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Respira Copertina flessibile – 18 ottobre 2022
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa432 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreLa nave di Teseo
- Data di pubblicazione18 ottobre 2022
- Dimensioni21.6 x 3.7 x 15.2 cm
- ISBN-108834611802
- ISBN-13978-8834611807
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Dettagli prodotto
- Editore : La nave di Teseo (18 ottobre 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 432 pagine
- ISBN-10 : 8834611802
- ISBN-13 : 978-8834611807
- Peso articolo : 580 g
- Dimensioni : 21.6 x 3.7 x 15.2 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 46,443 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 3,836 in Narrativa contemporanea (Libri)
- n. 4,897 in Narrativa letteraria (Libri)
- n. 15,400 in Narrativa di genere (Libri)
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Un singulto di disperazione.
Un imperativo che vuole quasi annientare la morte certa imminente.
Una esortazione fatta a sé stessa. 'Respira!' ripete Michela, al marito moribondo. Un cancro, metastasi di disperazione si ripetono su queste stesse frasi troncate di netto, che il respiro lo squarciano.
Joyce Carol Oates non è mai stata una scrittrice disimpegnata e Respira, scritto il memoria del defunto marito Charlie Gross, è un romanzo che potrebbe infastidire più di altri. Questo perché tratta una tematica che fa male, senza tenere riserbo su dettagli che riguardano la malattia. 'Respira' è l'esortazione che Michela ripete al marito Gerard McManus, malato terminale. Un trasferimento dal Massachusetts al New Mexico, la borsa di studio all'Institute for Advanced Research, il cancro dapprima creduto polmonite, poi le esortazioni affannate. Un soliloquio che si estende lungo quattrocento pagine facendo la spola tra il momento stesso in cui Gerard sta morendo e stralci di vita antecedente. È proprio questo che potrebbe infastidire, questi soliloqui della moglie disperata, che poi si trasformano in deliri annacquati di presenze fantasmiche, le stesse che rendono chiaroscura l'abitazione di Gerard e Michela. Oates non ha risparmiato nulla, per cui devo redarguire chi è troppo sensibile. In queste pagine dettagli su medicine, veglia, stati maniacali di chi sta perdendo un affetto caro, parole come lame e frasi contundenti, tanto brevi e asettiche quanto profonde. Così mentre Gerard è annichilito dagli oppiacei Michela in preda al delirio si riversa su altre possibilità che hanno a che fare su altre possibili vite, sfociando in una sfumatura gotica contemporanea, senza tralasciare altre tematiche quali stUpro e accettazione in ambienti differenti da quelli originari.
Devo essere sincera e scrivervi che questo tipo di scrittura non mi ha presa del tutto, il mio grande amore, perdonate il gioco di parole, resta 'Sorella, mio unico amore'. Fatto sta che la Oates colpisce sempre, e l'ha fatto anche stavolta.
Recensito in Italia il 5 gennaio 2023
Un singulto di disperazione.
Un imperativo che vuole quasi annientare la morte certa imminente.
Una esortazione fatta a sé stessa. 'Respira!' ripete Michela, al marito moribondo. Un cancro, metastasi di disperazione si ripetono su queste stesse frasi troncate di netto, che il respiro lo squarciano.
Joyce Carol Oates non è mai stata una scrittrice disimpegnata e Respira, scritto il memoria del defunto marito Charlie Gross, è un romanzo che potrebbe infastidire più di altri. Questo perché tratta una tematica che fa male, senza tenere riserbo su dettagli che riguardano la malattia. 'Respira' è l'esortazione che Michela ripete al marito Gerard McManus, malato terminale. Un trasferimento dal Massachusetts al New Mexico, la borsa di studio all'Institute for Advanced Research, il cancro dapprima creduto polmonite, poi le esortazioni affannate. Un soliloquio che si estende lungo quattrocento pagine facendo la spola tra il momento stesso in cui Gerard sta morendo e stralci di vita antecedente. È proprio questo che potrebbe infastidire, questi soliloqui della moglie disperata, che poi si trasformano in deliri annacquati di presenze fantasmiche, le stesse che rendono chiaroscura l'abitazione di Gerard e Michela. Oates non ha risparmiato nulla, per cui devo redarguire chi è troppo sensibile. In queste pagine dettagli su medicine, veglia, stati maniacali di chi sta perdendo un affetto caro, parole come lame e frasi contundenti, tanto brevi e asettiche quanto profonde. Così mentre Gerard è annichilito dagli oppiacei Michela in preda al delirio si riversa su altre possibilità che hanno a che fare su altre possibili vite, sfociando in una sfumatura gotica contemporanea, senza tralasciare altre tematiche quali stUpro e accettazione in ambienti differenti da quelli originari.
Devo essere sincera e scrivervi che questo tipo di scrittura non mi ha presa del tutto, il mio grande amore, perdonate il gioco di parole, resta 'Sorella, mio unico amore'. Fatto sta che la Oates colpisce sempre, e l'ha fatto anche stavolta.