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L'estate senza ritorno. I misteri di Sandhamn (Vol. 3) Copertina flessibile – 20 giugno 2019
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa447 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreMarsilio
- Data di pubblicazione20 giugno 2019
- Dimensioni13.3 x 3.6 x 20 cm
- ISBN-108829701173
- ISBN-13978-8829701179
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Dettagli prodotto
- Editore : Marsilio (20 giugno 2019)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 447 pagine
- ISBN-10 : 8829701173
- ISBN-13 : 978-8829701179
- Peso articolo : 420 g
- Dimensioni : 13.3 x 3.6 x 20 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 131,744 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 1,771 in Police procedural
- n. 42,574 in Narrativa di genere (Libri)
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libro di facile e scorrevole lettura, trama avvincente, forse un pò scontata ma si legge piacevolmente.
arrivato a destinazione nei tempi previsti ed intatto.
Dove si è cacciata Wilma? Chi ha ucciso il giovane ragazzo sulla spiaggia? I due fatti sono collegati o è stato tutto un caso? Riuscirà Thomas Andreasson incaricato del caso a risolvere la situazione?
Il perno centrale è la festa del Solstizio di mezza estate dell’isola di Sandhamn. E’ da lì che la storia ha inizio e dalla quale si creano misteriosi intrecci e vengono fuori strani risvolti nella storia.
Lo stile che è stato utilizzato è decisamente fluido e scorrevole. Ad un tratto la storia è sembrata rallentare per soffermarsi su ulteriori dettagli che probabilmente non erano così richiesti ma non rendono meno vera e intensa la lettura. Avrei infatti preferito che ci fosse qualche colpo di scena in più, non per forza di particolare rilevanza ma che aiutassero a tenere tutto più vivo ad un certo punto. Insomma che non fossero concentrati tutti alla fine.
Ho apprezzato particolarmente l’ambientazione scandinava. Non ho mai letto libri con quest’ambientazione e devo dire che l’autrice ha descritto il posto egregiamente e lo ha reso talmente bello da voler immediatamente a fare un viaggio in quelle terre. L’autrice sembra avere così tanta dimestichezza col posto che descrive da farlo sembrare il posto in cui vivi, da farlo sembrare vivido e reale.
I personaggi sono stati ben impiantati e veri. In particolar modo Thomas mantiene l’aspetto di persona umana sotto tutti gli aspetti. Ha perso una figlia quando era molto piccola, si sente provato della perdita di quel ragazzo e del dolore dei genitori tanto da non riuscire ad essere di alcun aiuto, neanche morale. E’ un poliziotto ma è anche un uomo allo stesso tempo. Ho apprezzato molto questo aspetto, perchè molto spesso si tende a far diventare questo, diciamo, l’eroe della situazione, dimenticando la sua umanità e che fa errori come tutti gli altri. Il personaggio che è arrivato meno è stata, invece, Nora. Sembra essere troppo accondiscendente e fredda anche nel modo in cui cerca la sua figliastra. Non so, mi ha dato quest’impressione ma probabile che il suo personaggio sia stato meglio spiegato nei libri precedenti.
Il libro è stata decisamente una bella scoperta. Sono felice di aver avuto l’opportunità di presentarvi questo volume, che sicuramente vi consiglio. Una storia interessante, un thriller misterioso e avvincente.
Viveca Sten scrive un thriller scandinavo che si lascia leggere in poche ore, dai tratti decisamente accattivanti. Una vacanza che si trasforma in un incubo, una festa estiva che porta con se un cadavere sulla spiaggia. Una storia che vi catturerà per la grande curiosità che riesce a suscitare.
Recensione completa sul mio blog: Milioni di Particelle
“Questa storia è iniziata durante i festeggiamenti per il solstizio del 2010, quando, a causa di un malinteso, mi sono trovata a passare dal porto molto tardi. Era spaventoso, pieno di ragazzini ubriachi e di agenti di polizia che facevano del proprio meglio per mantenere l’ordine.
Avendo io tre figli, sono rimasta sconvolta.”
Proprio questo risulta infatti il tema centrale del romanzo: la critica verso il comportamento dei giovani di oggi, che sembrano riuscire a divertirsi solo annebbiando il proprio cervello con fiumi di alcool e droghe, fin tanto che dura, lasciando poi quando va bene solo i postumi di una brutta sbornia. E per poterlo fare non si fanno scrupoli a mentire e rubare soldi a genitori ignari di tutto, che sarebbero pronti a difendere a spada tratta l’innocenza del figlio, ma che non si accorgono di nulla, nemmeno quando hanno la verità proprio sotto il loro naso.
