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Una volta è abbastanza Copertina flessibile – 2 aprile 2019

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L'Italia è appena uscita dalla guerra. A Casette d'Ete, un borgo sperduto dell'entroterra marchigiano, la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a quell'ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare il mastice. A cucire scarpe. Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è eccentrica e spavalda la maggiore - capelli alla maschietta e rossetti vistosi, una che fiuta sempre l'occasione giusta - quanto è acerba e inesperta la minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante siano così diverse, l'amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri e non si lascia mai intimidire. Attirato dall'esplosività di Annetta, finisce per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell'industria calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo. Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza del loro legame, che urla e aggredisce lo stomaco. Giulia Ciarapica ci apre le porte di una comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma hanno bisogno di credere e di andare.
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  • Editore ‏ : ‎ Rizzoli (2 aprile 2019)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 365 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8817109967
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8817109963
  • Peso articolo ‏ : ‎ 380 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 14.7 x 2.4 x 21.8 cm
  • Recensioni dei clienti:
    3,8 3,8 su 5 stelle 52 voti

Recensioni clienti

3,8 su 5 stelle
3,8 su 5
52 valutazioni globali
Recensione a cura del blog unavaligiariccadisogni.it
5 Stelle
Recensione a cura del blog unavaligiariccadisogni.it
Una volta è abbastanza è il primo libro di una saga familiare, ambientato in una piccola realtà marchigiana – Casette d’Ete – alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo, quindi, in un periodo storico non facile per l’Italia. Scossa da un tremendo conflitto mondiale, la popolazione ha bisogno di curarsi le ferite e di riprendere una vita accettabile. Ma non è facile. La guerra ha lasciato dietro di sé la fame, la povertà, eppure ci troviamo in un luogo dove nonostante tutto non si smette mai di lottare. Perché i marchigiani sono forti, e sanno come sopravvivere, come riprendere in mano la propria vita e migliorarla. Come scrivere di nuovo il proprio futuro.In questo piccolo paese dove tutti si conoscono, ma ognuno pensa a sé – sbirciando però dal buco della serratura – facciamo la conoscenza di diversi personaggi, tra i quali spiccano subito due sorelle e un uomo che rappresenterà sempre un motivo di contrasto tra di loro. Da un lato c’è Annetta, una donna forte e molto sicura di sé. Annetta è intraprendente, furba, scaltra. Una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Quasi un uomo nei comportamenti, ma dotata di una grande sensualità. Dall’altro lato c’è Giuliana, una figura altrettanto forte, ma anche fragile e molto diversa dalla sorella. Giuliana è più insicura, a tratti forse ingenua, ma anche determinata. Teme molto il giudizio degli altri – a differenza della sorella -.E tra di loro c’è Valentino. Prima fidanzato con Annetta, quando scopre il tradimento di lei la relazione finisce, e pian piano si avvicina a Giuliana. Donna che amerà e sposerà, creando insieme una famiglia.Annetta e Giuliana saranno a lungo separate e in conflitto, ma in realtà la forza del