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C'era una volta la Collatina Antica Copertina flessibile – 10 novembre 2023
Opzioni di acquisto e componenti aggiuntivi
- Lunghezza stampa168 pagine
- LinguaItaliano
- EditoreIntra Moenia
- Data di pubblicazione10 novembre 2023
- Dimensioni14.3 x 1.1 x 20.8 cm
- ISBN-10887421278X
- ISBN-13978-8874212781
Dettagli prodotto
- Editore : Intra Moenia (10 novembre 2023)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 168 pagine
- ISBN-10 : 887421278X
- ISBN-13 : 978-8874212781
- Peso articolo : 350 g
- Dimensioni : 14.3 x 1.1 x 20.8 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 334,412 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 3,046 in Storia antica (Libri)
- n. 8,099 in Guide turistiche (Libri)
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Il suo testo è uno stravagante ibrido letterario dove citazioni classiche dotte o pungenti (Strabone, Tito Livio, Plinio il Vecchio, Vitruvio) convivono in una certa armonia con tristi considerazioni su un presente al crepuscolo e non all'altezza delle passate promesse e premesse.
Come un "genius loci" disorientato, strappato a viva forza dalla sua nicchia, l'autore sembra essere alla ricerca di qualcosa che già sa non esistere più: nel suo tentativo egli si muove non in uno spazio-tempo tridimensionale, ma pone sé stesso (e il lettore) dinanzi alla stratigrafia degli eventi che in ciascuno di quei luoghi hanno avuto la loro realtà storica.
Dialoga con fantasmi (un po' alla "Spoon River") e con personaggi del nostro presente, ma la conversazione sembra essere più proficua con i primi.
Particolarmente sentito il capitolo relativo alla "fullonica" (la grande lavanderia industriale dell'impero, per dir così), la quale sembra aver subìto un bombardamento. Ma non è così: è solo la modernità che avanza a scapito di un passato che ci sembra morto e sepolto; nascosto sotto terra, sì; ogni tanto, però, ne riaffiora, ma solo nella forma di sassi che di certo non necessitano di tutela.
Marinucci brancola, ad ogni tappa un cicerone di periferia gli dà informazioni dolorosamente inconcludenti.
E dopo aver percorso fisicamente un itinerario irto di ostacoli di natura prettamente antropica, egli giungerà a Collatia. Già, ma dov'è l'antica città di Lucrezia? Trenta secoli di storia e di selvaggia urbanizzazione sembrano aver tolto autorevolezza anche alle fonti antiche.
Monumenti antichi malamente inglobati nel tessuto periferico, templi di cemento a celebrare una modernità inconsistente, ferrovie che sconvolgono l'orografia e il passato: questo trova l'autore; prova ad allontanarsi dall'epicentro del disastro, ma conclude il suo trekking urbano e suburbano in mezzo a strutture che dei tre princìpi di architettura vitruviana - solidità, funzionalità e bellezza - indubbiamente qualcuno lo hanno perduto.
Marinucci fa uso di un registro quanto meno composito, spaziando, come detto, dalla citazione antica ad un linguaggio talora tecnico-specialistico di settore.
A mio avviso, l'uso di questo espediente dà forza al senso della sua ricerca, che alla greca potremmo dire "patetica".
Autore anche di una raccolta di racconti noir di ambientazione periferica ("Il maestro delle soffianti"), qui Marinucci dà prova di maggiore maturità, passando ad un testo più organico e di maggior respiro.