma che dà i brividi, fa rabbia e fa piangere perché si tratta di realtà. Non solo biografia, però, perché la prof. riporta anche il vissuto di altre persone, che per proteggere deve velare sotto uno pseudonimo.Gli aneddoti immergono nella situazione, mentre la scrittura della Nafisi è così evocativa che ci catapulta nell'incubo, in quella gabbia che è l'Iran, e al tempo stesso ci fa rimpiangere quel che rendeva grande Teheran: la cultura, la tradizione persiana, la possibilità delle donne di essere loro stesse e scegliere se indossare il velo per motivi religiosi.Azar Nafisi spiega perfettamente la questione velo/chador, ed è mettendo al centro le sue studentesse che ci mostra quanto sia difficile la vita di una donna nella repubblica islamica, di come si finisca per annullare se stesse e si rinunci a fuggire perché è un regime che scava nelle profondità dell'essere e lo svuota; illude che non esista altra scelta se non quella di arrendersi, come se ci si riducesse a uno stato vegetativo. Leggendo questo libro emergono tematiche esistenziali, non solo riguardo alla condizione femminile, poiché riguardano anche la sfera dell'amore, della sessualità, e del senso del vivere; per il lettore è inevitabile cominciare a porsi delle domande."Strano ma vero, la guerra e la rivoluzione ci hanno rese ancora più consapevoli delle nostre vicissitudini personali - soprattutto del matrimonio, il cui nocciolo è la questione della libertà individuale, come Jane Austen avevascoperto due secoli prima. Lei lo aveva scoperto, riflettevo; e noi, sedute in quella stanza, in un altro paese, alla fine di un altro secolo?"Lo stile di scrittura sembra un racconto a tu per tu, scorrevole e con un ottimo ritmo che non annoia mai, ma talvolta occorre fermarsi per digerire la dura realtà dei fatti, perciò da un lato verrebbe da giudicarlo pesante se non fosse che l'autrice intreccia abilmente l'orrore al meraviglioso mondo dell'immaginazione, quello dei libri. I libri come ancora di salvezza, i libri come portatori d'amore e di bellezza. L'arte che salva quel che di umano c'è in noi.La prof. Nafisi trasmette la sua passione per la lettura, e durante le lezioni sa dare del valore aggiunto a ogni classico, illuminando il lettore su significati e interpretazioni inedite perché rapportate alla vita sotto il regime islamico. Azar Nafisi è riuscita a farmi comprendere, poi accettare, un libro che avrei rivenduto alla prima occasione: "Lolita" di Vladimir Nabokov. Ho abbracciato la sua chiave di lettura e mi è persino venuto voglia di rileggerlo alla luce di quest'interpretazione. Non ho mai avuto fortuna con i professori e rimpiango di non aver avuto come mentore una mente creativa, attenta, sensibile e saggia come Azar Nafisi. Questo saggio la fa amare al punto da desiderare di leggere tutte le sue opere.Credo fermamente che questo saggio dovrebbero leggerlo tutti, indipendentemente dal fatto che si mastichino abitualmente libri di questo genere oppure no (come stile e scorrevolezza è persino meglio di certi romanzi!), indipendentemente dal credo religioso e politico perché è capace di fare chiarezza: non guarderete più allo stesso modo, indifferente o peggio, una donna con il velo.
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Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 28 luglio 2019
Chi mi legge su Instagram sa che questo libro lo abbiamo scelto, io e altre lettrici, per proporre un gruppo di lettura a tema: #ateheranconnafisi. Abbiamo infatti unito la lettura di questo saggio ai vari libri trattati al suo interno e che fanno da titolo ai capitoli, ovvero, "Lolita" di Vladimir Nabokov (che avevamo appena letto in un altro GDL), "Il Grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald, "Daisy Miller" di Henry James, e "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen che avevamo già letto tutte. In questo modo, il saggio della professoressa Azar Nafisi ci ha accompagnato dal 6 maggio fino al 24 giugno, ma ci ha lasciato delle emozioni così forti, e ci ha trasmesso una gran voglia di leggere e approfondire tutti gli argomenti trattati, che abbiamo deciso di allungare il GDL con la lettura de "Le cose che non ho detto" di Azar Nafisi (che stiamo già leggendo), "Invito a una decapitazione" di Vladimir Nabokov, "La repubblica dell'immaginazione" di Azar Nafisi e "Le mille e una notte".
Questa lunga premessa per mostrarvi che un libro come questo può coinvolgere sia la mente con la sua curiosità e il bisogno di conoscenza che riguarda la questione storica e politica dell'Iran (come pure la sete delle storie più volte citate dalla Nafisi) sia il cuore, perché l'autrice ha una forte sensibilità e ci ha emozionato su un doppio livello: quando raccontava della sua vita sconvolta dalla rivoluzione islamica, e quando parlava del libri facendo un parallelismo con la realtà del momento. Ci ha conquistate al punto che non volevamo più staccarci dal suo racconto, proprio come le alunne del seminario segreto che devono separarsi da lei poiché si trasferisce negli Stati Uniti; ci ha anche unito come non ho mai visto accadere durante un GDL!