loro legame non verrà mai meno.Ma accanto a loro sono tanti i personaggi che ci vengono presentati. Le loro famiglie, madri, padri, fratelli, sorelle e parenti vari, ma anche amici. Tra cui Rita e la sua storia impossibile con Mario. Un rapporto difficile, per via della differenza di classi. Un amore che però non riesce a dimenticare e che la logora dentro.C’è quindi il tema forte della famiglia. I non sempre facili rapporti tra parenti. Le difficoltà nell’accettare certe scelte, la paura di perdere le persone amate o di venir traditi. Ci sono le chiacchiere delle piccole realtà, dei piccoli paesi, dove tutti sanno tutto di tutti e non ci mettono nulla a esprimere la propria opinione, anche non positiva. C’è l’amore profondo di una madre per la propria figlia che vede svanire e che la porta a vagare tra le ombre di una follia (poi vi lascerò un brano che mi ha molto, molto toccata e che per me riflette bene lo stile bellissimo dell’autrice). Ma c’è anche il lavoro e la storia che prosegue.Se all’inizio troviamo, infatti, questa realtà marchigiana povera, in cui si soffre per la fame, pian piano tutti cercano di risollevarsi e le cose cambiano. Si lavora, tanto, sin dalla più tenera età. Ci sono infatti anche bambini che non possono vivere la spensieratezza dell’infanzia, perché viene subito insegnato loro un lavoro. Si fatica, ma nonostante ciò si va avanti con determinazione. Si creano scarpe. Scarpe che diventano poi una ragione di vita. Perché dentro ogni scarpa c’è la propria casa, la propria essenza. Dapprima molto semplici, e poi si affinano le idee, si cerca l’originalità, e le cose mutano. Si prosegue con la Storia, e si notano i cambiamenti: dall’arrivo della televisione in casa che raccoglie tutte le persone del paese per vedere il Carosello o il Festival di Sanremo, alle automobili, a stili di vita migliori.C’è la forza di un popolo, italiano, ma in particolare in questo caso marchigiano, che si rialza dalla miseria per cercare condizioni più favorevoli. Persone legate profondamente alla loro terra, una terra dura, una terra spesso spietata, che trema e rischia di portar via persone, ma dalla quale è difficile se non impossibile allontanarsi.La realtà dei nostri nonni, dove si aveva poco ma si lavorava molto per costruire una vita migliore. Donne e uomini forti, legati alla propria terra, che non si lamentavano troppo ma si adoperavano per non soffrire più la fame. Un’epoca in cui i rapporti umani erano molto più profondi.Le Marche diventano un vero e proprio personaggio. Non più un mero sfondo, una semplice ambientazione, ma si respira il profondo amore che Giulia ha per la sua terra, la nostra terra. Un amore che condivido. Le Marche – in particolare Casette d’Ete – vengono descritte con amore e dedizione, con precisione, e il tutto è rafforzato anche dall’uso del dialetto locale, che mi ha fatto sorridere. Lo si comprende. Sa di casa (anche se io vengo da una realtà un pochino più a sud – Ascoli Piceno -).Quello di Giulia non è solo un semplice romanzo. Ma lo sento come una sorta di omaggio alla sua famiglia e alla terra in cui è nata e vive tuttora. Ed è riuscito.Emoziona.Personaggi descritti in maniera perfetta, sembrano vivi, vividi, credibili davanti ai nostri occhi. Persone non perfette, con le proprie ombre e le luci, con i difetti e i pregi. Persone semplicemente umane, alle quali potrete di certo affezionarvi.Libro consigliatissimo.Recensione completa sul blog unavaligiariccadisogni.wordpress.com
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Recensioni migliori da Italia