Il romanzo ha una struttura particolare, con capitoli molto corti che si succedono con un ritmo serrato, alternando moltissimi punti di vista. Nella prima parte si percepisce un po’ un’atmosfera di attesa, dove ci vengono introdotti la festa, il clima dell’isola e soprattutto tutti i personaggi coinvolti, che sono davvero tanti e appartenenti apparentemente a storie diverse: fin dall’inizio è chiaro che sta per succedere qualcosa, ma tra tutte le comparse non si riesce proprio ad immaginare chi sarà la vittima. Eppure questo senso di attesa si dilunga fin troppo, rendendo la narrazione quasi lenta, senza riuscire più di tanto ad accendere la curiosità nel lettore, che fatica un po’ a tenere il filo della storia.
Nella seconda parte invece, quella tanto attesa dopo il ritrovamento del cadavere, si entra un po’ più nel vivo, e si inizia a familiarizzare con i personaggi coinvolti. A questo proposito molto efficace è stato il modo con cui vengono riportati gli alibi dei sospettati quando vengono interrogati dalla polizia: la Sten ci porta infatti direttamente all’interno dei ricordi dei ragazzi, nelle loro menti, nei loro pensieri, andando a svelare dettagli della loro vita e del loro passato, che magari in una conversazione vera avrebbero taciuto. E così da pedine di Cluedo piano piano iniziano a prendere forma le loro personalità, cominciando ad assumere sfumature più reali, e il lettore, comprendendoli più a fondo, può iniziare a fare le sue elucubrazioni.
Il cambio davvero frequente di punto di vista tra tutti i personaggi coinvolti però è stata una scelta leggermente azzardata: se da un lato infatti, non essendoci troppa azione, è riuscito a rendere il romanzo molto psicologico, riportandoci tutte le sfumature del lutto, con le varie reazioni a seconda delle diverse personalità, dal dolore, ala rabbia, alla paura, che vengono descritte in modo davvero accurato e realistico, dall’altra ha rallentato un po’ il ritmo, facendo tentennare l’ingranamento della storia a causa soprattutto dei numerosi salti tra le vicende dei vari personaggi.
“…non apprezzava quella totale incapacità di controllarsi. Inqualificabile. Il suo dolore non era minore per il semplice fatto che riusciva a tenerlo a bada. Dentro di lui c’era un grido senza fine cui non poteva dare sfogo e che minacciava di distruggerlo. Ma non aveva il coraggio di lasciarlo uscire.”
La figura di Nora in particolare mi ha lasciata un po’ perplessa, i suoi episodi sembrano piazzati nel romanzo in modo un po’ troppo autonomo, quasi a creare una storia nella storia, soprattutto nella seconda parte, interrompendo la narrazione con i suoi pensieri personali: sicuramente essendo uno dei personaggi ricorrenti nella serie della Sten, si riesce ad apprezzare meglio legando poi insieme tutti i romanzi, ma se si legge questo in modo indipendente, la sua importanza è davvero molto ridotta per essere la coprotagonista. Sembra inserita solo per rappresentare il simbolo di madre ideale della scrittrice, della quale riporta sicuramente il pensiero; e alla fine ci lascia con un grande punto di domanda sul suo futuro.
Sicuramente L’estate senza ritorno ha anche molti aspetti positivi: mi è piaciuta moltissimo l’ambientazione, descritta in modo molto evocativo, e l’umanità dell’ispettore Thomas, così come l’intrico del caso, dove ci sono mille sospettati, ma nessuna prova evidente, e i due colpi di scena finali, anche se per una volta il primo lo avevo intuito dai numerosi indizi disseminati per il libro. Eppure solo la mia sincera curiosità per un mistero davvero interessante è riuscita a portarmi a concludere un romanzo che ha fatto un po’ di fatica a coinvolgermi del tutto.
“Essere all’oscuro della verità gli toglieva il respiro. La frustrazione si irradiava nel suo corpo come una sostanza tossica. Non poteva restarsene lì ad aspettare senza fare nulla.”
Recensione dal sito cantidellebalene.wordpress.com