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Una storia chiusa Copertina rigida – 18 aprile 2012
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa346 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreRizzoli
- Data di pubblicazione18 aprile 2012
- Dimensioni14 x 3 x 21 cm
- ISBN-108817056987
- ISBN-13978-8817056984
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Dettagli prodotto
- Editore : Rizzoli (18 aprile 2012)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 346 pagine
- ISBN-10 : 8817056987
- ISBN-13 : 978-8817056984
- Peso articolo : 522 g
- Dimensioni : 14 x 3 x 21 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 364,352 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 903 in Letteratura italiana (Libri)
- n. 7,748 in Antologie (Libri)
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Per darvi un’idea di cosa tratti questa sua opera prendo in prestito alcune delle parole della quarta di copertina: “…Giovanna, magistrata a rischio, costretta a vivere sotto copertura benché ormai fuori dai ranghi, cerca in una casa di riposo qualcosa che sarà pena o sollievo, dipenderà anche dalle sue scelte. I suoi compagni di viaggio si conoscono tra loro per le malattie di cui soffrono che per nome e condividerne la quotidiana fatica a sopravvivere, costantemente avvelenata dal rancore per le promesse non mantenute dalla vita, impegna Giovanna in una lotta vischiosa con se stessa…” e Clara Sereni è straordinaria nel dar voce a ognuna di queste persone che riesce a caratterizzare in un modo che fa sorridere e commuove allo stesso tempo: trova l’escamotage di suddividere la narrazione nei mesi di un anno in cui ognuna e ognuno di loro ha sempre il suo piccolo o grande spazio, una voce nella coralità.
E così conosciamo Dante, Federico, Carlo, Eugenia, Virginia, Quintina e Olga; e poi Claudia, l’assistente sociale che conosce e ama, a modo suo, ognuno di loro. E, naturalmente, Giovanna che, per vivere un’altra identità, si fa chiamare Giulia, si mette una parrucca di capelli bianchi e le lenti a contatto colorate.
Dice Claudia “…all’assistente sociale arrivano le scorie, tutti gli scarti di lavorazione e di vita che nessuno vuole prendersi in collo. Le persone che stanno qui dentro hanno pochi parenti o nessuno, sono sopravvissuti alla guerra dell’esistenza continuamente alla ricerca di un nemico da battere…”; e infatti solo alla fine della narrazione, grazie a un episodio che accade tra Carlo e Olga (e non vi dico quale per non togliervi la sorpresa) questi “compagni di viaggio” di Giovanna trovano una specie di empatia, di collaborazione, di pacificazione tra loro che Giovanna-Giulia descrive così nelle ultime righe delle 347 pagine del libro “un’armonia che non reggerà, è fatta di niente. Ma intanto decido di starci dentro, di essere parte anch’io: per adesso, finché ce la faccio, con la disperata speranza che tempi migliori possano arrivare. Prima o poi”.
Difficile esprimere meglio il restringimento dell'orizzonte, la chiusura dei rapporti, in fin dei conti la noia che costituisce il frutto avvelenato della vecchiaia, e contemporaneamente l'inevitabile ricerca di un angolo tranquillo, in cui trovare rifugio dalla fragilità crescente di sé e del mondo.
"In giardino cammino e cammino, meno male che è così grande. Ogni mattina alzarmi dal letto è uno sforzo enorme, trovare le ragioni per farlo è sempre più difficile. La camminata che mi impongo è un atto ostinato della volontà, non so se lo faccio come espiazione di non so che cosa o semplicemente per sviluppare un po' di endorfine, delle quali ho senza dubbio un gran bisogno: mi sono ritrovata a piangere come una fontana .. perfino per il finale in rosa di un telefilm" (pag.334).