Recensito in Italia il 12 giugno 2019
Una volta è abbastanza è il primo libro di una saga familiare, ambientato in una piccola realtà marchigiana – Casette d’Ete – alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo, quindi, in un periodo storico non facile per l’Italia. Scossa da un tremendo conflitto mondiale, la popolazione ha bisogno di curarsi le ferite e di riprendere una vita accettabile. Ma non è facile. La guerra ha lasciato dietro di sé la fame, la povertà, eppure ci troviamo in un luogo dove nonostante tutto non si smette mai di lottare. Perché i marchigiani sono forti, e sanno come sopravvivere, come riprendere in mano la propria vita e migliorarla. Come scrivere di nuovo il proprio futuro.

In questo piccolo paese dove tutti si conoscono, ma ognuno pensa a sé – sbirciando però dal buco della serratura – facciamo la conoscenza di diversi personaggi, tra i quali spiccano subito due sorelle e un uomo che rappresenterà sempre un motivo di contrasto tra di loro. Da un lato c’è Annetta, una donna forte e molto sicura di sé. Annetta è intraprendente, furba, scaltra. Una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Quasi un uomo nei comportamenti, ma dotata di una grande sensualità. Dall’altro lato c’è Giuliana, una figura altrettanto forte, ma anche fragile e molto diversa dalla sorella. Giuliana è più insicura, a tratti forse ingenua, ma anche determinata. Teme molto il giudizio degli altri – a differenza della sorella -.
E tra di loro c’è Valentino. Prima fidanzato con Annetta, quando scopre il tradimento di lei la relazione finisce, e pian piano si avvicina a Giuliana. Donna che amerà e sposerà, creando insieme una famiglia.
Annetta e Giuliana saranno a lungo separate e in conflitto, ma in realtà la forza del loro legame non verrà mai meno.
Ma accanto a loro sono tanti i personaggi che ci vengono presentati. Le loro famiglie, madri, padri, fratelli, sorelle e parenti vari, ma anche amici. Tra cui Rita e la sua storia impossibile con Mario. Un rapporto difficile, per via della differenza di classi. Un amore che però non riesce a dimenticare e che la logora dentro.

C’è quindi il tema forte della famiglia. I non sempre facili rapporti tra parenti. Le difficoltà nell’accettare certe scelte, la paura di perdere le persone amate o di venir traditi. Ci sono le chiacchiere delle piccole realtà, dei piccoli paesi, dove tutti sanno tutto di tutti e non ci mettono nulla a esprimere la propria opinione, anche non positiva. C’è l’amore profondo di una madre per la propria figlia che vede svanire e che la porta a vagare tra le ombre di una follia (poi vi lascerò un brano che mi ha molto, molto toccata e che per me riflette bene lo stile bellissimo dell’autrice).

Ma c’è anche il lavoro e la storia che prosegue.
Se all’inizio troviamo, infatti, questa realtà marchigiana povera, in cui si soffre per la fame, pian piano tutti cercano di risollevarsi e le cose cambiano. Si lavora, tanto, sin dalla più tenera età. Ci sono infatti anche bambini che non possono vivere la spensieratezza dell’infanzia, perché viene subito insegnato loro un lavoro. Si fatica, ma nonostante ciò si va avanti con determinazione. Si creano scarpe. Scarpe che diventano poi una ragione di vita. Perché dentro ogni scarpa c’è la propria casa, la propria essenza. Dapprima molto semplici, e poi si affinano le idee, si cerca l’originalità, e le cose mutano. Si prosegue con la Storia, e si notano i cambiamenti: dall’arrivo della televisione in casa che raccoglie tutte le persone del paese per vedere il Carosello o il Festival di Sanremo, alle automobili, a stili di vita migliori.

C’è la forza di un popolo, italiano, ma in particolare in questo caso marchigiano, che si rialza dalla miseria per cercare condizioni più favorevoli. Persone legate profondamente alla loro terra, una terra dura, una terra spesso spietata, che trema e rischia di portar via persone, ma dalla quale è difficile se non impossibile allontanarsi.

La realtà dei nostri nonni, dove si aveva poco ma si lavorava molto per costruire una vita migliore. Donne e uomini forti, legati alla propria terra, che non si lamentavano troppo ma si adoperavano per non soffrire più la fame. Un’epoca in cui i rapporti umani erano molto più profondi.

Le Marche diventano un vero e proprio personaggio. Non più un mero sfondo, una semplice ambientazione, ma si respira il profondo amore che Giulia ha per la sua terra, la nostra terra. Un amore che condivido. Le Marche – in particolare Casette d’Ete – vengono descritte con amore e dedizione, con precisione, e il tutto è rafforzato anche dall’uso del dialetto locale, che mi ha fatto sorridere. Lo si comprende. Sa di casa (anche se io vengo da una realtà un pochino più a sud – Ascoli Piceno -).

Quello di Giulia non è solo un semplice romanzo. Ma lo sento come una sorta di omaggio alla sua famiglia e alla terra in cui è nata e vive tuttora. Ed è riuscito.
Emoziona.