"Leggere Lolita a Teheran" è dunque un saggio sui libri autobiografico che mostra gli avvenimenti in Iran prima, durante, e dopo la rivoluzione islamica, un'oppressione che mi ha ricordato un romanzo distopico ma che dà i brividi, fa rabbia e fa piangere perché si tratta di realtà. Non solo biografia, però, perché la prof. riporta anche il vissuto di altre persone, che per proteggere deve velare sotto uno pseudonimo.
Gli aneddoti immergono nella situazione, mentre la scrittura della Nafisi è così evocativa che ci catapulta nell'incubo, in quella gabbia che è l'Iran, e al tempo stesso ci fa rimpiangere quel che rendeva grande Teheran: la cultura, la tradizione persiana, la possibilità delle donne di essere loro stesse e scegliere se indossare il velo per motivi religiosi.

Azar Nafisi spiega perfettamente la questione velo/chador, ed è mettendo al centro le sue studentesse che ci mostra quanto sia difficile la vita di una donna nella repubblica islamica, di come si finisca per annullare se stesse e si rinunci a fuggire perché è un regime che scava nelle profondità dell'essere e lo svuota; illude che non esista altra scelta se non quella di arrendersi, come se ci si riducesse a uno stato vegetativo. Leggendo questo libro emergono tematiche esistenziali, non solo riguardo alla condizione femminile, poiché riguardano anche la sfera dell'amore, della sessualità, e del senso del vivere; per il lettore è inevitabile cominciare a porsi delle domande.

"Strano ma vero, la guerra e la rivoluzione ci hanno rese ancora più consapevoli delle nostre vicissitudini personali - soprattutto del matrimonio, il cui nocciolo è la questione della libertà individuale, come Jane Austen aveva
scoperto due secoli prima. Lei lo aveva scoperto, riflettevo; e noi, sedute in quella stanza, in un altro paese, alla fine di un altro secolo?"

Lo stile di scrittura sembra un racconto a tu per tu, scorrevole e con un ottimo ritmo che non annoia mai, ma talvolta occorre fermarsi per digerire la dura realtà dei fatti, perciò da un lato verrebbe da giudicarlo pesante se non fosse che l'autrice intreccia abilmente l'orrore al meraviglioso mondo dell'immaginazione, quello dei libri. I libri come ancora di salvezza, i libri come portatori d'amore e di bellezza. L'arte che salva quel che di umano c'è in noi.

La prof. Nafisi trasmette la sua passione per la lettura, e durante le lezioni sa dare del valore aggiunto a ogni classico, illuminando il lettore su significati e interpretazioni inedite perché rapportate alla vita sotto il regime islamico. Azar Nafisi è riuscita a farmi comprendere, poi accettare, un libro che avrei rivenduto alla prima occasione: "Lolita" di Vladimir Nabokov. Ho abbracciato la sua chiave di lettura e mi è persino venuto voglia di rileggerlo alla luce di quest'interpretazione. Non ho mai avuto fortuna con i professori e rimpiango di non aver avuto come mentore una mente creativa, attenta, sensibile e saggia come Azar Nafisi. Questo saggio la fa amare al punto da desiderare di leggere tutte le sue opere.

