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Roderick Duddle Copertina flessibile – 23 febbraio 2016
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa485 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreEinaudi
- Data di pubblicazione23 febbraio 2016
- Dimensioni13.4 x 2.5 x 20.8 cm
- ISBN-108806229273
- ISBN-13978-8806229276
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Dettagli prodotto
- Editore : Einaudi (23 febbraio 2016)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 485 pagine
- ISBN-10 : 8806229273
- ISBN-13 : 978-8806229276
- Peso articolo : 440 g
- Dimensioni : 13.4 x 2.5 x 20.8 cm
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- Restrizioni di spedizione: Questo articolo può essere spedito solo in Italia, San Marino e Città del Vaticano
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 66,136 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
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Le risorse messe in campo per vincere, la creatività nel concepire scenari delittuosi continuamente rielaborati da chi ha sempre una conoscenza parziale dei fatti, genera anche un’infinita serie di equivoci, determinata dal fatto che praticamente nessuno conosce la verità completa.
Mari è abilissimo nel condurre i mille fili di un intreccio veramente complesso ed anche a portarlo su sentieri non scontati. E’ inesauribile la sequenza di trovate che coinvolge tutti i protagonisti, di volta in volta nemici o alleati, pronti a raggiungere accordi come ad uccidersi reciprocamente senza pietà, poichè di volta in volta lo scenario cambia e tutti rielaborano costantemente piani alternativi, facendo accordi, ma allo stesso tempo tramando contro i loro stessi alleati.
Nella scelta tra fare di Roderick Duddle l’assoluto protagonista del libro o invece intrecciare le sue avventure con quelle di tutti gli altri, Mari sceglie questa seconda strada, che limita la componente “sentimentale” del bambino nel libro ed esalta la narrazione d’avventura.
La trama è certamente vertiginosa, come nei romanzi d’appendice di una volta, e non è facile starle dietro. I protagonisti si muovono in un area limitata e gli incroci tra i personaggi sono continui. La narrazione può così svoltare in ogni direzione e raramente si riesce ad anticipare ciò che succederà.
Mari si conferma scrittore raffinatissimo e il magistrale utilizzo della lingua italiana in versione ottocentesca è uno dei motivi di attrazione di questo libro. Ricchissimo il vocabolario utilizzato, con molti termini desueti, sempre perfettamente calzanti. Inoltre, echi di tutta la letteratura d’avventura sono sparsi dappertutto nel libro.
A volte il virtuosismo prende il sopravvento e la vicenda sembra sfuggire di mano allo stesso narratore che però subito riprende il controllo, fino a condurci ad un finale che è necessario non perchè non si possa andare avanti all’infinito, ma perchè tu “mio paziente e tollerante lettore, che mi hai seguito passo passo fin qui: immagino che sarai stanco, e desideroso di sapere come questa storia va a finire”.
Insomma, il microcosmo standard per questo tipo di ambientazione e di storia (da feuilleton, con un pizzico di Salgari e una spruzzata di Melville) , c’è, ed è anche funzionale, però poi…
Poi…verso la metà…con l’ennesimo personaggio introdotto e… fatto uscire di scena alla Tarantino, poco dopo…ha iniziato ad annoiarmi. La trama langue ed il giochino viene a noia e diventa stucchevole. La trama perde man mano verosimiglianza, il personaggio di Roderick ( più che protagonista, è l’oggetto delle ricerche matte e disperate che gli altri personaggi) si fa sempre più indefinito e pian piano sfuma…
Ecco, credo che il guaio di questo romanzo, di per sé gradevole, e spesso anche divertente…sia la sovrabbondanza. La vicenda si arrotola su sé stessa , i personaggi si moltiplicano a vista d'occhio, senza sufficiente motivo (narrativo) ed i luoghi si ripetono senza costrutto. Ad un certo punto ho proprio pensato “ma quand’è che finisce?”, perché anche io come il giudice Bonham “non ne potevo più di quella storia che fra adozioni, affidamenti, cavilli araldici, episodi di sangue, diffide, persone scomparse e pretese ereditarie si era avvolta su se stessa fino a formare un groviglio inestricabile”…
Poi, finalmente, il tutto finisce. Un po’ buttato là, questo finale…Forse troppo Dickensiano? Un filino semplicistico? Bah.
Mi aspettavo qualcosa di più, soprattutto leggendo le entusiastiche recensioni di chi mi ha preceduto. Non è un brutto romanzo, intendiamoci, e Mari non è il primo venuto (lo si capisce chiaramente)…ma secondo me avrebbe potuto essere un po’ di più…
Sicuramente consigliato a chi ama la letteratura dell’800, ed i romanzi d’avventura…Ottima lettura da spiaggia per bibliofili, per intenderci (come quando, da ragazzi, durante le vacanze estive leggevamo di "Quindici uomini, quindici uomini, sulla cassa del morto. Yoh, oh, oh! E una bottiglia di Rhum! Quindici uomini, quindici anime, sulla cassa del morto." Le vacanze erano lunghe, duravano mesi, e la scuola sembrava così lontana.... )
«Mio paziente lettore, che mi hai seguito passo passo fin qui: immagino che sarai stanco, e desideroso di sapere come questa storia va a finire. Cercherò di accontentarti, anche se nessuna storia propriamente finisce mai: se ne conclude un segmento, ma questa apparente cesura è solo parte di una storia più ampia, che solo per convenzione (o se preferisci, per non impazzire) abbiamo limitato ai casi occorsi a certi personaggi in un limitato lasso di tempo ».