Personaggi descritti in maniera perfetta, sembrano vivi, vividi, credibili davanti ai nostri occhi. Persone non perfette, con le proprie ombre e le luci, con i difetti e i pregi. Persone semplicemente umane, alle quali potrete di certo affezionarvi.

Libro consigliatissimo.

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5,0 su 5 stelle Recensione a cura del blog unavaligiariccadisogni.it
Recensito in Italia il 12 giugno 2019
Una volta è abbastanza è il primo libro di una saga familiare, ambientato in una piccola realtà marchigiana – Casette d’Ete – alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo, quindi, in un periodo storico non facile per l’Italia. Scossa da un tremendo conflitto mondiale, la popolazione ha bisogno di curarsi le ferite e di riprendere una vita accettabile. Ma non è facile. La guerra ha lasciato dietro di sé la fame, la povertà, eppure ci troviamo in un luogo dove nonostante tutto non si smette mai di lottare. Perché i marchigiani sono forti, e sanno come sopravvivere, come riprendere in mano la propria vita e migliorarla. Come scrivere di nuovo il proprio futuro.

In questo piccolo paese dove tutti si conoscono, ma ognuno pensa a sé – sbirciando però dal buco della serratura – facciamo la conoscenza di diversi personaggi, tra i quali spiccano subito due sorelle e un uomo che rappresenterà sempre un motivo di contrasto tra di loro. Da un lato c’è Annetta, una donna forte e molto sicura di sé. Annetta è intraprendente, furba, scaltra. Una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Quasi un uomo nei comportamenti, ma dotata di una grande sensualità. Dall’altro lato c’è Giuliana, una figura altrettanto forte, ma anche fragile e molto diversa dalla sorella. Giuliana è più insicura, a tratti forse ingenua, ma anche determinata. Teme molto il giudizio degli altri – a differenza della sorella -.
E tra di loro c’è Valentino. Prima fidanzato con Annetta, quando scopre il tradimento di lei la relazione finisce, e pian piano si avvicina a Giuliana. Donna che amerà e sposerà, creando insieme una famiglia.
Annetta e Giuliana saranno a lungo separate e in conflitto, ma in realtà la forza del loro legame non verrà mai meno.
Ma accanto a loro sono tanti i personaggi che ci vengono presentati. Le loro famiglie, madri, padri, fratelli, sorelle e parenti vari, ma anche amici. Tra cui Rita e la sua storia impossibile con Mario. Un rapporto difficile, per via della differenza di classi. Un amore che però non riesce a dimenticare e che la logora dentro.

C’è quindi il tema forte della famiglia. I non sempre facili rapporti tra parenti. Le difficoltà nell’accettare certe scelte, la paura di perdere le persone amate o di venir traditi. Ci sono le chiacchiere delle piccole realtà, dei piccoli paesi, dove tutti sanno tutto di tutti e non ci mettono nulla a esprimere la propria opinione, anche non positiva. C’è l’amore profondo di una madre per la propria figlia che vede svanire e che la porta a vagare tra le ombre di una follia (poi vi lascerò un brano che mi ha molto, molto toccata e che per me riflette bene lo stile bellissimo dell’autrice).

Ma c’è anche il lavoro e la storia che prosegue.
Se all’inizio troviamo, infatti, questa realtà marchigiana povera, in cui si soffre per la fame, pian piano tutti cercano di risollevarsi e le cose cambiano. Si lavora, tanto, sin dalla più tenera età. Ci sono infatti anche bambini che non possono vivere la spensieratezza dell’infanzia, perché viene subito insegnato loro un lavoro. Si fatica, ma nonostante ciò si va avanti con determinazione. Si creano scarpe. Scarpe che diventano poi una ragione di vita. Perché dentro ogni scarpa c’è la propria casa, la propria essenza. Dapprima molto semplici, e poi si affinano le idee, si cerca l’originalità, e le cose mutano. Si prosegue con la Storia, e si notano i cambiamenti: dall’arrivo della televisione in casa che raccoglie tutte le persone del paese per vedere il Carosello o il Festival di Sanremo, alle automobili, a stili di vita migliori.

