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L'inganno delle buone azioni Copertina rigida – 25 febbraio 2021
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Età di letturaDa 3 anni in su
- Lunghezza stampa304 pagine
- LinguaItaliano
- Dimensioni14 x 3 x 21.5 cm
- EditoreGarzanti
- Data di pubblicazione25 febbraio 2021
- ISBN-108811816823
- ISBN-13978-8811816829
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OSANNATO DALLA CRITICA, AMATO DAI LETTORI
IN VETTA ALLE CLASSIFICHE E NOMINATO AL MAN BOOKER PRIZE
«Provocatorio e pungente.» The New York Times
«Kiley Reid ci consegna un romanzo magistralmente scritto che ridefinisce il concetto di classe. In una parola, uno dei migliori libri dell’anno.» Washington Post
«Un romanzo che si legge tutto d’un fiato e che lascia un’impronta indelebile nel lettore. Imperdibile.» Vogue
Descrizione prodotto
Dalla seconda/terza di copertina
Dettagli prodotto
- Editore : Garzanti (25 febbraio 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 304 pagine
- ISBN-10 : 8811816823
- ISBN-13 : 978-8811816829
- Peso articolo : 410 g
- Dimensioni : 14 x 3 x 21.5 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 150,129 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 580 in Narrativa sulla vita sociale
- n. 9,935 in Studi culturali e sociali (Libri)
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Un libro di cui non si sente la mancanza, racconta poco e lo racconta male, una forma sgraziata, quasi sciatta. Pesanti i personaggi, noiosi, ma soprattutto bigotti.
I critici ne dicevano bene, l’ho comprato immediatamente, tempo sprecato.
Libro per me sgradevole, non un romanzo, ma pagine stampate. Descrizioni da scuole elementari, stile inesistente.
Seri dubbi sulla critica ufficiale o magari hanno ragione e non ho capito niente.
Via dallo scaffale!
Un libro di cui non si sente la mancanza, racconta poco e lo racconta male, una forma sgraziata, quasi sciatta. Pesanti i personaggi, noiosi, ma soprattutto bigotti.
I critici ne dicevano bene, l’ho comprato immediatamente, tempo sprecato.
Libro per me sgradevole, non un romanzo, ma pagine stampate. Descrizioni da scuole elementari, stile inesistente.
Seri dubbi sulla critica ufficiale o magari hanno ragione e non ho capito niente.
Via dallo scaffale!
ho letto il romanzo d’esordio di Kiley Reid “L’inganno delle buone azioni”, edito da Garzanti che ringrazio per la copia recensione. Il tema del romanzo è il razzismo e le forme in cui esso può manifestarsi.
Premetto che il libro è scritto e tradotto molto bene, lo stile è semplice e pulito, la narrazione scorre veloce, la scrittrice riesce a tenere viva la curiosità del lettore perché i personaggi sono imprevedibili e gli sviluppi inaspettati, il mio voto finale sarà quindi un voto alla storia in sé e non all’abilità dell’autrice, che ho apprezzato.
Il libro è scritto in terza persona, con stile quasi giornalistico. Ho avuto la sensazione che la scrittrice volesse dare al lettore un punto di vista staccato dall’intera storia e infatti è così che mi sono sentita io durante tutta la lettura, disconnessa, estranea sia ai fatti che ai personaggi.
Mrs Alix Chamberlain vive a New York con la sua famiglia e in quella città ha costruito la sua carriera: è specializzata nella redazione di recensioni per prodotti commerciali e lettere di presentazione per le persone che vogliono promuovere sé stesse ed è molto apprezzata e ricercata nell’ambiente newyorkese per queste sue abilità, in altre parole è un genio del marketing della comunicazione. Specifico che è una donna bianca, sposata con un uomo bianco di qualche anno più grande di lei.
Con la seconda gravidanza, Alix cede alle pressioni del marito e da New York si trasferiscono a Filadelfia, città più a misura d’uomo e maggiormente alla loro portata. È interessante il modo in cui la Reid ci faccia conoscere Alix attraverso le dinamiche della sua vita lavorativa che, però, ha un brutto arresto a Filadelfia, dove Alix un po’ si perde.
E qui interviene la nostra seconda protagonista, Emira Tucker, venticinquenne di colore che viene assunta dalla famiglia Chamberlain come baby-sitter part-time della loro figlia maggiore, Briar.
Emira è una ragazza che Reid descrive in modo non molto chiaro, a differenza di Alix, i cui pensieri sono palesati e messi in evidenza nel racconto; di Emira sappiamo solo che è laureata ma senza obiettivi, non sa cosa fare della sua vita lavorativa e questo la blocca anche a livello personale.
È un personaggio ermetico e ciò che esprime non ce la fa conoscere né tantomeno ci fa simpatizzare con lei.
Infine c’è il terzo protagonista, Kelley Copeland, anche lui bianco, sviluppatore informatico che Emira conosce nelle prime pagine del libro durante l’evento che sarà poi un po’ il filo conduttore di tutto l’intreccio. Kelley è anche lui un bravo ragazzo che da subito cerca di creare un legame con Emira, a cui si lega molto e che ha un peso rilevante nello sviluppo della storia.
Bene, detto questo, di cosa stiamo parlando? Perché questi personaggi sono importanti e lo è la loro storia? Che nesso c’è con il titolo del libro? Mi sono fatta questa domanda per quasi tutto il romanzo, ne ho intuito le conclusioni solo al suo epilogo. Non posso entrare nel dettaglio perché farei un pesante spoiler, togliendovi il gusto della lettura. I temi trattati sono importanti perché girano intorno al razzismo nella sua manifestazione più sottile e subdola, nella presunzione di trattare il diverso proprio come tale e non come nostro pari, evidenziandone le diversità anziché abbracciando le uguaglianze. Non parlo di diversità come etnia o origine diversa, no, si parla proprio della differenza tra l’essere nero e l’essere bianco.
Queste sono le conclusioni cui sono arrivata personalmente, ma mi rendo conto di essere una voce fuori dal coro, perché la maggior parte delle recensioni lette in giro sono in netto contrasto con la mia opinione. Questo è uno di quei libri che consiglierei non perché mi sia piaciuto, ma per chiedere “fammi sapere che ne pensi”, ed è quello che chiedo anche a chi vorrà leggerlo nonostante la mia recensione. Fatemi sapere cosa ne pensate.