Credo fermamente che questo saggio dovrebbero leggerlo tutti, indipendentemente dal fatto che si mastichino abitualmente libri di questo genere oppure no (come stile e scorrevolezza è persino meglio di certi romanzi!), indipendentemente dal credo religioso e politico perché è capace di fare chiarezza: non guarderete più allo stesso modo, indifferente o peggio, una donna con il velo.
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5,0 su 5 stelle Un saggio sui libri e sulla storia dell'Iran commovente e ricco di spunti di riflessione
Recensito in Italia il 28 luglio 2019
Chi mi legge su Instagram sa che questo libro lo abbiamo scelto, io e altre lettrici, per proporre un gruppo di lettura a tema: #ateheranconnafisi. Abbiamo infatti unito la lettura di questo saggio ai vari libri trattati al suo interno e che fanno da titolo ai capitoli, ovvero, "Lolita" di Vladimir Nabokov (che avevamo appena letto in un altro GDL), "Il Grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald, "Daisy Miller" di Henry James, e "Orgoglio e pregiudizio" di Jane Austen che avevamo già letto tutte. In questo modo, il saggio della professoressa Azar Nafisi ci ha accompagnato dal 6 maggio fino al 24 giugno, ma ci ha lasciato delle emozioni così forti, e ci ha trasmesso una gran voglia di leggere e approfondire tutti gli argomenti trattati, che abbiamo deciso di allungare il GDL con la lettura de "Le cose che non ho detto" di Azar Nafisi (che stiamo già leggendo), "Invito a una decapitazione" di Vladimir Nabokov, "La repubblica dell'immaginazione" di Azar Nafisi e "Le mille e una notte".
Questa lunga premessa per mostrarvi che un libro come questo può coinvolgere sia la mente con la sua curiosità e il bisogno di conoscenza che riguarda la questione storica e politica dell'Iran (come pure la sete delle storie più volte citate dalla Nafisi) sia il cuore, perché l'autrice ha una forte sensibilità e ci ha emozionato su un doppio livello: quando raccontava della sua vita sconvolta dalla rivoluzione islamica, e quando parlava del libri facendo un parallelismo con la realtà del momento. Ci ha conquistate al punto che non volevamo più staccarci dal suo racconto, proprio come le alunne del seminario segreto che devono separarsi da lei poiché si trasferisce negli Stati Uniti; ci ha anche unito come non ho mai visto accadere durante un GDL!

"Leggere Lolita a Teheran" è dunque un saggio sui libri autobiografico che mostra gli avvenimenti in Iran prima, durante, e dopo la rivoluzione islamica, un'oppressione che mi ha ricordato un romanzo distopico ma che dà i brividi, fa rabbia e fa piangere perché si tratta di realtà. Non solo biografia, però, perché la prof. riporta anche il vissuto di altre persone, che per proteggere deve velare sotto uno pseudonimo.
Gli aneddoti immergono nella situazione, mentre la scrittura della Nafisi è così evocativa che ci catapulta nell'incubo, in quella gabbia che è l'Iran, e al tempo stesso ci fa rimpiangere quel che rendeva grande Teheran: la cultura, la tradizione persiana, la possibilità delle donne di essere loro stesse e scegliere se indossare il velo per motivi religiosi.

Azar Nafisi spiega perfettamente la questione velo/chador, ed è mettendo al centro le sue studentesse che ci mostra quanto sia difficile la vita di una donna nella repubblica islamica, di come si finisca per annullare se stesse e si rinunci a fuggire perché è un regime che scava nelle profondità dell'essere e lo svuota; illude che non esista altra scelta se non quella di arrendersi, come se ci si riducesse a uno stato vegetativo. Leggendo questo libro emergono tematiche esistenziali, non solo riguardo alla condizione femminile, poiché riguardano anche la sfera dell'amore, della sessualità, e del senso del vivere; per il lettore è inevitabile cominciare a porsi delle domande.

"Strano ma vero, la guerra e la rivoluzione ci hanno rese ancora più consapevoli delle nostre vicissitudini personali - soprattutto del matrimonio, il cui nocciolo è la questione della libertà individuale, come Jane Austen aveva
scoperto due secoli prima. Lei lo aveva scoperto, riflettevo; e noi, sedute in quella stanza, in un altro paese, alla fine di un altro secolo?"

Lo stile di scrittura sembra un racconto a tu per tu, scorrevole e con un ottimo ritmo che non annoia mai, ma talvolta occorre fermarsi per digerire la dura realtà dei fatti, perciò da un lato verrebbe da giudicarlo pesante se non fosse che l'autrice intreccia abilmente l'orrore al meraviglioso mondo dell'immaginazione, quello dei libri. I libri come ancora di salvezza, i libri come portatori d'amore e di bellezza. L'arte che salva quel che di umano c'è in noi.