C’è la forza di un popolo, italiano, ma in particolare in questo caso marchigiano, che si rialza dalla miseria per cercare condizioni più favorevoli. Persone legate profondamente alla loro terra, una terra dura, una terra spesso spietata, che trema e rischia di portar via persone, ma dalla quale è difficile se non impossibile allontanarsi.

La realtà dei nostri nonni, dove si aveva poco ma si lavorava molto per costruire una vita migliore. Donne e uomini forti, legati alla propria terra, che non si lamentavano troppo ma si adoperavano per non soffrire più la fame. Un’epoca in cui i rapporti umani erano molto più profondi.

Le Marche diventano un vero e proprio personaggio. Non più un mero sfondo, una semplice ambientazione, ma si respira il profondo amore che Giulia ha per la sua terra, la nostra terra. Un amore che condivido. Le Marche – in particolare Casette d’Ete – vengono descritte con amore e dedizione, con precisione, e il tutto è rafforzato anche dall’uso del dialetto locale, che mi ha fatto sorridere. Lo si comprende. Sa di casa (anche se io vengo da una realtà un pochino più a sud – Ascoli Piceno -).

Quello di Giulia non è solo un semplice romanzo. Ma lo sento come una sorta di omaggio alla sua famiglia e alla terra in cui è nata e vive tuttora. Ed è riuscito.
Emoziona.

Personaggi descritti in maniera perfetta, sembrano vivi, vividi, credibili davanti ai nostri occhi. Persone non perfette, con le proprie ombre e le luci, con i difetti e i pregi. Persone semplicemente umane, alle quali potrete di certo affezionarvi.

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Recensito in Italia il 25 giugno 2019
La storia che ci regala l’autrice è una di quelle che noi lettori, ma soprattutto booklovers, amiamo leggere e rileggere. I romanzi che parlano di vita vera, di famiglie, legami e luoghi. Pagina dopo pagina ci si affeziona non solo ai protagonisti, ma soprattutto alle strade, al paese, al mondo che ruota intorno alla storia. Si finisce a cercare su google la meraviglia delle Marche e a ritrovarsi in playlist quella musica d’altri tempi che sembra proprio parlare di noi. C’è la storia di una famiglia, di un paese, di una bella Italia di provincia, quella che pulsa, quella delle idee, quella della tradizione, quella capace di risorgere migliaia di volte da se stessa e per se stessa.

Più andavo avanti con le pagine e più sentivo una familiarità di costruzione del racconto, di empatia con i personaggi, di bisogno di andare oltre, di portare il lettore fino in fondo, farlo sentire parte di questo meraviglioso tutto di emozioni, di vita. In tutto questo ho ritrovato i tratti della mia scrittrice contemporanea preferita, Elizabeth Jane Howard e il pensiero è andato subito ai Cazalet, la saga che ci ha tenuti incollati a migliaia di pagine senza mai stancarci.

Perchè Giulia Ciarapica può essere considerata la nostra Jane? Innanzitutto per l’attenzione al racconto dei luoghi, per la profondità dei personaggi, per l’impatto emotivo dell’ambientazione storica, ma soprattutto per la capacità di tradurre in modo semplice e diretto sensazioni complesse e inafferrabili.

Una volta è abbastanza non è solo un romanzo, ma un racconto di vita: pagine che pulsano, parole che scalpitano, coro di voci che vogliono essere ascoltate.

