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Sei giorni di preavviso Copertina flessibile – 20 marzo 2008

3,7 3,7 su 5 stelle 35 voti

Un celebre attore, narcisista e pieno di sé, ma ormai sul viale del tramonto, vive da giorni barricato in casa insieme alla sua corte. Riceve quotidianamente minacciosi messaggi con la data, il luogo e l'ora della morte. E tutti i possibili colpevoli hanno sempre alibi indistruttibili. Le operazioni di polizia per scoprire il mittente, ovvero il potenziale assassino, sono affidate ad Arthur Jelling, archivista della polizia di Boston e investigatore sui generis. Schivo e timidissimo, l'archivista è un tenace temperamento speculativo, affinatosi nello studio dei rapporti d'inchiesta, che riordina e cataloga. Questo giallo è come fosse in due tempi: il racconto del lavoro quotidiano per sventare una cospirazione in fieri, con tutta la suspence dell'attesa, e il racconto dell'inchiesta, fondamentalmente psicologica, su un omicidio. Complicato inoltre dal fatto che non si sa bene se vi sia un omicidio, e che alla fine Jelling deve spuntarla nell'impresa più ardua: riuscire a smontare la sua stessa robustissima ipotesi investigativa.
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Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Sellerio Editore Palermo (20 marzo 2008)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 276 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8838922780
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8838922787
  • Peso articolo ‏ : ‎ 281 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 17 x 1.5 x 12.4 cm
  • Recensioni dei clienti:
    3,7 3,7 su 5 stelle 35 voti

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Giorgio Scerbanenco
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Recensioni clienti

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35 valutazioni globali

Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 3 agosto 2022
Il primo giallo della serie con Arthur Jellings, dove l'io narrante è l'amico Tommaso Berra, italiano e professore di psicologia temporaneamente a Boston per tenere dei corsi in università.
Il timido Jellings, sempre esitante ed educato nel rivolgersi alle persone, compresi i sospetti, diventa inarrestabile quando ha un'idea in mente e deve verificarla interrogando qualcuno o ispezionando un luogo: giorno o notte, non c'è orario che lo fermi.

Mentre gli altri poliziotti si concentrano sugli aspetti evidenti, Jellings intuisce quando c'è dell'altro e quando ciò che è evidente ha delle contraddizioni.
In questo giallo c'è una lunga serie di ingannevoli apparenze dietro le quali Jellings scopre dell'altro. Che è bene scoprire leggendo ... (o ascoltandone la lettura di Onofrietti, come ho fatto io)
Recensito in Italia il 29 maggio 2018
Pubblicato nel 1940, questo giallo di Scerbanenco è interessante perché è il primo da lui scritto e perché fa parte della letteratura "gialla" durante il regime fascista che, come spiega Roberto Pirani nella postfazione, ne permetteva la pubblicazione secondo direttive precise: "delitto e malvagi erano rigorosamente stranieri". Dunque Scerbanenco inventa Arthur Jelling, impiegato dell'Archivio Criminale della Polizia di Boston, protagonista americano in un'ambientazione lontana e fittizia.
Bizzarro personaggio Jelling, investigatore per caso, con grandi capacità di analisi e deduzione e talento da psicologo, timidissimo, educato e cortese, metodico, rispettoso delle gerarchie. E' un giallo di impianto classico, dal ritmo lento, molto ragionato che presenta un caso complicato e contraddittorio, originale come idea perché si tratta di sventare un omicidio annunciato. Le atmosfere sono quelle tipiche di Agatha Christie e di Ellery Queen, ma quest'opera prima, pur apprezzabile per lo stile scorrevole e pulito, l'ho trovata incerta nella caratterizzazione dei personaggi, ben lontana, naturalmente, dai romanzi di 20 anni dopo con lo splendido personaggio di Duca Lamberti, ambientati in una Milano ben conosciuta e vissuta, presente anche nei racconti di "Milano calibro 9".
Resta comunque, per chi ama Scerbanenco, una lettura importante per la conoscenza della sua vasta produzione.
Recensito in Italia il 15 aprile 2014
è il primo romanzo di questo autore e, considerato che, nemmeno a farlo apposta, è il primo di lui che leggo, devo ammettere che come primo impatto è stato decisamente ottimo.
bello, veramente scritto benissimo, coinvolgente e molto mentale.
consigliatissimo.
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Recensito in Italia il 21 luglio 2019
Libro carino ma meno appassionante di quelli ambientati a Milano con protagonista Duca Lamberti. Arthur Jelling risulta alla fine un po’ prolisso, le descrizioni spesso sono troppo lunghe e un po’ noiose
Recensito in Italia il 12 febbraio 2015
Cosa manca a questo ennesimo caso dell'archivista Jelling? Perché non suscita un entusiasmo pari ad altri omicidi risolti dal nostro "segugio" timido e sensibile? I vari personaggi sono indistinti, poco caratterizzati, si muovono in un nebuloso entourage attorno alla presunta vittima. Quando si arriva al dunque è quindi poco interessante chi sia stato il colpevole.
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Recensito in Italia il 21 agosto 2014
Discreto, ma rispetto alla serie di Duca Lamberti lo trovo molto meno avvincente, l'ambientazione americana non rende quanto quella milanese.