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L'ultimo rigore di Faruk. Una storia di calcio e di guerra Copertina flessibile – 28 aprile 2016

4,4 4,4 su 5 stelle 200 voti


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Nella tragica e violentissima dissoluzione della Jugoslavia un calcio di rigore sembrò contrassegnare il destino di un popolo. Un "penalty" divenne nei Balcani il simbolo dell'implosione di un intero paese, e dei conflitti che sarebbero seguiti di lì a poco. Intuendo la complessità di un evento che sembrava soltanto sportivo, Gigi Riva racconta con attenzione da storico e sensibilità da narratore un tiro fatale, sbagliato il 30 giugno del 1990 a Firenze da Faruk Hadzibegic, capitano dell'ultima nazionale del paese unito. La partita contro l'Argentina di Maradona nei quarti di finale del mondiale italiano portò all'eliminazione di una squadra dotata di enorme talento ma dilaniata dai rinascenti odi etnici. Leggenda popolare vuole che una eventuale vittoria nella competizione avrebbe contribuito al ritorno di un nazionalismo jugoslavista e scongiurato il crollo che si sarebbe prodotto. Proprio per la sua popolarità il calcio è sempre servito al potere come strumento di propaganda. Basti pensare all'uso che Mussolini fece dei trionfi del 1934 e 1938, o a come i generali argentini sfruttarono il Mondiale in casa del 1978, durante la dittatura. Oppure, ai giorni nostri, a come lo Stato Islamico abbia deciso di colpire lo Stadio di Francia durante una partita per amplificare il suo messaggio di terrore. Ma si potrebbe sostenere che in nessun luogo come nella ex Jugoslavia il legame tra politica e sport sia stato così stretto e perverso. Attraverso la vita del protagonista e dei suoi compagni (molti dei quali diventati poi famosi in Italia, da Boban a Mihajlovic, da Savicevic a Boksic, da Jozic a Katanec), si scopre il travaglio di quella rappresentativa nazionale e del suo allenatore Ivica Osim, detto «il Professore», o «l'Orso». Nelle loro gesta si specchia la disgregazione della Jugoslavia e la spregiudicatezza dei suoi leader politici, che vollero utilizzare lo sport e i suoi eroi per costruire il consenso attorno alle idee separatiste. In questo senso il calcio è stato il prologo della guerra con altri mezzi, il rettangolo verde la prova generale di una battaglia. Non a caso si attribuisce agli scontri tra i tifosi della Dinamo Zagabria e della Stella Rossa di Belgrado il primato di aver messo in scena, in uno stadio, il primo vero episodio del conflitto. Ed è nelle curve che sono stati reclutati i miliziani poi diventati tristemente famosi per la ferocia della pulizia etnica a Vukovar come a Sarajevo. Per il loro valore emblematico le vicende narrate, risalenti a un quarto di secolo fa, sono ancora tremendamente attuali. E non è così paradossale scoprire in esergo a queste pagine le parole beffarde che Diego Armando Maradona rivolse all'autore: «Occupati di politica internazionale, il calcio è una cosa troppo seria».
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  • Editore ‏ : ‎ Sellerio Editore Palermo (28 aprile 2016)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 184 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8838935521
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8838935527
  • Peso articolo ‏ : ‎ 240 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 13.7 x 1.5 x 21.4 cm
  • Recensioni dei clienti:
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Gigi Riva
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Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 5 luglio 2016
Il libro di Gigi Riva è una fucilata che ti coglie nell'ultimo paragrafo del libro che si intitola "Il rigore di Faruk - Parte seconda". E' lì, che dopo il racconto asciutto ed evocativo di una squadra di calcio e del suo eroe normale, Faruk Hadzibegic, si spiega il dolore per la perdita di un paese finito a pezzi con violenza inaudita. Riva parte dalla tazzina di caffè alla turca, rito fondamentale per i veri sarajavesi, per elogiare la lentezza e realizzare una forma di resistenza al "capitalismo produttivista". Peccato non la vedessero così i nazionalisti dei diversi paesi confederati nella ex Jugoslavia, che si sono divisi odiandosi e scambiandosi carneficine terribili. E qui viene il calcio, quando una squadra, ormai in bilico per bilanciare le presenze interne secondo le differenti "fazioni" territoriali, arriva ai quarti del Mondiale italiano del '90 e se la gioca ai rigori con l'Argentina di Maradona. La sorte assegna a Faruk il rigore decisivo e lui, onesto giocatore, lo sbaglia cacciando la squadra e forse il suo paese nell'inferno che conosciamo. Faruk, da suo capitano, "scioglierà" la nazionale in procinto degli Europei del '92 perché i conflitti tra i suoi componenti sono ormai insanabili. Addio squadra, addio paese, in una tragica metafora. E non meno tragici sono i pensieri che Riva accolla all'allenatore di quella formazione