Adesso non ci resta che aspettare i prossimi volumi di questa saga familiare che sono certa coinvolgerà i lettori di tutto il mondo.
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5,0 su 5 stelle da leggere
Recensito in Italia il 25 giugno 2019
La storia che ci regala l’autrice è una di quelle che noi lettori, ma soprattutto booklovers, amiamo leggere e rileggere. I romanzi che parlano di vita vera, di famiglie, legami e luoghi. Pagina dopo pagina ci si affeziona non solo ai protagonisti, ma soprattutto alle strade, al paese, al mondo che ruota intorno alla storia. Si finisce a cercare su google la meraviglia delle Marche e a ritrovarsi in playlist quella musica d’altri tempi che sembra proprio parlare di noi. C’è la storia di una famiglia, di un paese, di una bella Italia di provincia, quella che pulsa, quella delle idee, quella della tradizione, quella capace di risorgere migliaia di volte da se stessa e per se stessa.

Più andavo avanti con le pagine e più sentivo una familiarità di costruzione del racconto, di empatia con i personaggi, di bisogno di andare oltre, di portare il lettore fino in fondo, farlo sentire parte di questo meraviglioso tutto di emozioni, di vita. In tutto questo ho ritrovato i tratti della mia scrittrice contemporanea preferita, Elizabeth Jane Howard e il pensiero è andato subito ai Cazalet, la saga che ci ha tenuti incollati a migliaia di pagine senza mai stancarci.

Perchè Giulia Ciarapica può essere considerata la nostra Jane? Innanzitutto per l’attenzione al racconto dei luoghi, per la profondità dei personaggi, per l’impatto emotivo dell’ambientazione storica, ma soprattutto per la capacità di tradurre in modo semplice e diretto sensazioni complesse e inafferrabili.

Una volta è abbastanza non è solo un romanzo, ma un racconto di vita: pagine che pulsano, parole che scalpitano, coro di voci che vogliono essere ascoltate.

Adesso non ci resta che aspettare i prossimi volumi di questa saga familiare che sono certa coinvolgerà i lettori di tutto il mondo.
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Recensito in Italia il 8 luglio 2019
Il libro scorre veloce e piacevole, dopo aver assimilato gli intrecci di parentele che comunque sono ben riassunti in un grafico nelle prime pagine.
Personalmente mi è parso di leggere due libri in uno: uno a volo d'uccello sull'Italia durante e dopo la seconda guera mondiale e via via fino agli anni 60, con descrizione dell'economia, dei modi di vivere, dei modi di pensare, addirittura della musica e della moda.
Il secondo è un viaggio dentro le famiglie coinvolte con nascite, amori, tradimenti, affari, amori proibiti, liti, morti e tutto quello che può succedere in una vita.
Un libro da non perdere per preparasi al successivo.
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Recensito in Italia il 2 dicembre 2019
Siamo nell'immediato dopoguerra e narra , in modo specifico , la vita di due sorelle e del loro riscatto .
Un classico sul come , con duro lavoro , si torna a vivere meglio ripulendosi dalla povertà iniziale .
Storia che poteva essere narrata sicuramente meglio e con meno lentezza . Ma la scrittura è un'arte di pochi .
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Recensito in Italia il 25 agosto 2019
Saga familiare ben scritta. Lettura scorrevole e piacevole. La storia ti prende e aspetto il proseguo con grande attesa

Le recensioni migliori da altri paesi

Ann_Tamb
3,0 su 5 stelle Un po'deludente
Recensito in Germania il 21 agosto 2019
Il libro é scritto bene ed é interessante. Non ha una vera e propria trama, perché parla della vita di una donna e della sua famiglia all'indomani della seconda guerra mondiale e offre quindi uno spaccato della vita in Italia a quell'epoca. La scrittrice non ha nascosto che si tratta del primo libro di una trilogia, ma quello che mi ha particolarmente deluso é la conclusione cosí improvvisa. Avrei gradito di piú un libro con un inizio e una fine, piuttosto che un inizio e una fine aperta... Ma ultimamente é che cosí che si concludono i libri che hanno un seguito!