La prof. Nafisi trasmette la sua passione per la lettura, e durante le lezioni sa dare del valore aggiunto a ogni classico, illuminando il lettore su significati e interpretazioni inedite perché rapportate alla vita sotto il regime islamico. Azar Nafisi è riuscita a farmi comprendere, poi accettare, un libro che avrei rivenduto alla prima occasione: "Lolita" di Vladimir Nabokov. Ho abbracciato la sua chiave di lettura e mi è persino venuto voglia di rileggerlo alla luce di quest'interpretazione. Non ho mai avuto fortuna con i professori e rimpiango di non aver avuto come mentore una mente creativa, attenta, sensibile e saggia come Azar Nafisi. Questo saggio la fa amare al punto da desiderare di leggere tutte le sue opere.

Credo fermamente che questo saggio dovrebbero leggerlo tutti, indipendentemente dal fatto che si mastichino abitualmente libri di questo genere oppure no (come stile e scorrevolezza è persino meglio di certi romanzi!), indipendentemente dal credo religioso e politico perché è capace di fare chiarezza: non guarderete più allo stesso modo, indifferente o peggio, una donna con il velo.
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Recensito in Italia il 18 maggio 2023
All'inizio ho fatto un pò fatica ad "ingranare" la lettura, ma con il proseguo devo ammettere che mi ha molto affascinato.
La storia dell'Iran è lo sfondo e allo stesso tempo il personaggio principale di questo libro, l'Iran e le sue donne.... Non si può provare che rabbia per una vicenda che ancora oggi impedisce alle donne di esserlo a 360°! L'angoscia è lì dietro l'angolo ma tutto è raccontato con eleganza e delicatezza e forse proprio per questo colpisce lo stomaco...
Una persona l'ha trovato utile
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Recensito in Italia il 5 febbraio 2022
Da leggere sicuramente
Recensito in Italia il 2 maggio 2024
Libro molto bello, interessante, totalmente vicino alla realtà
Recensito in Italia il 23 agosto 2022
Seminari di letteratura, tenuti da Azar Nafisi, docente nell’università di Teheran, per un ventennio, negli anni che sconvolsero l’assetto politico del suo paese. “”Vi state chiedendo perché lolita? Perché proprio a Teheran?” (p.52). il romanzo della Nafisi “non è una critica alla Repubblica islamica, ma una denuncia dell’essenza stessa di ogni totalitarismo” (p.53).
Non solo i romanzi di Nabokov, ma anche di altri scrittori diventano oggetto di discussione e di studio in questi seminari in cui le letture e le discussioni rappresentavano “la nostra occasione di fuga, il nostro ponte verso quest’altro mondo fatto di tenerezza luce e bellezza…In quelle poche, preziose ore ci sentivamo libere di confessare dolori e gioie, inibizioni e debolezze; in quello spazio atemporale ci spogliavamo di ogni responsabilità verso i genitori, i parenti, gli amici e la Repubblica islamica”(p.79).
“Ogni grande romanzo che leggevamo diventava una sfida all’ideologia del governo” (321). Alla Nafisi interessa di più rivendicare il ruolo indispensabile della letteratura. E quando nel 1997 lascia il suo paese, sottolinea:” Ormai mi sono convinta che la vera democrazia non può esistere senza la libertà di immaginazione e il diritto di usufruire liberamente delle opere di fantasia. Per vivere una vita vera, completa, bisogna avere la possibilità di dar forma ed espressione ai propri mondi privati, ai propri sogni, pensieri e desideri; bisogna che il tuo mondo privato possa sempre comunicare col mondo di tutti. Altrimenti come facciamo a sapere che siamo esistiti?”(p.372)
Virgilio Iandiorio
7 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 10 giugno 2020
Libro meraviglioso che ho letto tanti anni fa, ho regalato ad un paio di amiche e ho ricomprato perché assolutamente indispensabile per la mia libreria, ci aiuta a capire quanto siamo fortunati noi in democrazia

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Valentina
5,0 su 5 stelle Bien
Recensito in Francia il 2 maggio 2023
Très bien