proprio nel paragrafo finale del libro, l'Orso Ivica Osimi, l'uomo che più di tutti ha provato a tenere insieme la selezione per poi abbandonarla per solidarietà con la sua Sarajevo assediata. Ecco quelli dell'ultima pagina del libro: <<Mi chiedo cosa sarebbe successo se avessimo sconfitto l'Argentina. Forse sono troppo ottimista, ma nella mia privatissima illusione mi chiedo cosa sarebbe successo se avessimo giocato la semifinale, o la finale. Intendo cosa sarebbe successo nel Paese. Forse non ci sarebbe stata la guerra se avessimo vinto la Coppa del Mondo. O forse non sarebbe andata davvero così, ma non mi impedisco di fantasticare. Dunque quando sono steso sul letto e non dormo credo che le cose sarebbero potuto andare meglio, se avessimo vinto la Coppa del Mondo.>> <<Buonanotte Jugoslavia>>, conclude laconicamente Riva, che ci lascia con un haiku di dolore. Libro fondamentale per iniziare a comprendere il male che attraversò il cuore d'Europa poco più di un paio di decenni fa.
3 persone l'hanno trovato utile
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Recensito in Italia il 3 settembre 2022
Arrivato integro
Recensito in Italia il 12 novembre 2022
L'ultimo rigore di Jugoslavia-Argentina ai Mondiali di calcio di Italia '90, l'ultimo rigore prima della guerra nei Balcani.
La cronaca si arricchisce di ricordo e rimpianto, l'illusione che la traiettoria più angolata di un pallone potesse deviare il corso della tragedia verso un futuro negato. Un tributo alla capacità dello sport di plasmare vite e destini.
Recensito in Italia il 14 agosto 2016
Libro molto avvincente, lettura scorrevole se siete come me appassionati di calcio, basket e storie balcaniche non lo potete non leggere. La storia di uno dei tanti eroi sportivi che furono assorti dal potere e dalla storia , a simbolo di un'epoca destinata a cambiare per sempre il volto della Yugoslavia.
La storia di una delle tante ferite ancora aperte nella mente di quei popoli orgogliosi e geniali, di Faruk che viene ancora additato a distanza di anni, proprio come Vlade Divac bollato come "cetnico" nel suo ritorno a Zagabria in Once Brothers. Ferite che non si riparano facilmente.
Ho conosciuto l'autore a Piazza Brembana nel corso della presentazione del libro, e devo dire che la sua umiltà e passione rendono il tutto ancora più interessante.
Unico difetto, come detto in presentazione, il romanzo storico é troppo, troppo breve (ce ne sarebbe, e molto, di cui raccontare e approfondire).
Recensito in Italia il 22 luglio 2018
Un'introduzione leggera ad una pagina drammatica della storia recente. L'eroe normale Faruk si prende la responsabilità di tirare un rigore pesantissimo e poco dopo quella di sciogliere la nazionale di un Paese che avete amato e servito con dedizione.Soprattutto salva 22 persone dall'eccidio di Sarajevo. Sullo sfondo le vicende di tanti campioni della mia infanzia, il ricordo di una partita che ho guardato in TV(con Maradona che fallisce un tiro dal dischetto) ed il sogno che se Faruk avesse segnato quel rigore, l'enorme massacro della guerra in Jugoslavia si sarebbe evitato. Consigliato anche per i più giovani.
Una persona l'ha trovato utile
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Recensito in Italia il 7 novembre 2021
Una storia ricostruita con molta accuratezza e con molta sensibilità. Un libro di storia che parla anche di calcio e viceversa.
Recensito in Italia il 12 dicembre 2016
Non mi è piaciuto molto, però è interessante. Potrebbe piacere di più a chi segue il calcio è segue lo sport.
Recensito in Italia il 10 settembre 2020
L’ultimo Rigore di Faruk è un'opera eccellente: la testimonianza di una pagina dolorosa della storia contemporanea. La disintegrazione della ex Jugoslavia e il destino della squadra di calcio della nazionale di questo paese è molto interessante. Chi è appassionato di storia dei Balcani e di calcio apprezzerà questo libro.

Le recensioni migliori da altri paesi

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Juri G
5,0 su 5 stelle Top !
Recensito in Germania il 13 novembre 2020
Bel libro che ci narra il parallelo fra lo scoppio della Guerra nella ex Jugoslavia e la nazionale jugoslava stessa; sullo sfondo, a fare da filo conduttore allo svolgimento dei fatti, la storia di Faruk Hadžibegić, colui che sbagliò il rigore contro l'Argentina nei quarti di finale, rigore che chissà avrebbe potuto cambiare la storia non solo sportiva del paese. Il libro offre una panoramica dei fatti abbastanza completa, sia della situazione politico-sociale della Jugoslavia dell'epoca, sia di quella sportiva.
Michele Burroni
5,0 su 5 stelle Buen titulo
Recensito in Spagna il 19 ottobre 2016
calculando que algunas fechas, factos inerentes a la guerra de la ex-Jugoslavia no son exactas, es un buenisimo relato. por quien ha vivido el footbal, Italia 90, la guerra en Jjugoslavia, es un cuento muy duro, que hace intender (y no se entiende) el odio que probo este meravilloso pueblo que era el jugoslavo.